Data / Ora
Date(s) - 27/10/2024
5:30 pm - 7:30 pm
Luogo
CART – CENTRO DOCUMENTAZIONE ARTE CONTEMPORANEA
Categorie
E’ una mostra sui generis quella che sarà inaugurata domenica 27 ottobre al CART di Falconara M. perché si occupa della inedita quanto particolare e limitatissima produzione artistica di un personaggio che si è prestato al fascino delle arti visive appartenendo per formazione e professione ad altro ambito artistico, quello della settima arte, la cinematografia.
Regista apprezzato, oltreché attore, Giancarlo Santi approda nel mondo del cinema alla fine degli anni Cinquanta come assistente di Gian Vittorio Baldi, per poi lavorare accanto a grandi nomi della cinematografia italiana come Giulio Petroni, Marco Ferreri, Sergio Leone, Luigi Comencini, Glauber Rocha ed Ermanno Olmi.
La passione e la professione cinematografica però non gli impediscono di coltivare una sperimentazione nella pittura, anche legata al disegno, per una circoscritta produzione di opere alla quale il regista si dedica in modo leggero e disincantato, tutta concentrata quasi esclusivamente su fogli di carta di discrete dimensioni nei quali in maniera libera e spontanea, e dichiaratamente affrancata da modalità scolastiche o accademiche e tantomeno alla moda, Santi privilegia l’espressione visiva del suo pensiero, riflessivo, contestualmente ironico e di grande spontaneismo emotivo.
Ne è testimonianza la libera semplicità del disegno o la freschezza delle pennellate anche cariche di colore, che non sembrano soffrire la scelta della precarietà del supporto cartaceo, o l’uso tutto personale del collage. La pittura di Santi è ironica, passionale e si nutre di un’intima esigenza creativa attraverso immagini nelle quali si concretizza una visione al limite della satira, senza ombra di compromesso.
Ed è questo, in definitiva, il senso espositivo di questa mostra, che presenta più di venti opere tra disegni e dipinti, che dialogano tra loro nello stretto legame dell’artista con la città di Roma, centro del potere ecclesiastico (e capitale del Cinema), rappresentata tra le riconoscibili architetture dei luoghi e le forme di anonimi vescovi e chierici.
Luoghi e forme presentati in una dimensione pittorica che si rivela al pubblico quale efficace sintesi di quell’estensione dello spazio e della dimensione del tempo, secondo la stessa definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921 ed attribuita alla cinematografia.
I soggetti romani nelle opere di Santi (molte senza titolo e non datate, per lo più realizzate negli anni Dieci del Duemila), vivono in uno spazio “evasivo”, più della memoria che della reale tangibilità, in un tempo non definito, come sospeso, quasi perenne o cristallizzato.
Una mostra questa, affabulatoria ed intrigante, in cui attraverso l’allestimento espositivo delle opere si ha modo di conoscere un personaggio disincantato, un artista appassionato, smaliziato e disingannato, che ci aiuta a guardare con occhi distaccati la grandezza di Roma.
In mostra anche alcuni documenti originali dell’attività cinematografica di Giancarlo Santi.
La mostra è organizzata con la partecipazione della Regione Marche, e con il parternariato dell’AMIA – Associazione Marchigiana Iniziative Artistiche di Ancona e dell’Associazione Vivere con l’Arte di Urbino.
Testo in catalogo di Stefano Tonti.
Giancarlo Santi (Roma 1939 – 2021)
Nato a Roma nel quartiere San Lorenzo, è il secondo dei cinque figli di Giovanni, operaio delle Officine Meccaniche e di Iolanda Marinucci. Sopravvissuto al bombardamento del ‘43, si innamora del cinema all’età di nove anni, esattamente nell’estate del ’48, quando ha la fortuna di assistere alle riprese di Ladri di Biciclette proprio tra le case popolari del Tufello, dove la sua famiglia era stata sfollata. Conseguita la maturità scientifica al San Leone Magno e diplomatosi in cinematografia alla Pro Deo, inizia a lavorare come aiuto regista di Marco Ferreri, di Luigi Comencini, di Sergio Leone, di Glauber Rocha e di Ermanno Olmi. Come regista dirige Lee Van Cleef ne Il grande duello, spaghetti western diventato ormai cult movie soprattutto perché il tema principale della colonna sonora di Luis Bacalov (Premio Oscar nel 1995 per la colonna sonora de Il postino di Massimo Troisi), è stato poi usato da Quentin Tarantino nel film Kill Bill vol.1. Nel 1978, in pieno rapimento Moro, Santi firma la regia di Quando c’era lui, caro lei con Paolo Villaggio, un satirico e disincantato parallelismo tra il Ventennio fascista e l’allora Prima Repubblica nel pieno degli anni di piombo. Nel 2005 al Torino Film Festival viene presentato il documentario Giancarlo Santi: facevo er cinema, di Anton Giulio Mancino, nel quale il regista romano compare raccontando aneddoti e storie relative alla sua vita e alla sua carriera.
Nel 2012 Santi intraprende un progetto scolastico presso la Rome International School producendo il cortometraggio Buoni e cattivi, il quale seppure non inserito nel calendario della Festa del Cinema di Roma, viene comunque apprezzato dalla critica.
L’abilità nel disegno e nella pittura, sbocciata fin dall’età scolare, si mantiene viva negli anni come passione parallela alla professione cinematografica. Sebbene condotta con profilo basso e lontano dalle scene, questa stessa passione, maturata e cresciuta nel corso degli anni anche grazie alle abituali frequentazioni degli artisti e dei galleristi di via Margutta, ha sempre voluto esprimere un’intima esigenza creativa in cui l’ironia attraverso le immagini si concretizza come filo conduttore di un modo di vivere e di lavorare senza ombra alcuna di compromesso.
Nei quadri di Giancarlo Santi emerge forte e chiaro il legame con la città di Roma, centro del potere e capitale del Cinema con la maiuscola, il quale -come tutte le arti del resto- con il potere è sempre costretto a fare i conti. E proprio per questo l’architettura delle piazze e delle chiese più note viene spesso legata in un richiamo ideale di forme geometriche alle mitre vescovili, agli anelli e ai bastoni pastorali che appaiono, appunto, come vere e proprie ingombranti spirali di potere.
Tra le frequentazioni artistiche di Giancarlo Santi meritano di essere ricordate quella con Luigi Bartolini (altro grande artista poliedrico, curioso, originale e polemico), e l’amicizia fraterna con Hugo Pratt, insieme al quale (per oltre vent’anni), ha inseguito l’ambizioso sogno, purtroppo mai realizzato, di portare Corto Maltese sul grande schermo.
Opere principali di Giancarlo Santi
Regista:
Il grande duello (1972) con Lee Van Cleef; Quando c’era lui caro lei (1978) con Paolo Villaggio; Con la voce del cuore (2000) con Gabriele Duma.
Aiuto regista:
L’ape regina (di Marco Ferreri, 1963); La donna scimmia (di Marco Ferreri, 1964); Marcia nuziale (di Marco Ferreri, 1965); Il buono il brutto il cattivo (di Sergio Leone, 1966); C’era una volta il west (di Sergio Leone, 1968); Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano (di Luigi Comencini 1969); Giù la testa (di Sergio Leone, 1970); Il leone a sette teste (di Glauber Rocha 1970); Alcide De Gasperi (di Ermanno Olmi, 1974); Cammina cammina (di Ermanno Olmi, 1983); C’era una volta in America (di Sergio Leone, 1984).
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