Alla Triennale di Milano gli spazi destinati all’arte si estendono al caffè. Al caffè della Triennale, da Ottobre 2017 ad Aprile 2018, ha luogo la rassegna “Materialmente”, a cura di Angelo Crespi, una serie di mostre per ripensare in modo contemporaneo le tecniche tradizionali attraverso le proposte di giovani artisti già affermati sul panorama italiano e internazionale. Le piccole teche hanno finora ospitato lavori differenti tra loro, dalle raffinatissime “Popcellane” di Francesco De Molfetta, agli zoo di carta di Alice Zanin, dalle bolle sintetiche rosso vivo di Beatrice Gallori, alle porcellane sciolte di Livia Marin.
Il quinto e ultimo appuntamento della rassegna è dedicato a Florencia Martinez, che presenta in Triennale una decina di piccole sculture in stoffa che fanno eco alla mostra “H. Honey, Hungry, Home” da poco conclusa presso Gilda Contemporary Art di Milano, in cui l’artista ha presentato lavori dalle dimensioni maggiori.
Florencia Martinez impiega la stoffa da diversi anni come materia d’elezione per ricreare piccoli angoli di mondo. Il tessuto usato non è un supporto neutro e inespressivo, ma ricco e parlante. È un materiale già pre-formato, pre-lavorato e in moltissimi casi già predestinato a un uso specifico che lo carica di un valore e di un significato aggiuntivi. Troviamo così, tra le stoffe dalle tinte vivaci e dalle fantasie differenti, i pizzi e i merletti di un abito da sposa, o la juta usata per i sacchi da imballaggio. Sono stoffe che raccontano un vissuto, ci parlano di purezza o resistenza, di un momento di passaggio e cambiamento, di una soglia. “Home”, piccola scultura in stoffa bianca, porta in cima a una montagna la porta di casa come una corona, una stele ben piantata sulla roccia, ma anche un cippo di confine, un monumento ai caduti, un altare sacro da cui innalzare le nostre intime preghiere. Sempre di pizzo è costituita l’esile figura nera che parla di solitudine e reclusione, una donna stretta sulle sue stesse forme, quasi a volersi contrarre e sparire per non essere vista, il volto nascosto e le mani legate, ma dalle unghie come artigli.
Molti dei lavori di Martinez sono legati alla figura femminile come a una creatura da cui tutto ha origine, una figura pingue, vigorosa, come Madre Natura, la terra, o la donna ancestrale. Una donna che è simbolo di vita, così come il tessuto è materiale storicamente legato al femminile. “Trovo l’atto del cucire rivoluzionario”, dice Martinez nell’intervista di Alessandra Redaelli “un tornare a ritmi antichi mentre tutto è veloce: un riappropriarsi del tempo della lavorazione, della manualità”.
I tessuti di Florencia Martinez sono imbottiti e arrotolati stretti a formare dei cordoni con cui delineare figure, dare forma e contorno al mondo. Oppure arrotolati l’uno sull’altro a formare noduli, grumi di tessuto gonfio, come semi turgidi pronti a esplodere, piccole cellule con cui comporre corpi e riconfigurare il reale. Le cuciture sono spesse, fitte, nervose, come suture di una ferita. Hanno un colore difforme rispetto alla tinta delle stoffe per essere visibili e presenti, per creare un motivo, un intervallo diverso. Perché le ferite fanno parte della storia. Su questi amalgami di masse colorate siedono figure più piccole, come su paesaggi. Una montagna in cima a cui è seduto un uomo, in riflessione, o un cumulo di rocce tonde su cui si erge una figura a reggere, come Atlante, il suo mondo.
Le sculture di Florencia Martinez narrano di colori e storie della sua terra natia, l’Argentina, con tutta la luce e il calore che ne sprigiona ma anche con la sofferenza e le contraddizioni della lontananza. Contraddizioni sanate attraverso il lungo percorso di cucitura e di creazione, attraverso pezzi differenti, di una figura nuova.
Erika Lacava
Info:
Florencia Martinez. Materialmente #5 – Ricucire il mondo
Triennale di Milano
6 Marzo – 2 Aprile 2018
Da un’idea di Angelo Crespi
Si ringrazia Gilda Contemporary Art
Ingresso Libero
Orari: Martedì – Domenica 10.30 – 20.30
Florencia Martinez, Los cuerpos negados, tessuto 23x8x5 cm, 2017
Florencia Martinez, Home, tessuto e creta, 42x33x26 cm, 2017
Laurea in Filosofia Estetica in Statale a Milano con specializzazione in Visual cultures e Pratiche curatoriali all’Accademia di Brera. Dal 2014 al 2017 con l’esperienza di Zoia – Galleria d’arte contemporanea entra a diretto contatto con le dinamiche dello scouting e del mercato dell’arte. Curatrice indipendente, collaboratrice per riviste d’arte cartacee e online, nel 2019 fonda la start up di comunicazione e servizi per l’arte M2F Communication.
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