Il principio è il dualismo: contrapposizione e connessione tra opposti. Polarità di elementi, rappresentazione e concretezza, concezione e trascendenza. È un’arte del tutto e del niente, del passato e del presente, di luoghi reali e di luoghi mnemonici. L’Io nello sguardo dell’altro, percezione reciproca di soggetto e soggettività.
Un concatenamento di elementi concettuali descrive la celeberrima carriera di Giulio Paolini (Genova, 1940) come un’analitica rappresentazione dell’arte quale mezzo di connessione. Un’arte pittorica non definita dall’utilizzo di tavolozze e di colori, quanto dalla manifestazione di un pensiero. Un pensiero collettivo quanto singolo, specchiante quanto riflessivo, metafisico quanto veritiero. Il processo dell’idea è l’idea stessa, il mezzo espressivo è il termine ultimo, di cui il supporto mediatico è il punto fermo. Paolini è fautore di uno sguardo nell’arte di una prospettiva trasversale: non è un errore di calcolo, di strumenti goniometrici difettosi, ma una visione differente delle cose per volontà e voluttà di ricerca. Si instaura una relazione empatica ed empirica tra spettatore e opere, tra opera e opera, tra artista e contenuto. È un rimando tra sfere in continua espansione e corrispondenza. Ritrarre l’altro per ritrarre sé stessi, più in maniera figurale che letterale.
Una storia estetica nata con Disegno Geometrico nel 1960, il cui segno sarà reiterazione di un linguaggio contemporaneo mutevole quanto concreto. «Le opere che espone il pittore non sono veri e propri quadri: sono momenti del rapporto tra chi fa il quadro, chi guarda il quadro e quell’oggetto materiale che è il quadro». Con questa frase l’amico Italo Calvino descrive esaustivamente la sua idea di fare arte nel saggio a lui dedicato, intitolato La Squadratura. Giulio Paolini torna per la sua sesta volta negli spazi espositivi di Alfonso Artiaco a Napoli, con una serie di opere realizzate appositamente per la mostra dal titolo Dall’Italia, accompagnate da diversi collage tipici del suo lavoro. Come eco quotidiano, la natura e il paesaggio del Bel Paese vengono riprodotti e riproposti nelle opere esposte, la maggior parte delle quali afferenti alla storia e cultura partenopea. Le tematiche affrontate vanno dal particolare al cosmico, un binomio che accresce sensazioni e misteri, conoscenza e apparenza.
Paolini inizia il suo viaggio senza tempo con la veduta di un panorama marino dal titolo Detto (non) fatto 2010-2024, un polittico di quindici teche, ciascuna contenente un frammento fotografico di cielo, orizzonte e mare alternati a frammenti di un suo omonimo testo. La frammentazione è per l’artista un modus operandi che sovrasta il concetto di visione spaziale e rottura tra contenuto e contenitore di un’opera d’arte, una riflessione più sul gesto che l’immagine ottenuta. E si continua con opere omaggianti artisti del passato, come de Chirico e de Pisis, le vedute pompeiane, fino a giungere alla grande scultura in gesso al centro della galleria intitolata Firmamento. È questa un’opera che racchiude un senso di rispetto e ricordo di artisti e autori passati, amici e colleghi, ispiratori quanto conduttori di pensieri affini. La rappresentazione di un uomo che appone la sua firma sostituendo i nomi dei precedenti citati con un inchiostro nero che apparentemente cancella, ma che, invero, ne avvale il senso stabile e analitico.
Con le opere Prova d’autore e Tutto e Niente il celebre artista sconfina nel cosmo come immaginazione di qualcosa di conosciuto e sconosciuto allo stesso tempo, cose indistinte e inarrivabili, visioni ignote o in divenire. La reduplicazione di oggetti – in taluni casi anche autoritratti – quella mise en abîme che perpetuamente rimarca situazioni e significati è per il maestro Paolini un’espressione concettuale di libertà e vastità: l’oltrepassare confini schematici e razionalistici, per definire e spaziare un’immagine, viene reclamato in opere come la serie di collage Stanza delle apparizioni (una sequenza di cornici dorate) e Fuori Scena (la ripresa della stessa stanza in cui è collocata l’opera). La coesione duttile della natura estetica di Giulio Paolini è fonte di riletture e ripensamenti dell’arte contemporanea. Un artista che ha fatto la rivoluzione concettuale dell’elemento artistico, teogonia di una contemporaneità molteplice ed espressiva.
Info:
Giulio Paolini. Dall’Italia
04/03 – 20/04 2024
Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo 7, Napoli
https://www.alfonsoartiaco.com/it
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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