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Franco Guerzoni e Lorenzo Modica. Nascosto in bella vista | Hidden in plain sight

La mostra Nascosto in bella vista | Hidden in plain sight convoca a Studio G7 una selezione di lavori di Franco Guerzoni (Modena, 1948), prossimo a celebrare i cinquant’anni di collaborazione con la galleria bolognese, e del giovane Lorenzo Modica (Roma, 1988), che invece vi esordisce in questa occasione. Il tema del confronto innescato dai differenti approcci alla pittura dei due autori è un’idea sfuggente di figurazione, che entrambi inseguono negli anfratti volumetrici e concettuali dei materiali da loro manipolati mettendo in atto procedure complementari di stratificazione, abrasione, accostamento e compenetrazione. I due artisti appaiono interessati non tanto al processo di creazione dell’immagine tramite gli strumenti illusionistici del disegno e del colore, quanto a rilevarne la presenza/esistenza come un dato di fatto ineludibile, indipendentemente dalle modalità con cui essa si manifesta.

Al centro della riflessione affrontata da questa mostra, su cui spontaneamente convergono le poetiche di Guerzoni e Modica, c’è un’attitudine che potremmo definire scultorea alla ricerca della quintessenziale fisicità insita nell’idea stessa di immagine in quanto oggetto (reale) del pensiero, che ambedue sembrano percepire come mistero fondante della pratica artistica. Entrambi, pur considerandosi principalmente pittori, operano dunque ai confini della processualità pittorica e costruiscono il dipinto come sviluppo materico e spaziale di un’immagine, che in Guerzoni tende a essere la proiezione tridimensionale di un’unità originaria mentre in Modica si sviluppa come implosione di molteplicità eterogenee nell’uno inteso come esistenza simultanea.

La poetica di Guerzoni affonda le sue radici nel sogno di un passato irrimediabilmente perduto e nella sopravvivenza delle sue tracce, frammentarie come i relitti di un naufragio. A partire dai lavori dei primi anni ’70, realizzati in collaborazione con l’amico Luigi Ghirri e che ritraggono edifici in rovina e stanze abbandonate, l’artista interpreta il mezzo fotografico come veicolo di immagini prelevate dalla realtà, sulle quali avvengono i successivi inserimenti materici. L’intento di quegli scatti era fissare una traccia fisica che attestasse l’esistenza di luoghi altrimenti destinati all’oblio, in cui i segni del tempo venivano concretizzati tramite l’aggiunta di altri materiali, ad esempio pezzi di intonaco e incrostazioni saline, o interventi che scavavano la superficie bidimensionale, come strappi e cancellature. Questi lavori erano espressione del fatto che, secondo l’artista, il potere della fotografia risiedesse in primo luogo nella possibilità di attivare un’immagine rendendola disponibile alla rielaborazione. Nel corso della sua carriera questa filosofia visiva dell’abbandono e della rovina ha improntato in modo indelebile la sua ricerca, che si è confrontata con la sfaccettata vicenda pittorica del XX secolo partecipando attivamente agli accesi dibattiti che periodicamente hanno messo in discussione i fondamenti delle pratiche artistiche.

Negli anni ’80 Guerzoni si lascia affascinare dall’archeologia, interpretata come ricerca e impossibile ricostruzione di un’antichità irrimediabilmente perduta e come metafora della pittura. A questo periodo appartengono le grandi carte parietali gessose che inaugurano una nuova fase di sperimentazione sulla superficie intesa come profondità e stratificazione di materiali. La transizione tra il decennio in cui prevale la fotografia e gli anni successivi dominati dall’interesse per il colore e la materia è documentata dalle opere del ciclo Spia, dove superfici monocrome lievemente accidentate lasciano intravedere i livelli sottostanti attraverso brecce che rivelano intense campiture di colore o figurazioni anticheggianti. In mostra troviamo un prezioso esempio di questo ciclo nella serigrafia su lastra di gesso intitolata Iconoclasta, dove un piccolo volto arcaico ci guarda attraverso una crepa della lastra che separa il suo spazio vitale dal nostro. L’elegante essenzialità lineare del segno grafico che emerge dallo squarcio nel bianco pastoso che lo avvolge conserva intatta l’emozione di un ritrovamento ancora palpitante di vita e manifesta appieno la sensibilità dell’artista verso la pittura, intesa come sedimentazione, scavo e rivelazione della fecondità della superficie, inesauribile generatrice di forme proiettate verso la terza dimensione.

