Francesco Pignatelli, fotografo milanese nato nel 1971 in una famiglia d’artisti, espone per la prima volta a Bologna negli spazi della Galleria d’Arte Maggiore una selezione di scatti sperimentali che ripercorre le principali tappe del suo percorso artistico degli ultimi anni. I suoi lavori più recenti, suddivisi in serie ispirate a diverse tematiche figurative, sono accomunati da interventi e manipolazioni che alterano l’aspetto abituale della riproduzione fotografica nell’intento di scardinare le abitudini visive consolidate e suscitare nell’osservatore la necessità di un nuovo confronto con l’immagine.
Francesco Pignatelli, Adorazione del Sacro Legno e Incontro della Regina di Saba con Re Salomone, 2004, stampa lambda carta FujicoloLa serie Reversed city, realizzata a partire dal 2002, presenta scorci di metropoli internazionali (Londra, Berlino, New York, Tokyo, Parigi, Valencia, Caracas oltre alla nativa Milano) individuati dall’artista nel corso dei suoi numerosi viaggi. La selettiva inversione di colori applicata alla stampa sembra annullare le strutture portanti della città facendo assumere ai muri o alle facciate dei palazzi la labilità visiva di un negativo o di una radiografia. Risalta invece la preziosa e fredda lucentezza degli elementi di rivestimento come piastrelle, graffiti murali, insegne luminose e cartelloni pubblicitari, sospendendo il reale in un lampeggiante campo simbolico in cui passeggiano evanescenti esseri umani. L’iniziale disorientamento che complica il riconoscimento dei luoghi e la determinazione dell’ora dello scatto fa emergere una bellezza prima invisibile che si compiace delle proprie lussureggianti sollecitazioni sensoriali. L’effimera pelle delle cose e l’imponderabile trama degli avvenimenti casuali vengono così resi eterni dalla fotografia, esibendo se stessi in suggestive composizioni rischiarate da una luce mentale ed endogena.
Francesco Pignatelli, Adorazione del Sacro Legno e Incontro della Regina di Saba con Re Salomone, 2004, stampa lambda carta FujicoloIn Reversed Reinassance (dal 2004) l’artista sottopone alla sua particolare rivisitazione cromatica riproduzioni fotografiche di alta qualità di alcuni tra i più celebri capolavori della pittura rinascimentale: i bianchi e i neri invertono i loro ruoli convertendo la luce in ombra, tonalità in origine dense e scure diventano luminose e alcuni colori si trasformano nei loro complementari. Si ha anche in questo caso l’impressione di vedere un negativo fotografico che neutralizza gli artifici prospettici e capovolge il centro di gravità dell’immagine. Il significante culturalmente codificato da secoli non cambia ma il significato viene completamente stravolto secondo un nuovo fondamento estetico, che sospendendo ogni nozione acquisita reinventa e riattiva i dipinti rielaborati liberandoli dalla loro gabbia semantica precostituita. La fotografia, tradizionalmente mezzo mimetico, diventa qui veicolo di uno straniamento creativo che offre inedite opportunità al giudizio azzerato, suggerendo una fruizione critica e attiva dell’opera d’arte e facendo affiorare particolari poco evidenti negli originali. Il piacere intellettuale della riscoperta si affianca al godimento estetico della nuova raffinata gamma cromatica e a una sottile ironia che si permette di rendere le sacre aureole come ombra e di tingere di giallo la tonaca blu della Vergine simbolo della sua innocenza.
Francesco Pignatelli, Pharmacie, 2004, stampa Lambda carta FujicolorNella serie Fragile (dal 2007), composta da immagini di sottobosco rielaborate secondo la consueta sostituzione delle ombre con percorsi luminosi, la carta fotografica increspata e accartocciata racchiusa in strutture di plexiglass acquisisce una plasticità che ambisce a trasformare la figura in materia. Nascono così meravigliose foreste pietrificate che impauriscono con l’imperscrutabile mistero dei loro buchi neri rivelando al tempo stesso la loro delicata fragilità. Con queste opere l’artista celebra in scala monumentale l’ancestrale portata simbolica della natura con i suoi rituali di morte e rinascita, ammantandola di timore per la distruzione di cui è spesso oggetto.
Francesco Pignatelli, Fragile 94, carta fotografica manipolata e racchiusa in teca di plexiglassL’arte fotografica di Pignatelli riesce a materializzare una zona di confine dove il reale si confonde con la proiezione mentale in un gioco di ambivalenze e scomposizioni che conducono all’essenza degli oggetti rivelando inedite verità. La sua rivisitazione del linguaggio figurativo e la trasfigurazione cromatica a cui sottopone il visibile sono dunque strumenti di un’alchimia contemporanea che tramite l’alterazione genera una nuova coinvolgente visione estetica.
Emanuela Zanon
info: Francesco Pignatelli, Alchimie contemporanee, 5 giugno – 30 settembre 2014
Galleria d’ Arte Maggiore, via D’Azeglio 15 – 40123 Bologna
Lunedì : 16.00 – 19.30
Martedì – Sabato : 9.00 – 12.30 e 16.00 – 19.30
Domenica : Chiuso
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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