Data / Ora
Date(s) - 20/10/2023 - 22/10/2023
12:00 am
Luogo
Fabbrica del Vapore
Categorie
ARCADIA ART GALLERY
Ripa di Porta ticinese, 61 – Milano
presenta presso
MILANO SCULTURA
20 – 22 ottobre 2023
FABBRICA DEL VAPORE
via Procaccini 4 , Milano
PIETRO PANZA
Pietro Panza è un’artista a confronto con l’ambiente, inteso anche come contesto formale, politico storico e sociale.
Un confronto, dove attraverso un flusso di coscienza personale riaffiora in un dialogo con la natura, una natura che tiene insieme la palpitazione originaria del biologico e l’individualizzazione e soggettivazione dell’io pensato in un brulicare cosmico. Un segno, alla ricerca nel mondo sensibile, in attesa di divenire poesia della quale si nutre, ritornando poi su di esso per comprendere le proprie radici. Autodidatta, da un intimo inconscio di echi del ‘900, ama sperimentare in continua evoluzione il contemporaneo. La preziosità di saper legare la scultura alla pittura con un composto linguaggio materico lo rendono unico come chi ha personalità non legato ad una corrente di moda. Nella prima fase del progetto “la narrazione nell’era dell’antropocene” realizza opere con vegetali ornamentali poste al riconoscimento di un valore sensibile tra l’estetica l’ecologia e la biodiversità esprimendo quanto sia impossibile sostenere la finzione di una netta separazione tra ciò che è naturale e ciò che è culturale. Le due cose indissolubilmente intrecciate si pongono nell’opera di Pietro Panza come riflessione contemporanea nel linguaggio dell’arte, immaginare, sconfinare e trovare qualcosa oltre all’assolutismo del paradigma in vigore affinché non si determini un collasso. In una seconda fase della sua ricerca artistica, osserva il fallimento del processo di modernizzazione pensato come sostituzione della natura con la tecno- natura, una spinta così profonda e pervasiva da divenire (la tecnica stessa) il nuovo soggetto della storia. L’artista sperimenta così la relazione tra arte, natura e tecnologia in una terra incognita planetaria con la quale ci dobbiamo riconcettualizzare anche in chiave etica-antropologica. Un’arte in catarsi progressiva con nuclei compositivi tra cultura e filosofia antropo-ecologica, nel principio di mutare, generare e travalicare la polarità in confini spazio temporali. Un’identità raccolta come acqua dal profondo di noi stessi.
L’arte di Pietro Panza dialoga, in una terza fase, con il nascondimento della realtà ed indica di vedersi dal di dentro come corpo. Così come è quello strano agire delle piante dove tutto è poroso, dove tutto è in tutto.
Ed è così che nel progetto “la narrazione nell’epoca dell’antropocene” Pietro Panza rimanda a sé i fili di qualcosa che contraddistingue gli esseri umani in quanto specie, qualcosa come la capacità di fare esperienza del mondo attraverso le storie, condividendo memorie ed immaginazione. Una nuova narrazione fuori dal self che ci permetta di uscire dalla prospettiva limitata d’un io individuale, non solo per entrare in altri io simili al nostro ma: “per far parlare ciò che non ha parola, l’uccello che si posa sulla grondaia, l’albero in primavera e l’albero in autunno, la pietra, il cemento, la plastica” (Cit. Italo Calvino).
Pietro Panza
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