Data / Ora
Date(s) - 17/04/2019
7:00 pm - 8:30 pm
Luogo
PHOS Centro Fotografia Torino
Categorie
Una presentazione a cura di Stefano Carini, direttore di DARST Projects, laboratorio per la ricerca e lo sviluppo di progetti documentari.
Quali sono le immagini che di solito vediamo e associamo all’Iraq? Guerra, violenza, miliziani, crisi umanitarie, campi rifugiati – sono queste le immagini propagate dai media e attraverso le quali “conosciamo” questo Paese intrappolato in un conflitto le cui conseguenze hanno da tempo oltrepassato i suoi confini. Possibile che non ci sia altro?
Con questa domanda in mente Carini si è trasferito in Iraq nel Maggio del 2014. Andava in un paese in pace a lavorare con la prima agenzia fotografica Irachena. Il 10 Giugno, un mese dopo il suo arrivo, Mosul è caduta nelle mani dei militanti di ISIS (Islamic State in Iraq and Syria) che in tre giorni sono arrivati alle porte della capitale Baghdad, conquistando centinaia di km di territori, sfollando più di un milione di persone e causando una delle più grandi catastrofi umanitarie dalla seconda guerra mondiale. Il 12 Giugno, il capo dell’agenzia, è stato rapito dai miliziani. Di lui non si hanno mai più avuto notizie.
Carini è rimasto a lavorare con i fotografi dell’agenzia per informare il mondo su ciò che realmente accadeva nel Paese, ma anche per far si che un’immagine sconosciuta ed inusuale dell’Iraq trovasse modo di uscire dai confini dandoci modo di scoprire qualcosa che non conosciamo.
In una serata dedicata al racconto di questa storia unica ed irripetibile, Stefano Carini condurrà un incontro di circa un’ora e mezza dove, attingendo dalla sua esperienza personale, mostrerà il lavoro svolto in Iraq insieme ai fotografi Iracheni. La presentazione è composta da uno slideshow multimediale di foto e video che ripercorre l’esperienza di vita e lavoro in Iraq nei diciotto mesi della permanenza dell’autore. Nella serata Carini presenterà il proprio lavoro – poi raccolto nel doppio libro di testo e foto La Donna, la Luna, il Serpente – insieme ai progetti fotografici di una nuova generazione di fotografi Iracheni, che sono parte di Over My Eyes, la più grande mostra di fotografia documentaria dall’Iraq.
NO COMMENT