Data / Ora
Date(s) - 15/06/2021 - 17/06/2021
12:00 am
Luogo
spazioSerra
Categorie
at a proximateDISTANCE
performance di Flavia Tritto e Katarina Nesic
a cura di spazioSERRA
testo critico di Francesco Ferranti
visibile il 15, 16 e 17 giugno 2021 alle ore 8:00 e alle ore 18:30 (durata variabile)
vernissage martedì 15 giugno ore 18:30
stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano
at a proximateDISTANCE, dell’artista visiva Flavia Tritto e della danzatrice contemporanea Katarina Nesic, è la prima performance proposta all’interno di venerazioneMUTANTE, la stagione espositiva di spazioSERRA dedicata alla trasformazione delle opere site-specific nel corso della loro permanenza. La performance è divisa in tre fasi, visibili rispettivamente il 15, il 16 e il 17 giugno presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.
“L’intento di at a proximateDISTANCE” scrive Francesco Ferranti nel testo critico che accompagna la performance “è quello di creare un rapporto tra i corpi e le azioni delle artiste e le persone che transiteranno intorno a spazioSERRA, un non-luogo che si configura come un panopticon da cui si vede e si è visti, da cui si controlla e si è controllati”.
Atto 1 Dwell out of sight
Le vetrate, cornici che dirigono lo sguardo verso l’interno dello spazio, vengono velate: mutano così la loro funzione e diventano simili a muri. Allo stesso tempo ne viene svelata la presenza: non sono meccanismi invisibili, ma anzi indispensabili alla funzionalità dello spazio.
Nesic improvvisa all’interno e intorno a spazioSERRA, superando il binarismo tra interno da vedere ed esterno dal quale osservare. Mentre i gesti performativi di Nesic si dissolvono nel loro susseguirsi, Tritto, muovendosi come un orologio, marca il tempo di questa trasformazione. Partendo dal presupposto che diverse descrizioni creano diverse realtà, la danzatrice intende aprire lo spazio a molteplici alternative di percezione: queering the space.
Atto 2 In between there’s always surface
Nesic si muove dentro spazioSERRA, ma il suo corpo è solo visibile attraverso le azioni che Tritto compie sulla struttura dello spazio. Al pubblico viene richiesto uno sforzo maggiore: deve avvicinarsi allo spazio per vedere al suo interno.
Atto 3 Now we dance
La struttura di spazioSERRA viene nuovamente svelata, un pezzo alla volta, fino a tornare al suo stato originale. La struttura è ciò che rimane al termine della performance, la traccia del processo resta nell’idea di chi ha assistito.
Attraverso l’azione individuale, che si esplicita nella performance, la percezione personale delle strutture, materiali e sociali, si modifica. Scrive Francesco Ferranti, “Partendo dall’idea che ‘Descrivendo un mondo, lo stai creando’ (Stevens 1996), le artiste risponderanno in modo diverso allo spazio, fornendo resoconti diversi, correndo il rischio della vulnerabilità e venendo osservate per lunghe ore nei tre giorni della performance”. Il modo in cui ci comportiamo in uno spazio si modifica a seconda del nostro desiderio di essere visibili o invisibili. Ciò entra in contrasto con l’esposizione reale, che non dipende dal nostro controllo, e ci rende vulnerabili.
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