Frist Art Museum a Nashville

Il Frist Art Museum è stato inaugurato nell’aprile del 2001 con l’intento di ospitare e organizzare mostre d’arte con risvolti anche educativi e di socializzazione: in questo senso la Galleria Martin ArtQuest con la dotazione di trenta postazioni interattive è un vero e proprio laboratorio di partecipazione creativa e didattica rivolto a persone di tutte le età. L’edificio museale occupa uno dei grandi monumenti storici di Nashville: l’ex ufficio postale, costruito dal 1933 al 1934 sotto la direzione di Marr & Holman, secondo le regole stilistiche del classicismo e dell’Art Déco, stemperando così la severità e la magniloquenza della struttura con degli addolcimenti decorativi e coloristici.

Grazie agli sforzi di Thomas F. Frist, Jr., MD e la sua famiglia, attraverso la Fondazione Frist, nel 1998 la proprietà dell’edificio è stata trasferita alla città di Nashville allo scopo di creare il Frist Art Museum che poi, nel 2001, aprì i battenti per avviare la sua attività culturale.

Segnaliamo ora, come degna di nota e di grande impegno civile e morale, la mostra (on line fino all’1agosto 2021) che il Frist Art Museum ha organizzato con il curatore ospite Woke3.

Woke3 è artista, graffitista, disegnatore di fumetti e giocattoli, grafico e altro ancora, il cui pensiero si può sintetizzare in queste poche parole: “I graffiti sono la fonte dei miei interessi artistici. Più grande è il graffito, più facile è vederlo e maggiore sarà l’impatto sulle persone della comunità, sulla cultura e sulla nostra esistenza quotidiana”.

La mostra di cui si accennava poco sopra s’intitola “N2020: Community Reflections” e illustra gli effetti dell’anno 2020 sulla comunità di Nashville e lo spunto per Woke3 è stato del tutto casuale: l’aver visto poco fuori dalla sua abitazione i resti di un’auto avvolta da un incendio violento. Questo fatto accadeva a gennaio del 2020 e a posteriori lo si può vedere come un segno premonitore di quello che poi sarebbe successo nei mesi a venire, con il devastante tornado del 3 marzo e con l’esplosione di un camper il 25 dicembre dello stesso anno: un attentato non del tutto chiarito, con un morto, decine di feriti, automobili che presero fuoco, cinquanta edifici danneggiati, una palazzina crollata. Su questi due fatti eclatanti e significativi per Nashville (come per tutto il mondo) alleggia poi la nube cupa dell’epidemia esplosa nello stesso anno: il Covid-19 con le conseguenze dirette e indirette sull’occupazione dei lavoratori e sulla giustizia sociale. Le risposte che vengono date dai vari autori invitati da Woke3 non solo documentano questi eventi e le relative esperienze che ne sono seguite (in maniera introspettiva, stabilendo punti in comune, dialoghi diretti e a distanza, testimonianze e reportage inoppugnabili), ma incarnano anche il dolore per i fatti accaduti, lo sconforto che calò sulla comunità di Nashville, e la speranza di un riscatto successivo che può essere riassunto nel grido “We Need Change”.

Nella mostra sono inclusi decine di artisti locali, tra i quali ricordiamo i poeti Karimah Miller e Twigz; i video registi Angel Adams e Anna Haas; i coreografi Kyrstin Young e Dorinda Walker; i musicisti Chuck Indigo e Frederick Weathersby; i fotografi LeXander Bryant e DaShawn Lewis.

Tutti insieme, gli autori che partecipano a N2020 offrono un grande affresco delle esperienze di una comunità creativa spesso trascurata e incoraggiano gli spettatori a riconoscere sia i punti in comune e sia le differenze. Secondo la spiegazione del curatore “la N nel titolo rappresenta diverse idee. N sta per il Nord Nashville, Nashville, la nazione, la fine del 2020, e anche ‘in’, come andare con in te stesso, come siamo stati costretti a fare durante la pandemia”.

Alcune delle immagini proposte in questo grande e magnifico “affresco” parlano di un 2020 tragico, sono davvero toccanti e significative, ma tra tutte desidero sottolineare quelle di Bryant, Lewis, Dowdy e Kept Frozen, riguardanti le proteste di piazza locali dell’estate per la giustizia razziale, innescate dall’uccisione di George Floyd e Breonna Taylor: si tratta di documenti che non solo sottolineano l’energia di una comunità e l’unità di una battaglia per una democrazia ancora non del tutto realizzata, ma indicano anche il coraggio dimostrato da un’istituzione museale nell’affrontare temi così attuali e dirompenti. Lode quindi a questa iniziativa che peraltro incoraggia gli spettatori ad aggiungere le loro storie al progetto pubblicando fotografie o brevi video su Instagram con l’hashtag # WithN2020.

Katie Delmez, curatrice del Frist Art Museum e che ha lavorato con Woke3 sul progetto N2020, osserva: “Gli eventi attuali hanno approfondito l’impegno di Frist nei confronti della nostra comunità e hanno spinto gli sforzi per rispondere in tempo reale ai cambiamenti sismici in atto” sulle questioni di equità e giustizia sociale.

A completamento della mostra online, una performance pubblica dal vivo, con coreografi, ballerini e musicisti che partecipano a N2020, è prevista per la fine dell’anno 2021.

Charles Schloss

Info:

online
N2020: Community Reflections
Frist Art Museum
919 Broadway
Nashville, TN
mail@FristArtMuseum.org
@FristArtMuseum #TheFrist #WithN2020

DaShawn Lewis, 30 maggio 2020, 17:02, raduno “I Will Breathe”, Nashville, © DaShawn Lewis, courtesy of the artist and Frist Art Museum

DaShawn Lewis, May 30, 3:28 p.m., 2020. Photograph. © DaShawn Lewis, courtesy of the artist and Frist Art Museum

Woke3, January, 2020. Photograph. © Woke3, courtesy of the artist and Frist Art Museum

Twigz (feat. J. Reggaerica), Field Work, 2020. Video. © Twigz, courtesy of the artist and Frist Art Museum

Kyrstin Young and Angel Adams, The Great Debate, 2020. Video. © Kyrstin Young, courtesy of the artist and Frist Art Museum


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