La prima biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’Industria e del Lavoro è alla sua quinta edizione. “FOOD” è il titolo di “Foto/Industria 2021”, un evento diffuso, promosso e organizzato da Fondazione MAST, che coinvolge la città di Bologna: undici mostre, presso dieci sedi selezionate, sono visitabili dal 14 ottobre al 28 novembre. Attraverso la sensibilità di undici fotografi d’eccellenza si ripercorre un secolo di storia: dagli anni Venti a oggi.
“Le modalità attraverso cui gli alimenti vengono prodotti, distribuiti (venduti e acquistati) e consumati, ovvero i meccanismi alle spalle di questi tre passaggi cruciali, sono in costante cambiamento e racchiudono pertanto alcuni caratteri distintivi di un’epoca, un periodo storico o un ambito culturale e sociale” scrive nel testo introduttivo del Photo book / Ricettario della Biennale il direttore artistico Francesco Zanot.
Miniature di cioccolato e marzapane acquistano un autentico valore scultoreo nelle meticolose fotografie di Hans Finsler. Presso l’ex chiesa di San Giorgio, una mostra dedicata al progetto fotografico che fu commissionato a Finsler nel 1928 dall’azienda dolciaria tedesca Most.
Nelle sale di Fondazione MAST, una mostra realizzata in collaborazione con Fototeca Gilardi. La fotografia come sistema di documentazione, espressività e memoria, è ciò che emerge dai reportage di inchiesta realizzati da Ando Gilardi negli anni ’50 e ’60 e dalle sue raccolte iconografiche attorno al tema dell’alimentazione.
MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna ha l’opportunità di ospitare la prima retrospettiva in Italia di Jan Groover. La formazione come pittrice emerge nella sensibilità compositiva applicata alle nature morte che la rendono celebre dopo gli anni ’70.
Il nome di Mishka Henner compare tra i principali soggetti della found photography contemporanea. La rete è il serbatoio a cui attinge per i suoi progetti: gigantografie realizzate con immagini di Google Earth, il montaggio di video reperiti su You Tube, immagini generate automaticamente da software.
Due progetti fotografici che comprendono un arco di tempo tra il 2000 e il 2018. Takashi Homma con la serie “M” ci pone davanti all’ineluttabile, e al contempo, disorientante, riconoscibilità alla base del comfort proposto dalla catena Mc Donald’s. Tracce di sangue animale sono al centro della serie “Trails”: “firme” lasciate dai cacciatori giapponesi sulle montagne di Hokkaido.
Il sangue è profondamente nero, come l’inchiostro, negli scatti di Herbert List, membro della celebre agenzia Magnum. Quarantuno fotografie, realizzate sull’isola siciliana di Favignana negli anni ’50, documentano il processo di lavorazione del tonno, comprendendo la tradizionale mattanza; innescando un dialogo con il ciclo di affreschi sul mito di Giasone e Medea sul soffitto del salone ospitante di Palazzo Fava. Tra documento storico e lavoro artistico, gli scatti di List celebrano un sapere popolare destinato a scomparire.
La pesca valsesiana, tra le tecniche più antiche, si fa pretesto, nella ricerca di Maurizio Montagna, per indagare le trasformazioni del paesaggio fluviale nel territorio piemontese della Valsesiana.
Sessant’anni di lavoro filtrato attraverso la tematica del cibo. Il fotografo francese Bernard Plossu ci accompagna in giro per il mondo senza abbandonare quello sguardo curioso che emerge in ogni circostanza.
Un percorso multisensoriale presenta “Palestine Heirloom Seed Library”: progetto artistico, sociale e di ricerca che Vivien Sansour ha avviato nel 2014, in collaborazione con Linda Quiquivix, Dalen Saah, Samar Hazboun e Charin Singh. Strumento di consapevolezza, attraverso il coinvolgimento attivo di cittadini e istituzioni palestinesi, e di informazione, per coloro che vengono a conoscenza del progetto. L’iniziativa incoraggia la salvaguardia di antiche varietà di semi, intese come unità viventi di storia e cultura.
Lorenzo Vitturi si dedica al progetto “Money Must Be Made” combinando il linguaggio fotografico con altre espressività quali scultura, pittura, installazione e performance. Da tempo interessato alle economie informali, Vitturi pone al centro del progetto il mercato di Balogun, in Nigeria, uno dei mercati di strada più grandi del mondo.
La serie fotografica appartenente a Henk Wildschut, su commissione del Rijksmuseum di Amsterdam, è il frutto di tre anni di lavoro dedicato al tema dell’industria alimentare. Massimizzazione della produzione, igiene e sicurezza, sono le parole chiave nel settore alimentare contemporaneo. L’obiettivo del fotografo olandese rivela gli aspetti alla base della relazione tra cibo e tecnologia.
Dalla tecnica alla tradizione, dalle questioni geopolitiche alla quotidianità, questo progetto non ambisce a esaurire un argomento tanto complesso come la questione alimentare, ma a fornire un ventaglio di situazioni e argomenti, approfondimenti e servizi fotografici molto diversi tra loro e solo apparentemente privi di qualsiasi relazione.
Eleonora Reffo
Info:
Henk Wildschut, Swine Innovation Centre (Vic), Sterksel, August 2012 © Henk Wildschut, courtesy MAST Foundation
Ando Gilardi, Il carro del lattaio con i bidoni pieni, dal fotoservizio Quando il gallo canta a Qualiano. Qualiano (Napoli), Italia, 3 ottobre 1954. © Fototeca Gilardi, courtesy MAST Foundation
Jan Groover, Untitled, circa 1983 © Musée de l’Elysée, Lausanne – Jan Groover Archive, courtesy MAST Foundation
Hans Finsler, Untitled, 1928, courtesy Fondazione Rolla, Bruzella
Nel 2019 si laurea in Pittura e Arti Visive presso NABA (Milano), dove prosegue gli studi nel biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali. Da qualche anno collabora, in qualità di curatrice, con realtà culturali attive fuori dai grandi centri per l’organizzazione di progetti multidisciplinari rivolti a pubblici eterogenei.
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