In Intravedere (2021), stretta cella di gesso dalle cui sfaldature superficiali interne ed esterne emergono le sottostanti intonacature di colore rosso, violaceo e azzurro, domina l’eloquenza della pittura, il cui esercizio riaffiora decantato come i reperti del passato che evoca e sottilmente sensuale come le favole antiche. Il romanzo della memoria qui si legge nelle tracce di colore imprigionate dalla sovrabbondanza del bianco, che richiama le cromie delle decorazioni pompeiane ma anche la leggerezza degli affreschi rococò, mentre nella terza opera presente in mostra, Rêve Néolithique (2021), una rosa tridimensionale di carte disegnate e lavorate con motivi astratti, il concetto di memoria è evocato dalle impronte di arcani oggetti perduti e dai rigonfiamenti del piano pittorico, preludio di altre potenziali emersioni.

L’idea di palinsesto si ripresenta anche nelle opere di Lorenzo Modica, a una delle quali (non esposta in mostra) si deve anche il titolo Nascosto in bella vista, che sintetizza con efficacia il suo approccio alla pratica pittorica e instaura un intrigante dialogo con le suggestioni fin qui analizzate di Guerzoni. Se il maestro modenese mette al centro del suo operare un nascondimento come preludio di un successivo e parziale svelamento, il giovane artista romano gioca sulla coesistenza di allusioni figurative di segno diverso sul medesimo piano visivo, sul quale dispone composizioni di immagini realizzate con tecniche differenti, come inchiostro su carta intelata, collage, prelievi fotografici, pittura a olio o spray. L’intento dell’artista, particolarmente evidente in questa selezione di lavori, è quello di esplorare l’ambiguità di una pittura che, nonostante sia messa in atto con strumenti non propriamente attinenti a essa, continua a rispondere al criterio delle velature, la cui stratificazione e fusione genera l’immagine finale. La sfida nel suo caso sembra quella di individuare una sorta di bidimensionalità illusiva che, pur avendo a che fare con la manipolazione di materiali dotati di spessore e realtà autonomi, appare orientata a creare un corto circuito percettivo e concettuale nel quale ritornano echi e citazioni delle intuizioni delle avanguardie storiche.

In La Chacha (2021), ad esempio, Modica sovrappone a una superficie stellata (una tovaglia utilizzata come tela in cui la pratica dadaista del prelievo dal reale incontra l’estetica Pop) rarefatte pennellate espressioniste e una pagina di rivista fotocopiata di ascendenza concettuale, mentre nell’installazione site-specific Untitled (vetrina) (2021) due lastre di plexiglas appoggiate alla parete funzionano da display per differenti tipologie di carte che ricreano una costellazione di reperti visivi d’affezione e ipotesi astratte di immagine. Per approfondire la poetica dell’artista, indipendentemente dal tema della mostra, suggeriamo di visitare l’ufficio adiacente alla sala espositiva della galleria in cui, oltre ad alcune opere di Guerzoni (tra cui segnaliamo le bellissime sculture-capitello), troviamo tre importanti dipinti in cui Modica applica alla tela virtuosistiche trame di colore e segni che generano paesaggi mentali in cui l’astrazione diventa matrice di infinite potenzialità figurative.

Info:

Franco Guerzoni | Lorenzo Modica. Nascosto in bella vista | Hidden in plain sight
27.11.2021 – 19.01.2022
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4A, Bologna

Franco Guerzoni | Lorenzo Modica. Nascosto in bella vista | Hidden in plain sightNascosto in bella vista | Hidden in plain sight, exhibition view. Courtesy Franco Guerzoni, Lorenzo Modica e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo

Franco Guerzoni, Iconoclasta, serigrafia su lastra di gesso, 58 x 101 x 2 cm. Courtesy l’Artista e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo

Franco Guerzoni, Intravedere, 2021, pigmenti e scagliola su scatola di gesso, 26 x 18 x 6 cm. Courtesy l’Artista e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo

Lorenzo Modica, Untitled (vetrina), 2021, plexiglass, pittura lavabile e spray, china su carta, fotografia a colori, fotocopia, carta copiativa gialla, carta carbone, carta da lucido, stampa digitale, etichette, nastro adesivo, 160 x 207 x 15 cm. Courtesy l’Artista e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo

Nascosto in bella vista | Hidden in plain sight, exhibition view. Courtesy Franco Guerzoni, Lorenzo Modica e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo


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