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MAPPE | trame relazionali | Sergio NANNICOLA e Dav...

MAPPE | trame relazionali | Sergio NANNICOLA e Davide VIGGIANO

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Data / Ora
Date(s) - 08/03/2024 - 20/03/2024
3:00 pm - 7:00 pm

Luogo
Ex Studio di Piero Manzoni

Categorie


Venerdì 8 marzo, presso l’ex Studio Piero Manzoni (attuale Studio Zecchillo), in via Fiori Chiari n. 16, nel cuore del quartiere Brera di Milano, gli artisti Sergio Nannicola e Davide Viggiano saranno protagonisti di un progetto espositivo denominato MAPPE | trame relazionali, a cura di Ivan D’Alberto, teorico e storico dell’arte contemporanea.

I due autori, a distanza di tre anni, tornano a “dialogare” tra loro; era il 2021 quando in occasione della mostra Made in Italy, allestita presso la YAG/garage di Pescara, hanno riflettuto sullo stato di “emergenza” che vive costantemente il nostro Occidente, e nello specifico il nostro Paese, generatore di errori/orrori dovuti ad una politica approssimativa e dal populismo dilagante.

Sergio Nannicola e Davide Viggiano, maestro e allievo ai tempi dell’Accademia di Belle Arti di Brera, vedono nuovamente i loro cammini incrociarsi sulle emergenze sociali e su aspetti più esistenziali che riportano il livello di lettura nella sfera privata, quella più intima dell’essere umano.

La loro produzione artistica denuncia la condizione socio-culturale che contraddistingue il nostro presente: una “narrazione” visiva che evidenzia le facce di una stessa medaglia dove la “storia” del singolo può essere compresa solo se contestualizzata nella collettività.

In mostra solo due opere, Sergio Nannicola esporrà Chromatic chords (2021) nata dalla serie  “Zone dubbie” 2021/22, Made in Italy. Una “mappatura” tonale che narra visivamente la pandemia vista come una partita a scacchi tra categorie diverse, ognuna con le proprie esigenze e le proprie aspettative. Le diverse tinte che hanno accompagnato l’evoluzione del contagio durante gli anni del Covid19 in Italia, sono state l’emblema e l’estrema sintesi di una politica modulata non tanto dalle reali necessità di un Paese, in questo caso sanitarie, ma dagli interessi di quelle attività prossime al fallimento economico data la difficile situazione.

Un gioco forza tra lobby e direttive governative che hanno alimentato “trame” relazionali intrise di accordi presi sottobanco, comunicazioni sibilline, spesso veicolo di terrore e dinamiche sociali che hanno ulteriormente acutizzato differenze tra i popoli.

Davide Viggiano sceglie, invece, di esporre Scarti Ibridi n. 4 un’opera appartenente ad una serie di lavori incentrati sul tema del “confine”, del “limite”, inteso sia come luogo fisico che come luogo astratto. L’artista indaga questo sottile confine tra il dentro e il fuori, tra pensiero e materia attraverso un processo di riabilitazione di biomateriale che produce come un moderno alchimista. Una tessitura di pelle e dei suoi residui che innestandosi fra di loro hanno creato nuovi ibridi. Il lavoro di questo artista è perfettamente allineato alle riflessioni dell’antropologo francese Arnol Van Gennep quando affronta i temi della marginalità e dell’accettazione di quei soggetti rientranti in categorie sociali non convenzionali. Viggiano nella sua mappatura di nuove epidermidi evidenzia non solo quanto sia affascinante la “diversità”, ma sottolinea come il valicare un confine possa offrire nuovi orizzonti. La sua indagine sulla “neo-pelle” è prima di tutto una conoscenza dell’altro: un percorso iniziatico volto all’accettazione del “diverso” attraverso nuove “trame” relazionali.


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