Data / Ora
Date(s) - 28/11/2024 - 31/01/2025
7:00 pm - 10:00 pm
Luogo
Solito - Galleria S1
Categorie
Morteza Khakshoor – “The Itch”
A cura di Vincent Vanden Bogaard
28 novembre 2024 – 31 gennaio 2025
Solito – Galleria S1 – Piazza Enrico De Nicola 46, Napoli
Complesso ex Lanificio – Scala B – Piano 1
Opening giovedì 28 novembre 2024 – ore 19:00
La Galleria Solito riprende la stagione espositiva del 2024 con l’inaugurazione della mostra “The Itch” di Morteza Khakshoor, a cura di Vincent Vanden Bogaard. L’artista iraniano, nato nel 1984 e residente negli Stati Uniti, presenta per la prima volta in Italia una selezione di lavori inediti realizzati per S1, la Galleria principale del gruppo Solito, nel complesso dell’ex Lanificio di Porta Capuana.
La pratica artistica di Khakshoor abbraccia varie tematiche, ma è la sua profonda esplorazione dell’esperienza maschile – caratterizzata da complessità e vulnerabilità – che definisce il suo lavoro. Le figure maschili nei suoi dipinti nascono da una fusione di immagini ritrovate, ricordi personali e costruzioni immaginifiche. Questo impegno deliberato con stimoli visivi modella la sua pratica quotidiana del disegno, portando alla realizzazione di opere d’arte che sono allo stesso tempo giocose e tragiche, vividamente oscure.
Khakshoor è cresciuto in Iran, dove un sistema scolastico segregato ha dato vita a un ambiente fortemente caratterizzato dalla presenza di soli ragazzi, dominato da un’atmosfera carica di testosterone. Il suo trasferimento in un college co-educativo con dormitori riservati ai maschi ha ulteriormente intensificato questa dinamica caotica, con frequenti violazioni delle norme sociali e l’ostilità del governo verso gli studenti che ne aggravavano l’instabilità.
La visione artistica di Khakshoor è ulteriormente arricchita dalle sue prime esperienze con le rappresentazioni cinematografiche della tragedia maschile, in particolare attraverso le opere di Orson Welles, Akira Kurosawa e Laurence Olivier (per citarne alcuni), che ha scoperto in televisione durante la sua gioventù (il cinema è ancora oggi un riferimento importante e un’influenza chiave per il suo lavoro). Nonostante la sua parziale comprensione di questi film all’epoca, queste pellicole hanno instillato in lui una fascinazione duratura – sia ossessiva che apprensiva – verso l’identità maschile e le sue potenzialità. Questa dualità pervade il suo lavoro, invitando il pubblico a confrontarsi con il complesso quadro della mascolinità che svela abilmente nelle sue opere.
Nel tempo, e nello sviluppo recente, la pratica di Khakshoor esplora in profondità il concetto di narrazione e il racconto di storie attraverso il ritratto. Ciò che è rappresentato nelle sue opere non è auto-fiction né auto-biografico. È puramente immaginato.
“The Itch”, con questo semplice titolo l’artista esprime l’idea comune di “avere il prurito di fare / per qualcosa”. Metaforicamente, dando echi all’urgenza di fare qualcosa. Il significato del titolo si riferisce anche all’idea della tentazione. Quella tentazione che è visibile, per l’artista stesso, nelle sue nuove composizioni: tutti quegli individui sembrano essere tentati di fare qualcosa.
Per questa mostra, l’artista ha rappresentato una galleria di personaggi d’avanguardia e stilosi, condividendo lo stesso presente e lo stesso mondo che sono parte delle loro storie. A prima vista, ciò che conta di più per Morteza Khakshoor è creare un’immagine, comporla: la gioia di creare uno specifico processo di messa in scena.
Il mistero e il secondo livello di significato risiedono nel fatto che queste scene fluttuano al centro di un’altra narrativa esistente in cui i personaggi possiedono la loro libertà fuori dalla cornice, al di fuori dei limiti del dipinto, una vita fuori dallo schermo. Un movimento che esiste prima e dopo essere stato catturato sulla tela.
Khakshoor utilizza sempre bozze e schizzi come punto di partenza. Mentre disegna, l’artista si riferisce a volti specifici, o a linguaggi del corpo mostrati dai personaggi. Un insieme di elementi che trova attraenti e interessanti da trattare attraverso cui l’artista affronta temi universali come l’amore, la malinconia, la passione, il sogno a occhi aperti o la contemplazione. (VVB)
Morteza Khakshoor e il curatore Vincent Vanden Bogaard saranno presenti all’inaugurazione.
