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Da Pistoia al Grand Palais de Paris DIE MAUER A LO...

Da Pistoia al Grand Palais de Paris DIE MAUER A LO SPAZIO Artista: Gianfranco Chiavacci

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Data / Ora
Date(s) - 13/10/2024 - 27/10/2024
5:00 pm - 9:00 pm

Luogo
Lo Spazio Pistoia

Categorie


Con domenica 13 ottobre siamo al quarto ed ultimo appuntamento presso Lo Spazio Pistoia, Libreria e Bacaro, per l’anteprima dell’edizione di Paris Photo che si svolgerà al Grand Palais a Parigi dal 7 al 10 novembre. Tocca a Gianfranco Chiavacci, chiudere questa rassegna di artisti che saranno presentati al Grand Palais in occasione della prossima edizione di Paris Photo e che grazie alla collaborazione con la libreria Lo Spazio abbiamo pensato di presentare in anteprima alla città di Pistoia creando quattro eventi che si sono succeduti nella saletta della libreria.

Il lavoro fotografico di Gianfranco Chiavacci appartiene a quella generazione di artisti che hanno operato in chiave sperimentale tra arte e tecnologia. Intuendo il cambiamento epocale che avrebbe introdotto nella società l’avvento dei primi linguaggi di programmazione come quello binario fatto di zero e di uno, Chiavacci inizia a sperimentare in arte il possibile dialogo fra arte e cifra binaria, fra spazio pittorico e concetto di bit. Una logica che lui ritrova nella sintesi funzionale dello strumento fotografico che attraverso l’otturatore apre o chiude il passaggio della luce, espone o non espone, esattamente come uno switch on/off oppure 1/0. Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta inizia la sua ricerca fotografica, nata nel pieno della sua Binarietà ne condivide le intuizioni e ne incrina lecertezze, mutando e incrementando le possibilità creative e introducendo nel suo fare arte delle variabili fino ad allora inimmaginabili. Le opere che presentiamo a Lo Spazio variano dalle prime sperimentazioni strettamente legate a quella che lui stesso definì la grammatica con cui elaboro il mondo, la Binarietà, a opere che potremmo definire forse a-binarie, prive di un chiaro riferimento binario, ma che ad una lettura più approfondita del suo fare arte non sono che la naturale conferma di quello che per lui era la macchina fotografica, uno strumento atto a registrare un fenomeno luminoso, dai più radicali ai più poetici, perché l’artista, anche il più razionale e scientifico, non è solo uomo di scienza, ma anche uomo di poesia.

Carlo Chiavacci


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