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Fabrizio Tridenti alla YAG/Garage in un soliloquio retrospettivo

Dal 10 settembre all’11 novembre la Galleria YAG/Garage di Pescara ospita Soliloquio, una retrospettiva a cura di Ivan D’Alberto dello scultore e designer Fabrizio Tridenti, che dopo più di un decennio torna in Abruzzo a esporre i suoi lavori.

La mostra attraversa il lungo e ricco percorso che l’artista ha portato avanti in questi anni, incontrando e sovvertendo i principi della creazione artistica, distinguendosi nel panorama internazionale. Fabrizio Tridenti nasce infatti come artigiano specializzato nella produzione di gioielli contemporanei, che tuttavia esplora le diverse implicazioni di un’arte preziosa e dagli echi ancestrali, e al contempo di una ricerca attiva e continua. La dimensione mutevole che deriva da questo connubio è assolutamente evidente nella scansione visiva delle opere, che delineano nell’open space della galleria l’identità e l’immagine dell’artista dal principio al presente.

Assemblaggi minuscoli, e potenzialmente scalabili fino a diventare macchine geometriche, si intavolano uno vicino all’altro rivelando lentamente la loro natura rivoluzionaria, e catalizzando lo sguardo sui piccoli elementi compositivi e i colori lucidi e metallici. Combinazioni irrazionali che manifestano l’essenza di un gioco posto all’origine dell’attività umana concreta, focus d’indagine della mostra. Nei lavori di Tridenti, la sperimentazione si unisce alla necessità di destrutturare per proseguire il proprio discorso, il quale intercetta le matrici di una riflessione a più direttrici, proiezione delle opere stesse verso un non-luogo del pensiero.

In Soliloquio si osservano l’immagine e il contenuto trasfigurarsi strada facendo, fino a giungere a un azzeramento completo, che può essere sintomo di un’incomunicabilità o, contrariamente, di totale apertura all’ascolto. Lo scorrere del tempo accompagna questa introspezione, contaminata da filosofie orientali e dal contatto con l’espressività della simbologia africana, che tornano nelle sculture e negli ornamenti tribali dai colori neutri e terrosi. A un tratto il gioiello diventa presente nell’assenza, scompare dalla collocazione canonica per diventare memoria. E contemporaneamente, i dettagli, colti dall’artista in una quotidianità urbana e sfuggente, divengono enormi manifesti dai colori contrastanti, che rendono una macchia o un frammento i soggetti protagonisti.

Il minimalismo si impone poi come la cifra distintiva in cui elaborare soluzioni, forme lineari e astratte ma altamente dense di significato, e definite attraverso un cromatismo che colpisce l’occhio stimolando interrogativi esistenziali. Il bianco e il nero hanno un valore concettuale molto forte in questa fase, dal momento che ognuno dei due non-colori può far sprofondare nella luce o nel buio, nel tutto o nel niente. L’individuo è infatti in un continuo oscillare tra contrasti di senso, tra opposti che restano sospesi.

L’attesa genera una sensazione di incompiutezza e sfasamento, e nell’ultimo periodo l’artista supera la sovrastruttura sia della forma sia del contenuto, optando per un vuoto contenitore. In questo modo il ruolo di significante viene rimbalzato al pubblico, che, nell’esperienza estetica dei vari linguaggi proposti, sceglie di cogliere aspetti collocati tra un passato e un presente in movimento tra loro e verso l’esterno.

Il Soliloquio in cui Fabrizio Tridenti si astrae è popolato da immagini che pian piano si assottigliano e diventano fantasmi, scaglie di realtà ed esperienze, che lo sommergono riempiendo con leggerezza il vacuum liquido dei tubicini e delle cornici.

Cecilia Buccioni

Info:

Fabrizio Tridenti, Soliloquio
10/09/2022 – 11/11/2022
YAG/Garage
via Caravaggio 125, Pescara
yag-garage.com/soliloquio

Fabrizio Tridenti, Senza titolo, 2011. Stampa, foto 1/10. Photo G. Di Meo, courtesy l’artista e Galleria YAG/Garage

Fabrizio Tridenti, Soliloquio, exhibition view, YAG/garage Pescara, 2022 Photo G. Di Meo, courtesy l’artista e Galleria YAG/Garage


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