Si ringraziano: Officina Keller dell’arch. Antonio Martiniello per il lavoro di rigenerazione urbana che da anni coinvolge l’area di Porta Capuana e del complesso dell’ex Lanificio, grazie alle attività di integrazione sociale delle realtà artigianali locali; Punto Zero Atelier di Valeria Apicella per il supporto messo a disposizione durante la permanenza dell’artista a Napoli; Lanificio Digitale, l’open innovation HUB, che ha realizzato la piattaforma digitale a supporto delle attività di Solito. Si ringrazia inoltre l’ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie Arte Moderna e Contemporanea.
Morteza Khakshoor (1984, Iran) si è trasferito negli Stati Uniti nel 2010 per proseguire la sua formazione nello studio delle Belle Arti. Ha conseguito la Laurea in scultura presso il Lyme Academy College of Fine Arts (Connecticut) nel 2015 e ha completato il Master in Belle Arti in incisione presso la Ohio State University nel 2018.
Khakshoor ha esposto suoi lavori negli Stati Uniti e a livello internazionale dal 2011. Tra le personali più recenti: Rapscallions, Lundgren Gallery, Palma De Mallorca, Spagna (2024); Studio Visit, Emma Gray HQ, Santa Monica, CA, USA (2024); Pin-Drop, Duane Thomas Gallery, New York City, USA (2023); The Quiet Path To Otherwhere, Taymour Grahne Projects, Londra, UK (2023); Dirty Words & A Melody, Wilder Gallery, Londra, UK (2022). Principali mostre collettive: Dad Bods, The Hole, New York City, USA (2024); Painters – London: A Group Show, Half Gallery Annex, New York City, USA (2023); Pour Some Sugar on Me, Lundgren Gallery, Palma Mallorca, Spagna (2022); It Was The Best of Times, It Was the Worst of Times, Duane Thomas Gallery, New York City, USA (2022) e Humoral Theory (tri-personale), BEERS, Londra, UK (2020).
Khakshoor ha ricevuto numerosi premi tra cui l’Inaugural Emerging Artist Award alla Editions/Artists’ Book Fair (E/AB) di New York City (USA) nel 2018. Le sue opere sono incluse in collezioni private e pubbliche, come la Ford Foundation Center for Social Justice di New York City (USA), l’X Museum di Pechino (Cina) e la Bunker Collection di Palm Beach in Florida (USA).
Morteza Khakshoor vive e lavora a Los Angeles, California (USA).
Vincent Vanden Bogaard (1986), stimato e giovanissimo curatore belga con un curriculum già corposo e importante, è consulente indipendente che ha sviluppato nel tempo una forte conoscenza e visione strategica per le aziende del mercato dell’arte contemporanea.
Oltre all’apertura di Morteza Khakshoor con “The Itch” alla Galleria S1 nel complesso dell’ex Lanificio, è in programma per il prossimo dicembre il solo show site-specific dell’artista Lindsay Merrill alla storica Galleria S2 di Piazza Bellini 59.
La formula comprende anche il rilancio nella nuova veste del brand Solito, una piccola holding che gestisce anche una piattaforma digitale (progetto aggiudicatario di un bando ministeriale per Cultura Crea) e il marchio editoriale iemme nato nel 2011. Il progetto di re-branding e riposizionamento del marchio e della linea visiva è a cura dell’Hapto Studio di Milano.
La Galleria Solito segnala anche la partecipazione all’apertura straordinaria delle gallerie napoletane durante Napoli Gallery Weekend di dicembre . L’iniziativa è in continuità con la realizzazione della mappa Contemporary Art Galleries in Naples 2024, ancora disponibile gratuitamente nelle nostre sedi e negli altri punti di diffusione.
Morteza Khakshoor – “The Itch”
A cura di Vincent Vanden Bogaard
28 novembre 2024 – 31 gennaio 2025
Opening giovedì 28 novembre 2024 – ore 19:00
Ingresso libero
Solito – Galleria S1 – Piazza Enrico De Nicola 46, Napoli
Complesso ex Lanificio – Scala B – Piano 1
Lunedì – venerdì > 10.00 – 18.00 / sabato e domenica > su appuntamento
galleriasolito.com | info@galleriasolito.com
Gallerie Solito – 081 304 19 19
Responsabile per la comunicazione e la stampa: Marco Polito
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