Data / Ora
Date(s) - 18/11/2021 - 05/02/2022
11:00 am - 7:00 pm
Luogo
L.U.P.O. - Lorenzelli Projects
Categorie
L.U.P.O presenta Down in Albion, per la prima volta in Italia le opere di Sholto Blissett, Francesca Mollett e Xu Yang.
I tre artisti, diplomati al Royal College of Art nel 2020, propongono al pubblico una selezione di dipinti realizzati nei recenti mesi. Nello spazio della galleria si instaura così un dialogo tra ricerche pittoriche eterogenee ma affini, una vera e propria conversazione tra voci che, seppur distinte, generano un discorso singolare.
Down in Albion avvicina tre sguardi su altrettanti scorci di realtà, invitandoci a scoprire combinazioni altrimenti inattese. Inoltre, nonostante molti dei confini che ci separano dall’universo Britannico sembrino intensificarsi, dalle tele che popoleranno la galleria trapela un’aria cordiale, a tratti familiare.
Attingendo alle opere di Claude Lorrain e dei Romatici Tedeschi, Sholto Blissett (Salisbury, 1996) combina il sublime con il surreale. I soggetti dei suoi dipinti (tipicamente giardini formali in contrasto con paesaggi aspri) flirtano con la fantascienza pur rimanendo sempre a terra. Nei suoi lavori più recenti, Blissett esplora il mutamento della posizione umana in relazione a Dio e alla natura.
I dipinti di Francesca Mollett (Bristol, 1991) sono un curioso intreccio di figurazione ed astrazione, un costante movimento di forme che si fanno ora riconoscibili ora ignote. Questo movimento genera a sua volta un’alternanza di luce assorbita ed emessa, metafora dell’essere contemporaneamente chi guarda e chi viene guardato. Il suo processo utilizza la superficie pittorica come mezzo per esprimere un’oscillazione tra se stessi e l’ignoto.
Xu Yang (Shandong, 1996), nata e cresciuta in un paese della Cina rurale, utilizza la pittura per esplorare la propria identità, a partire dalle incursioni della cultura europea nel suo immaginario, in articolare del periodo Rococò, sviscerato attraverso pennellate giocose. Xu sostiene che le nostre azioni si basino su ciò che abbiamo assorbito. La sua ricerca assume così un atteggiamento performativo che e permette di trasporre questo immaginario all’interno della realtà.
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