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Date(s) - 22/12/2020 - 28/02/2021
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Riserva naturale dell'Aniene
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Return to the innocence di Sergio Angeli Dicembre 2020 – Febbraio 2021
Progetto: itinerante installativo site specific
luogo: Riserva Naturale dell’Aniene, Roma.
A cura di: Sveva Manfredi Zavaglia
Una maniera insolita di esporre un nuovo progetto artistico in un periodo storico delicato come questo in piena emergenza sanitaria a causa del Covid19. Dove i luoghi espositivi chiudono e sono limitati nelle loro funzioni al pubblico, l’artista Sergio Angeli crea installazioni site specific “in open air”, un luogo espositivo identificandolo nella riserva naturale dell’Aniene, a Roma, da dicembre 2020 a febbraio 2021. Sergio Angeli, l’artista che regala emozioni. Provate a passeggiare in un bosco e meravigliatevi della natura che ci circonda ammirandola. Provate a guardare negli occhi un cane, un gatto, un cerbiatto, a guardare una tartaruga che cammina piano piano, o a guardare degli uccelli che giocano con e contro vento divertendosi, sono felici malgrado questo tempo, si fanno domande e hanno cose da scordare anche loro. Le meduse, invece, esistono da 650 milioni di anni senza cervello, una speranza ed un insegnamento per tutti noi… Provate a dire che tutto ciò non ha un’anima. Circondati dalla natura e dagli animali pure noi rinasciamo a modo nostrio. Probabilmente lo facciamo. Rinasciamo immersi nella natura e con essa, in una esperienza unica installativa creata da Sergio Angeli nel parco naturale dell’Aniene a Roma, un modo semplice per ritornare alle nostre origini. Sergio Angeli è un artista che punta alla serenità dell’essere, la vita semplice dell’atto creativo senza complessi e frustrazioni, nella purezza dei suoi gesti. Dal suo lavoro ne deriva una tecnica tutta personale che richiama alla traccia, o alla trama di un tessuto, come quelli dove spesso dipinge. I colori accostati fra di loro sembrano casuali ma in realtà studiati e lavorati al momento in cui vengono applicati sulla tela, come virgole, cerchi a tratti liberi, ma precisi. Non è tanto fondamentale la forma usata nei gesti di colore ma lo è la divisione e la scelta dei colori e della materia. Sarà il colore ad esprimere gioia, serenità o dolore e il nostro occhio a percepirlo. La luce si irradia partendo dalla parte centrale dell’opera, cattura l’osservatore e lo guida sugli elementi astratti presi dalla natura, pian piano ci porta ad immaginare e ci regala emozioni. Da sempre unito e in dialogo con la natura, le opere di Sergio Angeli ci parlano di gesti presi e ricreati dalla natura, e come un ritornare ad essa, oggi presenti nella Riserva. Sceglie di dipingere con il colore, a volte accostato al proprio complementare o monocolore per ottenere un maggiore effetto luminoso. Il nostro occhio percepisce cosi l’opera che realizza nel suo insieme di colori e materia, come in un mondo fatato pieno di piccoli personaggi, immortalati a suon di libere espressioni con tanta vivacità. Ecco che ogni immagine varia al nostro sguardo in base alle condizioni atmosferiche e di luce e ombre. Opere realizzate su carta da spolvero, concepiti con stencil formati da rami secchi, foglie e terra raccolta nel parco. Lavori realizzati e poi installati sospesi tra i rami e le sterpaglie della Riserva naturale dell’Aniene, luogo dove Sergio Angeli ama rifugiarsi e passeggiare da anni, una sorta di manifesto del nuovo modo di creare un’opera: un racconto di una bella domenica pomeriggio nella riserva dell’Aniene con la sua storia, i suoi animali e l’arte che dialoga con essi. Tutto ciò che vediamo è meticolosamente calcolato, non solo i rapporti dei colori abbinati, ma anche la disposizione delle figure, della luce e delle ombre. L’artista si è recato spesso nella riserva per compiere i suoi studi, osservare la luce e i colori ed analizzare ogni visione. Non c’è nulla di improvviso ma tutto è emozionante. Una mappa artistica-naturalistica con cui l’artista ci consegnerà il suo lavoro che possiamo scoprire pian piano grazie ad essa e che ci farà riscoprire quell’ambiente perso attraverso le sue opere. Come una caccia al tesoro, la mappa guiderà così il pubblico che pian piano potrà scoprire e cogliere quei frutti del lavoro di anni. Attraverso i suoi intensi studi e ricerche, in questa occasione, Sergio Angeli ci lascia aperta una nuova strada da percorrere. Rinascere, magari, ritrovando qualcosa del passato e della nostra innocenza, nella complessità dei sentimenti e dei ragionamenti. Il tutto predica la necessità della consapevolezza, la quale si ottiene solo attraverso la cultura. Trovo affascinante un’artista che lotta per far sorridere gli altri, immergetevi in questa nuova storia artistica… ( Sveva Manfredi Zavaglia – curatrice)
L’artista “consegna” il proprio lavoro alla natura, mappando passo dopo passo i luoghi delle installazioni, invitando il publico a cercare i lavori nel parco lasciandosi guidare da google maps che l’artista stesso via via indicherà mediante post sui social. Le persone saranno libere di prendersi l’opera nel parco oppure lasciarla che si logori e consumi tra la natura. Ogni azione sarà documentata con foto e video, passo dopo passo l’artista restituirà l’innocenza del gesto alla natura, una serie di lavori semplici e immediati, viscerali e senza fronzoli, un ritorno all’innocenza appunto.
Sergio Angeli:
In questi giorni di isolamento casalingo forzato per via dell’emergenza Coronavirus, mi sto concentrando su varie serie pittoriche, sicuramente suggerite dal mio inconscio turbato da il periodo di grande paura e incertezza che stiamo vivendo. La prima serie si intitola “Posthuman” e tratta l’uomo oggi, disumanizzato in un contesto di società dove l’individuo assomiglia sempre più ad un automa che produce e consuma. In una società dove l’apparire conta più dell’essere se stessi. La vita di noi tutti purtroppo è diventata una corsa sfrenata verso falsi valori, ed è in questi giorni di isolamento che abbiamo l’occasione di risvegliare il nostro “io” assopito. Fermarsi e riflettere un po’ sulle sorti del nostro pianeta più che su noi stessi. La seconda serie si intitola “Epidemic” ed è un “esorcizzare” le mie sensazioni legate alla paura del contagio, un susseguirsi di piccoli lavori in bianco e nero su carta, di getto, nudi e crudi, senza ripensamenti. crudi, senza ripensamenti.
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