LENTOS Kunstmuseum Linz ospita fino al 21 febbraio 2021 la mostra del pittore svizzero Luciano Castelli (uno dei rappresentanti del cosiddetto ritorno alla pittura negli anni Ottanta) in parallelo a una grande mostra dedicata al lavoro di Franz Gertsch, un autore forse più significativo e comunque appartenente a una generazione precedente, ma sempre svizzero e di sicura fama internazionale.
I dipinti monumentali qui esposti si riferiscono soprattutto al periodo dell’emergere di Gertsch sulla scena artistica internazionale nei primissimi anni Settanta, all’interno di quella corrente che poi è stata definita dell’Iperrealismo. L’autore ha avuto il suo apice internazionale come esponente svizzero del realismo pittorico/fotografico alla documenta di Kassel (Germania) nel 1972, dopo aver scoperto il mezzo fotografico come base di partenza (cioè disegno e traccia e forma e configurazione e proporzioni e insieme complessivo delle figure) del suo lavoro pittorico solo tre anni prima. Da allora, le fotografie – di solito scattate da lui, come peraltro per molti dei ritratti realizzati su commissione da Andy Warhol – hanno costituito il punto di partenza del suo lavoro creativo che poi veniva traslato nella pittura meticolosa e per davvero trompe l’oeil ovvero del tutto ingannevole. Certo, si tratta di un tipo di lavoro che avrebbe fatto inorridire sia Platone e sia Aristotele e di certo l’autore non avrebbe potuto far parte della città ideale, ma si sa, in qualche modo ci pare lecito affermare che la pittura di Gertsch è figlia della pubblicità più smaccata, dei rotocalchi patinati e di quel mondo edulcorato che sarebbe stato impensabile nella Grecia classica.
L’effetto del tutto verosimile della sua pittura, per intero davvero vibrante e coinvolgente, è dovuto non da ultimo al lungo processo creativo. La lentezza conduce alla cura del dettaglio e in Gertsch i dettagli non mancano. Qui siamo ben lontani dalla stesura pittorica operata da Alex Katz (del tutto sintetica e appiattita), sebbene senza dirlo questo autore statunitense sia debitore di quegli anni “ruggenti”, anni che sul medesimo orizzonte hanno visto anche l’affermarsi di autori come Chuck Close e John De Andrea. Certo, Gertsch non possiamo pensarlo come uno che fa denuncia sociale, né come uno che pensa ai dolori del mondo; il suo è una semplice maniera di procedere nel mondo, passo dopo passo, sguardo dopo sguardo, per riprenderlo e fissarlo in un attimo di eternità, quell’eternità a cui tutti (i privilegiati?) dovrebbero avere diritto.
Questo progetto (che ha visto una costruttiva collaborazione tra il Museo Franz Gertsch di Burgdorf e il LENTOS Kunstmuseum Linz) si basa su un’idea di Angelika Affentranger-Kirchrath e il coordinamento organizzativo di Elisabeth Nowak-Thaller.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Hatje Cantz Verlag con numerose illustrazioni e saggi in tedesco e inglese, 208 pagine, 44 euro. Il catalogo è disponibile nel Lentos Shop oppure online (www.lentos.at/shop). La mostra è sostenuta da Raiffeisen Landesbank Oberösterreich.
In conclusione non possiamo che inviare tantissimi auguri a Franz Gertsch che nell’occasione di questa mostra ha festeggiato i suoi novant’anni di età.
Info:
FRANZ GERTSCH. “The Seventies”
dal 30/10/2020 al 21/02/2021
LENTOS Kunstmuseum Linz
Ernst-Koref-Promenade 1
info@mag.linz.at
Franz Gertsch, Saintes Marie de la Mer III, 1972. In prestito permanente LENTOS Kunstmuseum Linz, collezione privata © Franz Gertsch, foto: Dominique Uldry, Berna, courtesy Lentos Kunstmuseum
Franz Gertsch, Medici, 1971/1972, Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aquisgrana, in prestito dalla Fondazione Peter e Irene Ludwig © Franz Gertsch, foto: Dominique Uldry, Berna, courtesy Lentos Kunstmuseum
Vista della mostra “Franz Gertsch. The Seventies” al LENTOS Kunstmuseum Linz, 2020. Foto maschekS, courtesy Lentos Kunstmuseum
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