Gli altri sono ovunque. Sta all’immagine fotografica comprendere e restituire quanto osservato dallo sguardo, comunicando senza orpelli ciò che si colloca ai margini del vissuto. Non al centro, non nella sicurezza dei luoghi di aggregazione concreti e ideali, ma ai margini. Territori di tutti e di nessuno, zone acerbe, abitacoli di pensieri, concetti e identità di cui non si parla. Qui, nella periferia del visibile, si incontrano dettagli eloquenti, drammatici e pulsanti di vita, storie intense, ma anche corpi brulicanti di silenzi. Si inciampa sulle ristrettezze e sulle disuguaglianze sociali e di genere, si varca la soglia intima delle case, si entra negli spazi vasti del lavoro.
La mostra antologica Lisetta Carmi – Gli Altri presenta a Lecce, nelle sale del Castello Carlo V, le tappe interessanti del percorso della fotografa dal 1960 alla fine degli anni Settanta. La mostra, a cura di Roberto Lacarbonara, Giovanni Battista Martini e Alessandro Zechini in collaborazione col l’Archivio Lisetta Carmi di Genova, è la prima tappa di un progetto che approderà in autunno anche al Museo Osvaldo Licini di Ascoli.
Oltre sessanta scatti in bianco e nero che raccontano l’alterità: quella dei corpi e degli sguardi, dei gesti e delle espressioni su cui la vita scrive molteplici storie autentiche, smisurate e insolenti. La fotografia di Lisetta Carmi (Genova, 1924) fissa i salti di registro, passa da una geografia all’altra, si inerpica sulle passioni e sui sentimenti, sui pendii degli umori irriverenti, per abbracciare con lo sguardo i lineamenti di un’espressione taciturna, scarna e dimessa.
In direzione ostinata e contraria.
Per Lisetta Carmi la fotografia è un mezzo che consente di “capire l’umanità”, di afferrarla con l’intelletto. Qui è racchiusa la finalità della sua ricerca sociale e antropologica, volta a restituire la poetica della vita e delle sue contraddizioni, gli accidenti e le iperboli, gli aspetti immanenti e reconditi del mondo sociale.
Negli scatti di Lisetta Carmi l’alterità è declinata in diverse prospettive. Gli “altri” sono gli uomini che risiedono nelle zone rurali del meridione, ma anche gli operai delle acciaierie liguri; sono le geografie urbane abitate dai transessuali; sono il volto di Ezra Pound catturato nel silenzio di un fugace incontro.
Nelle diverse sezioni della mostra di Lecce è possibile incontrare gli scatti dedicati al meridione italiano, ai territori della Sardegna, Sicilia e Puglia. È qui che Lisetta Carmi inizia a fotografare nel 1960 durante un viaggio con l’amico etnomusicologo Leo Levi, giunto nella regione per studiare i canti della comunità ebraica di San Nicandro Garganico. Ed è in Puglia, Cisternino in provincia di Brindisi, che Lisetta fonda l’ashram Bhole Baba dopo aver incontrato a Jaipur il guru Babaji nel 1976.
Particolarmente interessante è il reportage realizzato in Sardegna tra il 1962 e 1976, quando, durante alcuni viaggi, scopre le comunità di Orgosolo e Calangianus. Qui, Lisetta Carmi ha la possibilità di conoscere dettagli della vita civile e religiosa dell’Isola, di cui sa cogliere gli aspetti rituali più remoti e incisivi. In Sicilia, la fotografa registra gli aspetti arcaici e tradizionali della società traducendoli in documenti visivi in cui la componente realistica è mitigata da un lirismo imprescindibile e vitale.
Dalle terre sconfinate della tradizione ai moderni focolai industriali. Una serie di scatti di Lisetta si concentra sui luoghi del lavoro restituendone le contraddizioni latenti. Il Porto di Genova e l’Italsider sono raccontati in scatti concisi e inclementi che ritraggono le dure condizioni di lavoro degli operai del porto e delle fabbriche, lasciando emergere ancora una volta quell’umanità che è il cuore pulsante della storia.
Una sezione della mostra è poi dedicata all’incontro con il poeta americano Ezra Pound. Dodici scatti realizzati nel 1966, fugaci e profondi, in cui Lisetta sa perfettamente come catturare lo stato d’animo dello scrittore americano accusato di aver aderito al fascismo, e dopo essere giunto in Italia, a Sant’Ambrogio di Zoagli, dove si ritira dopo aver trascorso tredici anni nel manicomio di St. Elizabeth, a Washington.
Ai margini del visibile della società si collocano anche gli scatti realizzati a partire dal 1965 a Genova. La Gitana, La Cabiria, La Morena, La Bella Elena, Renée, Pasquale sono alcuni dei “travestiti” a cui Lisetta dedica alcuni delle sue immagini più autentiche e dinamiche, narrando una quotidianità ai margini, restituendo dignità e libertà alla sofferenza e all’emarginazione di coloro che non sono per Lisetta semplicemente uomini o donne, ma “esseri umani”. I risultati di tale esperienza confluiscono nel 1972 in una pubblicazione intitolato I travestiti, un documento essenziale che testimonia in maniera intima e radicale la quotidianità all’interno della comunità.
L’immagine fotografica sperimentata da Lisetta Carmi è autentica, cruda ed immediata. Per compiere la sua funzione semantica, deve mettere da parte la ridondanza estetica, le intenzioni meramente espressive, per incontrare l’accidentalità dell’esistenza e dei suoi attori; deve farsi incursione efficace, esplorare i territori dell’imprevedibilità, della quotidianità e della fatica del lavoro, dell’irriverenza, del rito e della tradizione, ma anche le zone d’ombra dell’animo e della psiche umana, così come del corpo.
La fotografia diventa allora un cammino che ricerca costantemente la verità. La verità di coloro che non hanno un nome. La verità degli altri.
Info:
Lisetta Carmi – Gli altri
06/05/2021 – 05/09/2021
CASTELLO DI CARLO V
Viale XXV Luglio – Lecce – Puglia
Lisetta Carmi, Cisternino la raccolta delle olive, 1976 ca cm 24 x 30 © Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti, Courtesy Archivio Lisetta Carmi
Lisetta Carmi, Ezra Pound, 1966, cm 30 x 40 © Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti, Courtesy Archivio Lisetta Carmi
Lisetta Carmi, I travestiti, La Gitana, 1965-1967, cm 30 x 24 © Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti, Courtesy Archivio Lisetta Carmi
Lisetta Carmi, I travestiti, La Cabiria, 1965-1970. cm 24 x 30 © Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti, Courtesy Archivio Lisetta Carmi
Storico dell’arte, critico e curatrice indipendente. Lavora attivamente in progetti dedicati alle arti visive occupandosi in particolare di scrittura critica e comunicazione. Attualmente vive in Messico dove lavora come docente universitario di Gestione delle Arti Visive. Parallelamente al suo percorso di studi in Storia dell’arte, archeologia e curatela di eventi culturali, si é diplomata in canto jazz presso il Conservatorio di Bari N. Piccinni. Al centro dei suoi interessi si incontrano le manifestazioni artistiche connesse alla relazione tra musica, voce e suoi aspetti rituali e iconografici.
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