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Gabriele Mannarino. In direzione OSSIDATA e contra...

Gabriele Mannarino. In direzione OSSIDATA e contraria

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Data / Ora
Date(s) - 24/10/2024 - 24/11/2024
5:00 pm - 9:00 pm

Luogo
studio di Gabriele Mannarino

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Mostra di sculture-assemblage di Gabriele Mannarino a cura di Daniele Poccia. Ingresso libero su appuntamento, contattare gabriele_mannarino@yahoo.co.uk.

Le sculture, prevalentemente in metallo, sono ottenute ricomponendo oggetti, o parti di essi, provenienti dall’uso quotidiano e poi dismessi come rifiuti. Come spiega l’artista, le ricomposizioni sono state suggerite dalle caratteristiche degli elementi utilizzati, selezionati in base alla forma o agli effetti del tempo sulla loro superficie. Il processo di ossidazione del metallo esposto agli agenti atmosferici è analogo ai processi che permettono la sopravvivenza di tutte le forme di vita aerobie sulla terra – inclusi gli esseri umani – ed è quindi segno del fluire del tempo e della vita. Le caratteristiche di questo fenomeno come la rugosità della superficie, le fratture e la colorazione sono frutto di specifiche condizioni legate sia al manufatto, sia all’ambiente a cui questo è stato esposto: è quindi possibile dire che ciascun elemento porta fisicamente con sé una propria specifica storia e, tramite l’azione artistica di ricomposizione, ne inizia un’altra. Si tratta dell’arte, della non-arte, dell’anti-arte dell’assemblage, per dirla con le parole dello storico curatore del MoMA, William Seitz, che così ha definito molte pratiche eterodosse il cui scopo non è suscitare l’ammirazione per la destrezza dell’artista, ma divertire, infastidire, sconcertare, disorientare, far riflettere.

“L’arte deve perdere ancora, e per l’ennesima volta, la sua aura iridescente ma ormai senescente, e deve farlo a favore di un rinnovato rapporto con il mondo, con il fuori, con la vita e la sua prosa innominabile. Non dal centro alla periferia è allora il movimento da seguire, ma quello testardamente contrario: dalla periferia al centro, sempre. Un corteo di dramatis personæ fa così il suo esordio sul proscenio. Ciascun oggetto è un personaggio, una storia a sua volta di un collettivo determinato; ogni opera è un romanzo sociale, a suo modo. E tutto ciò accade sotto l’egida di uno humor, particolarmente evidente nei titoli, sempre delicato, non forzatamente trasgressivo, non distanziante, non banalmente ironico, insomma, ma accogliente, in ultima analisi sapiente. In una parola, genuinamente desacralizzante. La percezione della realtà vacilla in questo modo nella sua presunta incontrovertibilità, per ritrovarsi infine sul ciglio della propria rigenerazione: l’oggetto somiglia a ciò che dice di somigliare, ma lo fa con mezzi e forme fondamentalmente inaspettati.”
Daniele Poccia


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