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Silvano D’Ambrosio | Fiori d’artificio

Silvano D’Ambrosio | Fiori d’artificio

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Data / Ora
Date(s) - 23/11/2024 - 06/01/2025
6:00 pm - 9:00 pm

Luogo
Palazzo Cassa di Risparmio della Fondazione del Monte

Categorie


Comune di Lugo / Lugo Musei

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Matrice. Dodici

Matrice è una mappa, un progetto diffuso nello spazio e nel tempo che collega, in forma di arcipelago, musei e altri luoghi storici della città di Lugo con arte, sguardi e movimenti contemporanei.

Silvano D’Ambrosio Fiori d’artificio

A cura di Massimiliano Fabbri

Palazzo Cassa di Risparmio della Fondazione del Monte

Piazza Baracca 24, Lugo RA

23.11.2024 – 6.1.2025

Inaugurazione sabato 23 novembre ore 18.00

Giornate e orari di apertura:

aperto il giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30;

il sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30;

Ingresso gratuito

Info:

museobaracca@comune.lugo.ra.it | +39 0545.299105

protocollo@unione.labassaromagna.it | 0545 – 299111

www.comune.lugo.ra.it | www.museobaracca.it

Il palazzo razionalista ex Cassa di Risparmio che in piazza Baracca si affaccia sul monumento di Domenico Rambelli dedicato all’aviatore lughese, ospita un’ampia mostra personale del pittore Silvano D’Ambrosio, romagnolo d’adozione ma nato in Francia nel 1951, dove dal 2010 è tornato a vivere pur mantenendo con l’Italia, suo luogo di formazione, un forte legame e una costante frequentazione.

La mostra presenta un corpo eterogeneo di pitture composto da una selezione di circa sessanta tele di piccole e medie dimensioni, appartenenti a cicli, temi e stagioni differenti, dipinti realizzati dall’artista nell’arco dell’ultimo decennio, a partire dal 2014 a oggi.

Lungo il percorso espositivo della mostra, che si articola attraverso sette stanze, non si segue un andamento e ordine cronologico tra le opere, e neppure una suddivisione tematica per sale, ma si affiancano e incontrano, in stretto e inatteso dialogo, dipinti appartenenti a serie e periodi diversi, accostati tra loro per via di risonanze interne, temperature comuni e dettagli che ritornano nel tempo, riaffiorando come echi, ferite e fantasmi. Memorie d’ombra e cicatrici antiche: in un paesaggio come in una natura morta, nel volto del pittore così come in un trionfante vaso di fiori.

“Ogni differente tema è assunto come paradigma della condizione umana” dice l’artista stesso a proposito di questa varietà di generi visibile in mostra.

Un accostamento insolito tra le opere che disegna una trama che funziona come costellazione di senso. Nessun andamento cronologico quindi, ma un racconto fatto quasi in forma di teatro per la capacità delle immagini convocate di funzionare come apparizioni brucianti.

Poema con tempo musicale malinconico. O ironica danza funebre per l’ultima notte cruciale del tempo.

Dipingere il fuoco, il fumo, il nero e la vita che esplode e si accartoccia. Che forse è tutta la pittura ad essere notturna e a combattere per far emergere alla luce qualcosa, per salvarla, prima che questa cosa che grida sia rispedita nell’oscurità e nell’indistinto. Immagine come epifania.

Dipinti come sortilegi contro la distruzione. Dipinti talismani.

Un messaggio nella bottiglia.


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