Data / Ora
Date(s) - 22/12/2023
6:00 pm - 9:30 pm
Luogo
Art Studio Finestreria
Categorie
Artista: Luisa Elia
Titolo: Fabula
A cura di Claudia Ponzi
Art Studio Finestreria
via C. Ascanio Sforza 69 Milano
Finissage 22.12.23 ore 18-21.20
Dal 22/11/2023 al 22/12/2023
Orari galleria dal lun al ven 15-19.30 sabato su appuntamento
“Fabula” è un breve racconto autobiografico di Luisa Elia, ambientato nel quartiere ticinese, dove aveva sede la prima abitazione milanese dell’artista, una casera ottocentesca, frequentata al suo arrivo, a metà degli anni Ottanta, da un microcosmo di personaggi appartenenti alla cultura popolare, ormai scomparsa nel tempo. In quel luogo, carico di storie, l’artista porta il suo mondo di artisti e poeti, amici con i quali crea dei sodalizi preziosi, come con il fotografo Johnny (Giovanni) Ricci, a cui questa mostra è dedicata. Fabula è anche il titolo della sua personale, che si sviluppa come una storia, una sequenza di opere attraverso le quali l’artista ci propone un percorso poetico e affabulatore, in riferimento a due luoghi identitari del suo vissuto, Milano e Lecce. I lavori presentati fanno parte della sua vasta e coerente produzione artistica, iniziata negli anni Ottanta e sviluppatasi nel tempo in cicli di opere, che analizzano in modo anticonvenzionale, con tecniche e materiali anche inusuali, lo spazio, il vuoto e l’ombra. Rime petrose (2021) e Pallido meriggio ti colori appena (2023) sono due installazioni a terra di fusioni in gomma e inchiostri, con in rilievo alcuni versi e una breve lirica della stessa artista. Rime petrose è una disseminazione di quindici sculture dalle tonalità ocra, con il seguente testo in dialetto leccese: “Stau settata e sia ca ballu e lu niuru me pare giallu” (Sono seduta ma mi sembra di ballare e il nero mi pare giallo). In Pallido meriggio ti colori appena il cromatismo, nelle sue varianti e gradazioni, cattura il passaggio di uno stato d’animo, in chiave esistenzialista e in analogia con il ciottolato dell’antico cortile milanese in cui viveva. Appartengono sempre al ciclo delle Gomme, iniziato nel 2008 e titolato da Luisa Elia alfabetagommadelta, i Puncta (2018/2023), opere minimaliste di piccole dimensioni, in cui il vuoto diviene un elemento di raccordo con le ricerche degli spazialisti. In altre esposizioni proposti come un orizzonte o una costellazione, nuclei di forme e cromatismi differenti, negli spazi della mostra si relazionano, in modo ludico, a un suggestivo ambiente della galleria, attraverso due linee i Puncta segnano come un percorso. In mostra anche un’altra grande installazione a parete, dal titolo In fieri, composta da costruzioni nel vuoto, ricoperte di terra di campagna leccese, dove la materia organica ci suggerisce il tema della natura, in quando madre accogliente in vita come in morte, con riferimenti alla cultura contadina e popolare della sua terra d’origine. Sono anche presenti alcuni lavori degli anni Novanta, qui proposti in chiave simbolica, come La casa occupata (1998), il Ritratto di strada (1994) e Fabula (2006). Le prime due opere fanno parte di un ciclo, presentato al museo di Tokyo Gallery Tom e in due mostre personali degli anni Novanta, a Milano e a Lecce, accompagnate da un testo critico di Pierre Restany. Fabula, a parete, si snoda attraverso quattro elementi, in cui il vuoto è l’aspetto predominante. Fa parte di una serie di lavori (2001/2006), ideati dall’accostamento di moduli diversificati. Fabula è qui proposta in chiave allegorica e domina la prima sala, opera enigmatica che è collocata in un punto molto alto e sembra dar vita a una struttura zoomorfa. Altre sculture completano il percorso, abbinate ad alcune riprese fatte all’artista dal fotografo Johnny (Giovanni) Ricci che, insieme ad Annalisa Guidetti, ha documentato, con regolarità nel corso degli anni, la ricerca artistica di Luisa Elia. Sono immagini di assoluta poesia che offrono una lettura ulteriore al percorso, attraverso lo sguardo sensibile e acuto di uno dei nostri massimi fotografi d’arte.
L’associazione culturale Art Studio Finestreria di Claudia Ponzi, rappresenta un importante punto di incontro tra artisti, collezionisti e amanti dell’arte, offrendo una piattaforma per la scoperta e l’apprezzamento dell’arte contemporanea. Questa particolare denominazione è il neologismo di uno spazio sperimentale che cerca di convogliare l’intimità vissuta osservando il mondo dalla propria finestra in relazione allo spazio galleria. Il concetto di Finestra guarda al confine; la frontiera di un luogo dove lo spazio pubblico e il privato si abbracciano alla ricerca di nuovi limiti da osservare o superare. Il nome Finestreria, rimasto invariato, oggi descrive lo spazio espositivo che con tante vetrine sembra fondersi con la strada.
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