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Date(s) - 07/03/2024
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Il lavoro di Monica è intimo, profondo, delicato e a suo modo rivoluzionario.
Una volta viste le opere di Monica Zani non si riescono a dimenticare perché parlano in maniera intima e risuonano nell’anima attraverso i materiali e le icone che sceglie di rappresentare attraverso le sue Donne e le sue Tele Libere.
Tele, ma non solo troviamo all’interno di questa installazione anche elementi di vestiario che attraverso la loro potenza simbolica ci accompagnano in un viaggio nella vita femminile a volte avvolta da un dolore nascosto, a volte da un’esplosione di emozioni che prende forma attraverso i colori che vediamo impiegati, altre volte attraverso flussi di parole e simboli che danno forma ad un rituale catartico che ci trasporta in un’altra dimensione. Spesso le Donne e le illustrazioni di
Monica partono da foto e quadri che racchiudono sguardi e pensieri di un altro tempo. Come quello ispirato dal quadro con la donna su sfondo verde che ha evocato questo pensiero a Monica: Lei ha trovato me.
Ho incontrato il mio stesso sguardo guardandola. Uno sguardo fiero, perforante perché sulla superficie non può soffermarsi troppo a lungo. La determinazione con cui ti continua a guardare anche quando abbassi il tuo sguardo. Non intimorisce, al contrario, trova la stessa forza che applica, dentro di te. La donna catturata in questo piccolo supporto, la quale autore o autrice per me rimangono anonimi è stata la matrice di molto del mio lavoro da un certo punto in poi.
Il mio lavoro sulle donne è una serie di grandi incontri con donne conosciute o non. E’ un “rituale” di ripetizione, essendo la tecnica principale l’incisione non potrebbe essere diversamente. La stessa matrice, diversi risultati.
Un viaggio che continua da quello sguardo. Come la storia dell’arte ci insegna e come ammiriamo in grandissime opere che hanno superato la loro era e i canoni, così la storia degli oppressi e dei reclusi ci insegna che è nella lotta, nella determinazione di voler rivolgere quello sguardo e non di essere solo osservata che si creano novità che prima non si immaginava neppure potessero esistere. È un lavoro unico e travolgente. Necessario. Salvifico. Ascoltandola percepisci un passato che si riesce ad elaborare solo sulle sue tele, affiora un bisogno di riscatto per quelle donne che diventano un’ossessione e per quei fondi che non possono essere immacolati, ma devono raccontare un passato su cui si innesta il vissuto di Monica. La prima volta che con Monica ci siamo parlate non ci conoscevamo, ma in un attimo ci siamo capite e trovate per il modo in cui vibravano e risuonavano le nostre anime, anime antiche fattive e sensibili. Come quelle delle tante Donne rivoluzionarie che popolano e danno vita alle opere di Monica.
Veronica Bassani
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