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Queer è Ora – Essere senza confini

Queer è Ora – Essere senza confini

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Data / Ora
Date(s) - 19/07/2023 - 31/10/2023
10:00 am - 9:00 pm

Luogo
Castello Volante di Corigliano d’Otranto

Categorie


La fotografia e la ricerca artistica e visiva come strumento di emancipazione contro le discriminazioni di genere. È qui che si ritrova il significato più profondo di “QUEER È ORA – Essere senza confini”, progetto a cura dell’Associazione culturale Transparent, prodotto in collaborazione con Big Sur e 73100Gaya. Un programma di ricerca artistica e sociale che attraverso la narrazione fotografica della storia e dei vissuti di 16, tra persone e gruppi appartenenti alla comunità LGBTQIA+, racconta il prezioso lavoro svolto dai centri antidiscriminazione su scala nazionale, che offrono spazi e servizi a supporto della comunità queer. La riflessione artistica, quindi, per provare a superare e abbattere la deriva omolesbobitransfobica istigata dall’aggressività quotidiana che dal digital si riversa nelle nostre città.

ll focus di Queer è Ora ruota infatti attorno ai CAD – Centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, luoghi diffusi su tutto il territorio nazionale nel quale vengono garantiti assistenza legale, sanitaria, psicologica, in materia di mediazione sociale e, ove necessario, anche alloggio e vitto a tutte quelle persone che subiscono discriminazione e violenza per i suddetti motivi.

Realizzato dalla fotografa e artista visiva Alessia Rollo, il progetto fotografico QUEER è ORA sarà presentato in anteprima il 19 luglio al Castello Volante di Corigliano d’Otranto, in occasione de La Festa di Cinema del reale, il festival di cinema e arti visive organizzato da Big Sur e OfficinaVisioni, oggi uno dei progetti culturali più importanti dell’estate in Puglia e di tutto il sud Italia.

La mostra sarà visitabile nella sale del Castello fino al 31 ottobre 2023.

I 16 scatti raccontano di “identità in movimento”, come sottolinea la stessa autrice, che ha deciso di intervenire su ogni fotografia in maniera analogica attraverso l’inserimento di elementi pittorici e testuali.

Una scelta non casuale, quella di Alessia Rollo, artista con all’attivo numerose mostre internazionali (Giappone, Spagna, Francia, Brasile, Bulgaria sono solo alcune delle nazioni che hanno ospitato una sua personale), che ha scelto di andare oltre la staticità della fotografia per unire segno e significante. Una decisione maturata dall’ascolto delle storie e delle testimonianze delle persone incontrate, in grado di riportare incisivamente il loro vissuto anche a livello iconografico: per dare spazio alle voci, alle esperienze, alle parole raccontate. Per rendere del tutto inclusiva la partecipazione alla narrazione.

I progetti di Alessia Rollo sono spesso orientati a espandere il senso di comunità attraverso la riappropriazione di storie, di memorie e materiale visivo. Una dimensione che non viene meno nemmeno in questa occasione, che, anzi, esce con ancora maggiore forza. Una determinazione che si ritrova nelle parole scelte per raccontare la necessità delle persone ritratte di poter fare affidamento su spazi di aggregazione in cui trovare supporto. Dei porti sicuri, al pari della famiglia, capaci di generare appartenenza, spazi protetti in cui chiunque si sente liber* di esplorare la propria identità senza pregiudizi.

La forza ispiratrice delle 16 immagini del progetto ha tratto origine da una rispettosa e filologica indagine verso il ruolo cruciale che hanno rappresentato per la società le opere di artiste, persone transgender e non-binary, purtroppo poco note al pubblico e che la storia ha messo da parte. Un concetto spiegato con chiarezza dalla stessa Rollo: “L’ideazione delle foto è partita dal racconto delle persone che abbiamo fotografato: idee che ho tradotto in immagini. Per facilitare la fruizione dello spettatore ho preso come riferimento iconografie della storia dell’arte ispirate al lavoro di artiste donne o queer, anche come atto politico, al fine di portare nel contemporaneo narrazioni tralasciate dalla storia e dal patriarcato”.

 

Nato a Lecce, “QUEER è ORA” ha coinvolto i centri antidiscriminazione lungo l’intero Stivale, dal Nord al Sud, passando per il Centro della Penisola. Centri di provincia, scelti con l’idea di volgere lo sguardo su realtà più piccole, che radunano le esigenze di un’utenza più ampia, con necessità spesso diverse da quelle delle metropoli.

La ricerca si è svolta tra aprile e maggio 2023 partendo da Perugia, città d’arte e centro universitario nel cuore dell’Italia, dove l’associazione Omphalos, oltre a gestire l’omonimo CAD, è punto di riferimento della comunità LGBTQIA+ umbra da più di trent’anni; si è poi spostata a Genova, città di mare e di confine con un’importante storia di movimenti politici e sociali, tra cui quello LGBTQIA+, dove Arcigay Genova è presente da circa vent’anni e oggi si occupa del centro Approdo sicuro.

In Puglia le città selezionate sono state Foggia, dove Arcigay Le Bigotte ha da poco attivato il centro ARIA grazie a un bando regionale; Bari, in cui è presente il CAD Mondi gestito da Mixed e altre realtà che copre anche il territorio di Taranto e provincia; e infine Lecce, città di origine del gruppo di ricerca. Qui non esiste ancora un centro antidiscriminazione ma da oltre dieci anni opera una serie di realtà associative, collettivi e singoli individui che crea spazi e servizi dedicati alla comunità LGBTQIA+.

Il progetto QUEER è ORA è opera di Alessia Rollo, fotografa e artista visiva; Gianluca Rollo e Gaia Barletta, attivist* queer e operaie culturali; Francesco Maggiore, visual designer e sintetizzatore di caos.

QUEER è ORA è finanziato da UNAR e curato e prodotto da Transparent, Big Sur e 73100Gaya.


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