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Flaminia Veronesi. Lucifero, o come far luce sulla...

Flaminia Veronesi. Lucifero, o come far luce sulla luce

Lucifero, mostra personale di Flaminia Veronesi visibile alla Galleria Oxilia fino il 20 dicembre 2022, è esemplare della missione dei galleristi Frederik De Wachter e Alessandro Mensi: unire opere tra arte, artigianato e design per restituire visioni composite, sotto il segno di uno sguardo contemporaneo e inedito.

Lucifero di Flaminia Veronesi, installation view, Oxilia Gallery, Ph. T-Space, courtesy Oxilia Gallery, Milano

Veronesi ha abituato i suoi fruitori a un’esuberanza creativa senza pari, che viene riconfermata e addirittura potenziata in Lucifero. La mostra si compone di numerosi oggetti d’artista: questi spaziano da una seduta abbinata al suo tavolino, dai quali ci sentiamo osservati a causa delle creature alate dipinte sulla superficie, a dei portacandele, che somigliano a ecosistemi fatati, minuti ed effimeri, fino a bicchieri, lampade e piatti. Su due grandi tele campeggiano un centauro e una sirena, il primo in un imprecisato paesaggio collinare, il secondo in un notturno infernale. Il particolare trattamento riservato a ogni tipologia di oggetto in mostra riconferma il sapiente e ludico uso dei materiali da parte dell’artista.

Ciò che unisce saldamente queste opere è il tratto liquido e sinuoso che le compone: grazie a esso, immagini legate a iconografie e mitologie lontane ritornano, rivestendosi di una consapevolezza contemporanea, che suggerisce al visitatore di abbracciare un orizzonte più libero e spensierato. La fluidità delle linee è anche segno di una condizione di perpetua trasformazione che interessa ogni figura dipinta: una linea, idealmente sempre la medesima, unisce centauri, arpie, sirene, piante e creature indefinite, legati da connessioni formali ed emotive. La netta spaccatura gerarchica e antropogenica tra l’uomo e il resto qui si sfalda sotto le pennellate dell’artista, che invece promuove una rinnovata unione, più genuina e libera, tra  umano e mondo. Questo intento creativo denota la capacità dell’artista di riconoscere – uscendo da sé stessa e osservando attentamente, attraverso il suo universo fantastico – che in realtà siamo avviluppati in un disegno più grande, dove la separazione è solo un’illusione. Dunque, Veronesi manomette una certa rigidità moderna, per fare spazio ad una realtà vitale e simbolica, composta anche da oggetti amati.

Infatti, il sincero affetto che questa mostra sprigiona si percepisce in particolar modo tra l’artista e gli oggetti esposti, frutto di differenti maestranze e di fortunate affinità. L’artista decora con la tecnica della maiolica piatti in terracotta, realizzati con il supporto tecnico di Roberto Aponte, designer e ceramista di tradizione mediterranea. Queste creazioni vivacissime sembrano quasi richiamare un carnevale, una parata, un bestiario medievale, assieme alla gioia che emana una tavola imbandita. Veronesi incide poi bicchieri in vetro di Murano: questi deliziosi calici eterocromatici esprimono tutta la precisione dell’artista, ricordando che anche un immaginario selvaggio, sregolato e fervido può essere abbinato a qualcosa di estremamente fragile e delicato, raggiungendo un livello di maestria tecnica e contenutistica notevole. Infine, interviene sulle lampade delle collezioni Roma e Sonora del nuovo brand pugliese Nassi fondato da Francesca De Giorgi, decorandone i paralumi. In particolare, queste lampade hanno rappresentato per l’artista una sfida interiore: “Perché laluce che emanano mi fa stare così bene?” si è domandata incontrando questi lumi.

Un’attrazione che l’ha affascinata e che l’ha spinta a interrogarsi sulla natura della luce che questi oggetti sprigionavano. La risposta comprende la volontà di intervenire sui paralumi, che si sono riempiti di una grande varietà di scene – da un curioso gatto ammiccante, a episodi di gusto biblico, a fiori avvolgenti, fino ad un angelo caduto, che dà nome all’intera mostra. In questo modo gli oggetti hanno acquisito caratteristiche attraenti e coloratissime che vanno a scontrarsi con le basi in marmo, già sottoposte a un’attenta selezione da parte del brand, creando un contrasto ragionato di superfici e motivi. La somma di queste azioni ha indotto Veronesi a riflettere su come gli oggetti domestici entrino e arricchiscano la nostra quotidianità, trasformandosi da strumenti qualunque a presenze confortanti, che vengono gradualmente nobilitate da quei gesti, ordinari, affettuosi e ripetuti che gli dedichiamo. Veronesi, nelle vesti di una Lucia moderna – questa volta con gli occhi al loro posto, ben aperti e attenti – immagina e delinea una contemporaneità eclettica e spigliata: un luogo in cui un bicchiere può trasformarsi in una sirena fiorita o in un delfino rosa da un momento all’altro. Ma questi oggetti, o compagni, godranno sempre della nostra stima.

Info:

Flaminia Veronesi. Lucifero
fino al 20/12/2022
Oxilia Gallery
via Nino Oxilia 9, Milano

For all the images: Flaminia Veronesi, Lucifero, installation view, Oxilia Gallery, Ph. T-Space, courtesy Oxilia Gallery, Milano


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