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Date(s) - 29/03/2021 - 30/04/2021
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Zona rossa, ancora e ancora.
Chi in questo periodo non si è sentito solo, almeno una volta?
Guido Nosari De Danieli lancia un urlo che abbraccia le pareti del Teatro Nuovo e si cela dietro un’incursione artistica di resistenza che tanto rivela del nostro tempo, delle nostre giornate.
11 opere tessili circolari, di diametri e configurazioni diverse, ospitano al centro un unico piatto di porcellana. Rappresentano l’attuale solitudine del pasto, momento conviviale per eccellenza e negato in questa sua veste da troppo tempo. Da sempre la tavola è momento che unisce, che convoglia in un unico luogo tante storie e diverse identità, crea relazione, frutto del dono consumato.
L’arte di Guido si mette in gioco di fronte all’impossibilità, creandone rappresentazione: ora denuncia della solitudine, ora ricordo di una possibilità negata.
L’aggregazione di infinite storie viene rappresentata dalla molteplicità di colori scelti, mentre il legame, saldo ma impercettibile, ben si cela nelle cuciture – a mano o a macchina – capaci di dare (ed essere) corpo dei suoi stratificati tessuti.
Ogni tavola ben preparata, però, porta con sé l’idea di essere disfatta. Di un servizio temporaneo a cui non si rinuncia, perché proprio nella breve durata si cela la sua bellezza. In questa temporalità si inseriscono, direttamente dalla tradizione cinese, delle nuvole quasi senza tempo, simbolo di cambiamento. Sembrano incedere lentamente, sulle storie di ciascuno, soffiando forte un unico desiderio.
Che tutto passi.
– Chiara Del Monte
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