Data / Ora
Date(s) - 22/02/2024 - 07/03/2024
9:00 am - 6:00 pm
Luogo
spazio maria calderara
Categorie
SPEAKING BIRDS FW 24/25 è un invito a parlare, a immaginare una donna libera che si esprime al di là del politicamente corretto, che sa affrontare se stessa e il mondo con ironia, per una narrazione che sovverte l’equilibrio tra margine e centro.
Maria Calderara prosegue il suo percorso di esplorazione delle arti visite con una collezione caleidoscopica e inafferrabile. Dopo le capsule collection dedicate agli autori storicizzati Gianni Pettena, Luca Maria Patella e Antonio Scaccabarozzi, SPEAKING BIRDS FW 24/25 nasce in stretto dialogo con Eugenio Tibaldi (Alba, Cuneo, 1977), artista visionario da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, nonché dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo.
Alcuni capi della collezione autunno inverno 2024 di Maria Calderara saranno presentati in anteprima giovedì 22 febbraio 2024, alle ore 18.30, presso lo SPAZIO maria calderara di Milano (Via Lazzaretto, 15). Unitamente agli abiti e ai gioielli, sarà esposta, fino al 7 marzo 2024, anche una selezione di opere di Eugenio Tibaldi, che offrono un excursus attraverso le sue ricerche degli ultimi vent’anni. Partendo dalle visioni degli spazi periferici dei primi anni 2000 (Landscape e Geografie economiche), passando per le ricerche sulle architetture informali del cuore di Napoli (Questione d’appartenenza) fino a giungere agli uccellini (Pin), che l’artista ha scelto nelle sue ultime produzioni per narrare le dinamiche ed i margini della società contemporanea.
«Nel tempo, ho compreso l’importanza di poter parlare attraverso il mio lavoro», racconta Maria Calderara. «Creare una sorta di dialogo personale, un gioco di intese con chi indosserà i miei capi. Costruire questa connessione attraverso l’arte e gli artisti è un privilegio. Con Eugenio mi lega un’amicizia sincera, fatta di dialoghi intensi e di stima reciproca. Interpretare le sue opere è stato naturale perché i suoi lavori sono presenti da anni nel mio quotidiano, ma allo stesso tempo è stato un processo lungo e complesso. Forse perché la conoscenza della sua meticolosa ossessione mi ha imposto una ricerca profonda non solo sui modelli, ma anche su materiali, lavorazioni, rammendi e trame dei tessuti; nulla poteva essere lasciato al caso. Così come i materiali dialogano con la luce e con lo spazio, ridefinendo le linee del corpo, allo stesso modo le pennellate bianche e nere non cancellano, ma coprono qualcosa che è celato sotto».
La collezione SPEAKING BIRDS FW 24/25, ispirata all’immaginario di Eugenio Tibaldi, presenta una serie di abiti che trasmettono messaggi forti, ironici e dissacranti. Gli uccellini, solitamente noti per il loro canto, parlano e fanno dichiarazioni audaci, ponendo domande e rivelando verità nascoste. Dettagli unici che invitano ad andare oltre il disegno per indagare ciò che si nasconde sotto la trappola della superficie.
I tessuti, tipicamente maschili, vengono ridefiniti come gessati, con righe sottili e vicine solo sul davanti, che lasciano il posto al nero sul retro. Altri, realizzati con un filo bouclé bianco o nero, contrastano con gonne femminili dai grandi spacchi e con origami di taffetas che conferiscono ad abiti e top la leggerezza del movimento, quasi a suggerire un possibile volo.
Un elemento significativo della collezione è il collage delle edicole votive abusive di Napoli tratto dall’opera Questione d’appartenenza 01 di Tibaldi, che ridefinisce il design estetico e concettuale di un abito icona di Maria Calderara: il puppet dress. La realizzazione è un mix di tecnologia, arte, invenzione, dedizione e fiducia, in una parola devozione. Questo progetto, in cantiere dal 2019, prende vita su un tessuto tecnico stampato e successivamente traforato con estrema precisione, per poi essere assemblato con un sapiente lavoro artigianale. Il tessuto è double face; l’abito reversibile. Un universo di Madonne multicolore da una parte e dall’altra la negazione delle stesse nel nero.
Nastri volumetrici, applicati su tubini neri, trasformano le normali geometrie del corpo e ricordano gli svincoli autostradali della serie di Eugenio Tibaldi Italian exit, riportando la forma estetica alla sua centralità, privata da ogni tipo di funzione.
All’interno di camice, giacche e trench si nascondono ulteriori riferimenti alla ricerca artistica di Tibaldi, che dialogano con l’abito esterno e stabiliscono un rapporto con chi li indossa. L’accuratezza di Maria Calderara nelle texture, nei materiali e nelle lavorazioni, da quelle più tecnologiche a quelle completamente manuali, sembra fare da sponda alla ricerca sulle estetiche del margine portata avanti nel tempo da Tibaldi.
Nella collezione SPEAKING BIRDS FW 24/25 è possibile scorgere un’infinità di parallelismi tra le ricerche di Maria Calderara ed Eugenio Tibaldi, a volte palesi, a volte puramente concettuali: la trama dei copertoni nelle increspature dei tessuti, le crepe della periferia nei rammendi fatti a mano sui colletti delle giacche, le geografie informali nell’ecopelle stropicciata. Una collezione per tutte le persone curiose, che esplora nuove strade facendosi manifesto di libertà di pensiero e di espressione.
