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Effetti personali – Storie e note per raccon...

Effetti personali – Storie e note per raccontarsi con la pittura

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Data / Ora
Date(s) - 08/06/2023
6:00 pm - 8:00 pm

Luogo
MILLENIUM GALLERY

Categorie


EFFETTI PERSONALI- Storie e note per raccontarsi con la pittura

A cura di Paola Bitelli e Tristana Chinni

La mostra Effetti personali- Storie e note per raccontarsi con la pittura si pone come esito finale di un workshop rivolto agli studenti del Triennio e del Biennio di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze ideato e condotto dalla Professoressa Paola Bitelli e dalla critica d’arte e giornalista Tristana Chinni.
Caterina Bigazzi, Bianca Gandolfo, Gaia Guercioni, Qian Zhang sono le quattro studentesse selezionate tra i partecipanti invitate a esporre presso gli spazi della Millenium Gallery, per confrontarsi sul tema degli effetti personali, intesi come oggetti privati, portatori di implicazioni simboliche; interpretabili anche come luoghi emozionali e significativi o, con un gioco di parole, come affetti personali.
Effetti personali sono anche le opere d’arte stesse, inevitabili conseguenze della propria necessità e urgenza d’espressione.
Una traccia dalla quale partire e in parte tradire, misurandosi attraverso il medium prescelto della pittura, privilegiato interlocutore con cui relazionarsi e a cui tornare ogni volta con nuovi interrogativi e rinnovati stimoli creativi.
Il seminario condotto a doppio binario si prefigge lo scopo di riflettere al contempo sul linguaggio in senso ampio dal quale pittura e critica si muovono utilizzando segno e parola, al fine di presentare e creare realtà eterogenee.

Frammenti, particolari anatomici di corpi affiorano dalle superfici di lembi di lenzuola immacolate appartenute alla nonna e alla bisnonna di Gaia Guercioni. Le lenzuola come oggetto di memoria, depositarie di ricordi e segreti, recano in sé tracce di un vissuto pregresso; divengono privilegiate testimoni di nuove narrazioni, in cui il corpo è protagonista ora definito grazie a particolari messi in rilievo per mezzo dell’uso dell’olio, ora rarefatto, quasi restituito per via indiretta, o solo suggerito con l’acquerello attraverso parti anatomiche che sfociano in astrazioni. Dal supporto leggero, garzato che si lascia permeare dal colore
e dai ricordi si originano immagini poetiche che, mescolando passato e presente, come pentagrammi scandiscono ritmi di vissuti intimi ed emozionali. Il tessuto stesso diviene pelle che si lascia invadere in un doppio dialogo e rimando tra le sfumature rosa dell’incarnato del soggetto ritratto e la pelle della pittura,
dove la carne è al tempo stesso indagine sul corpo della modella e ricerca incessante per sondare il linguaggio artistico. E’ materiale che sa trattenere, quasi un sussulto, una confidenza privata appena accennata di attimi rubati che sconfinano da una superficie all’altra, fronte retro.

Caterina Bigazzi dipinge nature morte in interni disordinati, sottosopra, dove oggetti scomposti e confusi, emergono dalla tela amalgamandosi col caos del quotidiano in un movimento che segue il flusso.
L’oggetto personale smarrisce il suo centro e l’autrice ce lo restituisce sgranato, filtrato dal suo sguardo che perde il focus e lo riacquista a tratti in temporalità frammentate. Scorci di interni “in sussulto” fanno da specchio ai suoi moti interiori settandosi con la dinamicità della vita. Anche i paesaggi naturali, luoghi d’affezione nei dintorni di casa, sono spazi intimi che sembrano crescere, animarsi, dove le prospettive diventano plurime grazie a gestualità sincopate e a movimenti ampi e continui. Il paesaggio è restituito al fruitore quasi si trattasse del ricordo di un’impressione in cui immergersi e i cui contorni si fondono e confondono tra loro come memorie non definite.

Arte e vissuto personale si legano indissolubilmente nella ricerca di Bianca Gandolfo che presenta un lavoro ben connotato site-specific interdisciplinare dove il linguaggio della pittura entra in dialogo con l’installazione e la scrittura. Sulle pareti campeggiano tele di medio formato i cui protagonisti estrapolati da ricerche in archivi internazionali, sono figure chiave della storia del movimento LGBTQIA+, veri e propri simboli che l’autrice vuole ricordare per aver lottato per affermare la propria identità e i diritti di minoranze e che si sono battuti per rendere la loro vita e quella delle generazioni a venire migliore. Alcuni elementi installati in galleria vengono a ricreare un angolo intimo dalle evidenti valenze simboliche. La bacinella ossidata riempita d’acqua, panetti di sapone alla lavanda ed elementi specchianti posti a corredare l’opera, rimandano al concetto di purificazione, al lavare via i pregiudizi e, allo stesso tempo, al tema dell’identità. Il
recipiente ossidato la cui superficie tendente al blu-verde richiama gli stessi colori predominanti nella pittura di Bianca che a loro volta si rifanno anche alle medesime tonalità con forti implicazioni personali nel vissuto dell’autrice, così come il viola-lavanda ampiamente connotante e ricorrente nella storia del
movimento Queer (si pensi ai moti di Stonewall) è elemento personale a cui la stessa è particolarmente legata e che la riporta ai primi anni di vita trascorsi in campagna.

Nel grande autoritratto monocromo bagnato di rosso ad opera di Qian Zhang, occhi ipnotici catturano e intercettano quelli del riguardante in una doppia visione, incentrando il focus sul concetto d’identità, rafforzato da particolari dipinti a latere che campeggiano su piccole tele dal viraggio seppia che emulano
vecchie foto ricordo. Si tratta dei capelli della giovane, elemento importante in tutte le culture, spesso messo in relazione alla forza e alle emozioni, materializzazione di fertilità e vita; e ancora di una collana con ciondolo, regalo di un’amica, delle mani, strumento privilegiato per un creativo, ed infine di un paio di occhiali, dispositivo fondamentale per la messa a fuoco che Qian indossa, ma con i quali non si rappresenta mai, come se al di là del difetto percettivo, possedesse una visione acuta, uno sguardo “lungo”, un dilatamento proprio di un osservare interiore esteso, potenziato, che trova riscontro anche nei ritratti agli
amici. Questi ultimi vengono ripresi in visioni ridotte quasi Qian volesse avvicinarvisi sempre più per accorciare le distanze e carpirne i segreti; i tratti somatici si dilatano in primi piani che ci restituiscono i sentimenti interiori dei soggetti ritratti grazie all’occhio dell’autrice che si pone sui loro volti come una lente d’ingrandimento in grado di zoomare e decifrare ciò che questi di volta in volta provano.

Tristana Chinni

EFFETTI PERSONALI- Storie e note per raccontarsi con la pittura
Millenium Gallery
Via Riva di Reno 77- 40121, Bologna
Opening 8 giugno 2023- h.18.00
8 giugno-30 giugno 2023 dal giovedì al sabato 18.00-20.00
Su appuntamento 393-7003498


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