Johny Alexandre Gomes solo show

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Data / Ora
Date(s) - 03/10/2024
6:30 pm - 9:00 pm

Luogo
Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea

Categorie


La galleria Mimmo Scognamiglio è orgogliosa di presentare la prima mostra personale in Italia del giovane artista brasiliano Johny Alexandre Gomes conosciuto con lo pseudonimo Jota. L’artista nato e cresciuto a Rio de Janeiro nel Complexo do Chapadão porta per la prima volta negli spazi della galleria una serie di lavori pittorici, su differenti dispositivi, per raccontare la parte più introspettiva della sua vita di giovane artista nero nella comunità della favela.

La nuova serie di opere riflette sulla realizzazione delle aspettative future dell’artista. Il titolo vuole evocare la creazione delle fondamenta del suo spazio privato, sia identitario che concreto, esattamente come la sua nuova casa in costruzione, un sogno a lungo atteso. Un sogno che però viene sottoposto allo sguardo sociale pubblico, agli occhi invidiosi del resto della comunità e agli sguardi attenti della popolazione brasiliana bianca. Lo scenario del Chapadão dipinto su una tavola da skate è infatti particolarmente ironico, dal momento che questo sport è visto dalla sua comunità come un hobby da benestante. Allo stesso tempo, la sacralità e la spiritualità, subentrano nei dipinti attraverso una presenza evanescente, come un angelo fiammeggiante, che personifica la sua guida in questo processo di realizzazione.

Come dichiara lo stesso Jota “Assieme al mio lavoro di artista, sto tenendo un piede in cantiere per la costruzione della mia casa che non si ferma mai. C’è sempre qualcosa da fare e questo comporta anche l’utilizzo di strumenti per l’edificazione. Poiché in passato ho lavorato come muratore, porto sulle tele questa parte di me come qualcosa di positivo che posso usare per esprimere la mia realtà in modo più profondo.

Ma voglio portare anche l’esperienza del mio quartiere, le cose che accadono nella comunità, come gli operai che devono andare a lavorare e magari passare una giornata terribile per essere stati derubati ai piedi delle colline. Ma anche le cose belle, come quando c’è una festa in famiglia che ti fa dimenticare tutti i problemi legati al vivere in questa realtà. C’è anche il divertimento e il movimento continuo nella comunità”.


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