Lo SPAZIO maria calderara (Via Lazzaretto 15, Milano) sarà aperto al pubblico fino al 7 marzo 2024, da lunedì a venerdì con orario 9.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni: www.mariacalderara.it.
Maria Calderara fonda a Venezia il brand omonimo nel 1985. Unendo la sua passione per l’arte alla sua formazione in architettura realizza linee di abbigliamento e di gioielli con tagli rigorosi e concettuali. Le sue creazioni si trovano negli showroom di Milano e Parigi e vendute in tutto il mondo. Il suo lavoro senza tempo è caratterizzato da una continua ricerca di forme e materiali, anche impossibili, dove le tecnologie innovative si fondono al fatto a mano a Venezia. Tra le recenti collaborazioni in ambito artistico si segnalano le capsule collection in dialogo con Gianni Pettena, Luca Maria Patella e Antonio Scaccabarozzi. Per ulteriori informazioni: www.mariacalderara.it.
SPAZIO maria calderara prende vita nel cuore di Milano, tra Porta Venezia e Piazza della Repubblica, in una ex fonderia sapientemente restaurata, attraverso un dialogo continuo fra Maria e gli architetti Berselli Cassina Associati. L’architettura industriale unita alle linee minimal crea un luogo iconico, già sede della galleria Stain, che oggi si offre alla città come uno spazio polivalente e multidisciplinare in cui investigare letteratura, video e arti visive, specchio delle passioni e dello spirito curioso e ricercatore della sua fondatrice. Tra le principali esposizioni, si segnalano: Ryan Mendoza – Fear in a time of superheroes, con Galleria Massimo Minini, 2004; Andy Warhol – Illustrations for Fashion Magazines 1951-1963, a cura di Giorgio Maffei e Paola Varello, 2015, in occasione dei trent’anni dello spazio; Oscar Santillán – The Messenger, a cura di Simone Menegoi, con Galleria Mazzoli, 2015; Processo alla natura, 2018, con Galleria Umberto di Marino; Gianni Pettena – …Per Immagini e per Parole…, con Galleria Giovanni Bonelli, 2022; Luca e Rosa. Opere filmiche di Patella e Foschi (1965-1971+2000), a cura di Bruno di Marino ed Elio Grazioli, 2022; #ROUNDRIVER SS 24, con Associazione Archivio Antonio Scaccabarozzi e Galleria Clivio, 2023. SPAZIO maria calderara ha inoltre ospitato alcune iniziative editoriali e teatrali: il dialogo tra Angela Vettese e Marco Senaldi per la presentazione dei rispettivi libri Desiderio e Duchamp. La scienza dell’arte (2017); Postmedia Parole, tre giorni di incontri con gli autori della casa editrice Postmedia Books, che in vent’anni di attività ha pubblicato oltre 330 titoli sulla comunicazione visiva (2022); la performance Il Piede, scultura teatrale di Dario Bellini a cura di Marco Senaldi; la conversazione di Alessandro Dal Lago e Marco Traversari a partire dal volume A che cosa servono le scienze sociali? (2023), la presentazione del libro L’opera d’arte in tribunale, curato da Alessandra Donati e Novelio Furin (Postmedia Books, 2023). Per ulteriori informazioni: www.mariacalderara.it/spazio-maria-calderara.
Eugenio Tibaldi nasce ad Alba (CN) nel 1977. Nel 2000 si trasferisce nell’hinterland napoletano, dove inizia un lavoro che indaga uno dei territori più plastici e dinamici d’Italia, tracciando una sorta di mappa dell’informalità Attraverso lo studio del margine, inteso come condizione spesso più mentale che geografica, attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, permette l’emersione di estetiche alternative. Negli anni ha lavorato su Istanbul, Napoli, Il Cairo, Roma, Salonicco, Berlino, Verona, L’Avana, Bucarest, Torino, Caracas, Bruxelles, Tirana, Addis Abeba, Mumbai. Fra le esposizioni principali, si segnalano: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, (2007), Manifesta 7, Bolzano (2008), International Centre of Contemporary Art, Bucarest (2009), Museo Madre, Napoli (2010), Thessaloniki Biennale of Contemporary Art (2013), XII Biennale de L’Avana (2015), Museo Ettore Fico, Torino (2016), Palazzo del Quirinale (2017), Museum MCDA Manila, (2017), IIC New York (2017), Museo MAXXI, Roma (2018), Biennale di Venezia, Padiglione Cuba (2019), Museo del Novecento di Milano (2019), Galleria Nazionale di Roma (2020), Zoma Museum Addis Ababa (2020),Tenuta dello Scompiglio a Lucca (2021), Parco Arte Vivente di Torino (2021), XX premio Ermanno Casoli (2022). Ha frequentato CSAV – Fondazione Antonio Ratti a Como e Domus Academy ad Istanbul; è stato Affiliated Fellowship presso l’American Academy di Roma. Sue opere sono esposte presso istituzioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino. Per ulteriori informazioni: www.eugeniotibaldi.com.
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