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Tullo Golfarelli | Domenico Rambelli | Ercole Drei | Angelo Biancini. Fango, Acqua e Arte

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Data / Ora
Date(s) - 14/12/2024
6:00 pm - 9:00 pm

Luogo
Pescherie della Rocca

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Comune di Lugo / Lugo Musei | Matrice. Tredici

Matrice è una mappa, un progetto diffuso nello spazio e nel tempo che collega, in forma di arcipelago, musei e altri luoghi storici della città di Lugo con arte, sguardi e movimenti contemporanei.

Tullo Golfarelli | Domenico Rambelli | Ercole Drei | Angelo Biancini

Pescherie della Rocca, Largo del Tricolore 1, Lugo RA

14.12.2024 – 26.1.2025

Inaugurazione sabato 14 dicembre ore 18.00

Giornate e orari di apertura: aperto il giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30;  il sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30

Ingresso gratuito

Info: museobaracca@comune.lugo.ra.it | +39 0545.299105 / protocollo@unione.labassaromagna.it | 0545 – 299111

www.comune.lugo.ra.it | www.museobaracca.it

La mostra, che mette in dialogo quattro grandi scultori romagnoli vissuti tra Otto e Novecento, è stata realizzata per la prima volta presso la Galleria Baroni di Milano nel febbraio-marzo 2024, come reazione e riflessione, al contempo poetica e resistente, a seguito della prima alluvione del maggio 2023 in Romagna. Anche a partire dalla suggestione di un articolo del quotidiano Domani, che il 15 settembre dello stesso anno festeggiava la riapertura e il ritorno, dei bambini e dei ragazzi, nelle scuole delle zone ferite dall’invasione dell’acqua.

La mostra approda ora a Lugo nei rinnovati spazi delle Pescherie della Rocca, e si connette in maniera diretta al patrimonio della città dell’eroe Francesco Baracca, che si fregia di possedere e custodire, non solo il capolavoro dello scultore faentino Domenico Rambelli dedicato al cavaliere del cielo lughese, ma anche la semplice e commovente lapide funeraria di Francesco Balilla Pratella, fatta dallo stesso Rambelli a partire dall’ Ex Libris del celebre musicista, anch’egli sepolto nel cimitero cittadino.

Così, attraverso le opere esposte dello scultore di origine faentina, si attiva ancora una volta una felice triangolazione, a disegnare una mappa che invita ad uscire, dopo la visita alla mostra, alla riscoperta della città e del suo museo diffuso: dal monumento che ricorda l’aviatore, alla Sala Baracca (prima sede del museo dentro la Rocca estense che festeggerà il suo centenario nel 2026), dal cimitero alla casa-museo al cui interno, nella sala del Mito, un’intera sezione è dedicata alla storia e genesi della grande ala di Rambelli, inaugurata nel 1936 nel cuore di Lugo e divenuta vero e proprio centro di gravità della città.

Nel 2018, centenario della morte del cavaliere e aviatore, le tre città romagnole che ospitano monumenti e opere di Domenico Rambelli – Faenza, Brisighella e Lugo – hanno dato vita a un’importante progetto espositivo e ad un libro intitolati “Romagna monumentale” a restituire piena e meritata luce alla grandezza di questo scultore caduto per anni in un quasi oblio.

Ma questa mostra, che non si limita alla sola figura di Rambelli, ha anche il pregio di stimolare un confronto tra artisti (provenienti dal medesimo ambito geografico ma appartenenti a stagioni differenti), che offre un costante rimando al contesto politico, sociale e culturale in cui le opere stesse sono state prodotte: dagli ideali risorgimentali della nuova Italia al regime fascista – tra avanguardia, Novecento e ritorni all’ordine -, fino alla Resistenza e Liberazione dal nazifascismo. Basti pensare al monumento di Biancini dei primi anni settanta ad Alfonsine.

Dalle parole di Sergio Baroni, collezionista, gallerista e ideatore di questo progetto espositivo: “Fango, Acqua e Arte è il titolo scelto per la mostra collettiva, una triade di parole volta a testimoniare l’importanza dell’arte nella società, oltre e al di sopra di ogni catastrofe ambientale o antropica. Le opere presentate in mostra, dei quattro artisti romagnoli – Tullo Golfarelli, Domenico Rambelli, Ercole Drei e Angelo Biancini – rivelano che l’arte può resistere al tempo, superare tragedie e cataclismi, tramandare messaggi universali. I monumenti dei quattro artisti, realizzati tra Bologna, Ferrara e la Romagna, si innalzano solenni e maestosi, ostacolando l’irruenza del fango e dell’acqua durante l’alluvione emiliano-romagnola del maggio 2023”.

La memoria va subito a quelle immagini potenti e drammatiche in cui il centro storico di Lugo, il 17 maggio 2023, è letteralmente sommerso, con l’acqua a lambire i gradoni del monumento a Baracca, nell’omonima piazza.

In mostra sono esposte venticinque sculture tra terrecotte, ceramiche, bronzi e marmi che coprono un arco temporale che va dal 1888 al 1972, tutte riprodotte in un catalogo ristampato per l’occasione con testi di Sergio Baroni, Massimiliano Fabbri, Claudia Giuliani, Franco Bertoni, Alberto Mingotti, Alberto Valenti, Luca Melegati Strada, Alfonso Panzetta, Luisa Accati e Luisa Mariani. Una pluralità di sguardi molto preziosa perché permette di guardare alle opere da più punti di vista, da quello storico-politico a quello artistico e delle tecniche e tecnologie artigianali, dagli aspetti letterari e di genere al mito, dal costume e società alla psicanalisi…

Con un’attenzione alla realtà vitalissima del contesto storico-geografico dell’arte in Romagna nel primo Novecento, dall’incredibile cenacolo faentino, su tutti Domenico Baccarini (e due dei molti rappresentanti di questa fucina di talenti, Drei e Rambelli, sono visibili in questa mostra) all’altrettanto fervida realtà lughese, centro niente affatto periferico e scuola di molti altri artisti, a partire dalla straordinaria vicenda della famiglia Visani che attraverserà un intero secolo di arte tra scultura, pittura, disegno, fotografia e architettura.


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