Alcuni anni fa, il 25 settembre del 2015 HAM, il museo d’arte della città di Helsinki, ha trovato una definitiva e splendida collocazione nel ristrutturato Tennis Palace. Il museo, oltre a custodire 9mila opere d’arte e ad accogliere mostre che ne vivacizzano l’immagine, s’inserisce in una città che ospita circa 500 opere di arte pubblica, di cui circa la metà sono di proprietà del museo. In questo modo il museo afferma il suo principale obiettivo: “Making Helsinki more fun through art”. Certo, le sculture distribuite all’interno del tessuto urbano sono memorie che risalgono non di certo al principio retorico del monumento celebrativo (tipo le statue equestri dei tanti re e condottieri sparse per tutte le piazze d’Europa), quanto agli intenti di “Volterra 73” dove Enrico Crispolti intese creare un coinvolgimento tra gli anonimi passanti e le opere d’arte contemporanea disseminate nello spazio urbano.
In questo senso, HAM si definisce “coraggioso, curioso, aperto a molte possibilità, innovativo”.
Sotto la guida del museo, l’ultimo intervento di arte pubblica è stato realizzato per la cafeteria della Kalasatama Comprehensive School (Helsinki) da Tommi Grönlund e Petteri Nisunen. Si tratta di una installazione basata sui sette colori dello spettro solare identificati da Isaac Newton (blu, magenta, rosso, arancio, giallo, verde e cyan), ma che, grazie alla luce LED, vengono combinati in 343 varianti. Gli autori (che lavorano in sodalizio dal 1990) così ci parlano dei loro intenti: “Molti dei nostri lavori coinvolgono la casualità, che spesso è basata su fenomeni naturali, come le fluttuazioni della radiazione di fondo radioattiva. Anche se la sua media rimane costante, potrebbero esserci grandi variazioni in un breve periodo di tempo. Le opere hanno vita propria entro valori specificatamente fissati per i sistemi di controllo. La cosa affascinante della casualità è che, nonostante i nostri sforzi razionali, alla fine la vita è sempre casuale”. In definitiva un lavoro incentrato sulla luce, come modulazione dello spazio, un po’ alla maniera dell’artista francese Michel Verjux.
Segnaliamo anche “Passage”, la mostra di Inka Bell, visitabile (se il museo potrà aprire i battenti a breve) fino al 7 marzo. Il linguaggio espressivo di Inka Bell (nata nel 1981) si basa sul minimalismo astratto, lavorando per sottrazione e ripulitura di quanto può sembrare superfluo. Le opere incorporano sottili osservazioni sullo spazio, concentrandosi sull’esame delle relazioni tra approcci bidimensionali e tridimensionali attraverso un correlazione tra materiali, colore, superficie e ripetizione. Questa mostra è supportata da Grafia e Arts Promotion Centre Finland.
Non bisogna poi dimenticare che Helsinki Art Museum è direttamente coinvolto nella prima edizione della Biennale di Helsinki. La Biennale era stata programmata per l’estate del 2020, ma è stata rinviata a causa dell’epidemia di Covid-19. Le nuove date annunciate sono: 12 giugno – 26 settembre 2021.
Il titolo di questa prima edizione è “The Same Sea”, il luogo che ospiterà la manifestazione è l’isola di Vallisaari, ex area militare, a quindici minuti di traghetto dal centro di Helsinki, e l’intento sarà quello di creare una piattaforma dialogica tra la scena artistica finlandese e il panorama globale, attraverso lavori site-specific, progetti commissionati ad hoc, workshop, opere diffuse sul territorio. Il direttore artistico della rassegna è Maija Tanninen-Mattila, dal 2013 alla guida di HAM, e le curatrici sono Pirkko Siitari e Taru Tappola. Quaranta sono gli autori invitati. Ne ricordiamo qualcuno: Paveł Althamer, Pasi Autio, Egs, Katharina Grosse, Tadashi Kawamata, Mario Rizzi, Maaria Wirkkala.
Luigi Sain
Info:
HAM
Helsinki Art Museum
Eteläinen Rautatiekatu 8
00100 Helsinki
ham@hel.fi
Villu Jaanisoo, Kuukkeli, © Photo: HAM / Hanna Kukorelli
Inka Bell, Passage, 2020 (exhibition view) / Photo: HAM / Hanna Kukorelli
Joni Kärkkäinen & Jukka Tarvainen (artisti invitati alla Biennale di Helsinki, con il supporto di Lappset Group, Tikkurila e Zodiak), ph Matti Pyykkö, courtesy HAM
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