I love the (Artopia) gallery

Artopia Gallery (via Lazzaro Papi 2, Milano) di Rita Urso ha aperto le porte al pubblico per la prima volta nel febbraio 2001, con l’esibizione In punta di piedi di Marzia Migliora curata da Emanuela De Cecco. Oggi, dopo anni di frenetica e instancabile attività, la galleria festeggia i vent’anni dall’apertura con la nuova mostra inaugurata il 4 marzo e che durerà fino al 30 aprile intitolata I love the gallery – 20th anniversary exhibition.

Questo evento non è solo l’occasione per raccontare l’attività della galleria dagli inizi, ma rappresenta un momento di riflessione e un’iniezione di positività in una fase di stasi generalizzata i cui effetti hanno tanto impattato sul mondo dell’arte. La rinnovata energia vitale che si sprigiona attraverso questo nuovo inizio infatti si posiziona in uno spazio collaterale, un ex laboratorio di fine ‘800 situato nel cortile della galleria e destinato a divenirne la nuova sede.

In uno scambio di battute, Rita Urso ce ne dà conferma: “Il nuovo spazio presenta caratteristiche e potenzialità molto diverse rispetto a quello attuale, ad esempio una verticalità affascinante, e nasce dall’esigenza di rappresentare quell’ampliamento di programma, l’aprirsi a nuovi media che da qualche tempo connota l’attività della galleria”.

Lo spazio originario che fin dagli esordi, ha fatto già molto parlare di sé per la sua natura non convenzionale e innovativa, si situa al primo piano di un palazzo di inizio ‘900 ed è adiacente alla dimora dei proprietari. Proprio come un normale alloggio è stato allestito secondo i dettami stilistici di un’abitazione piuttosto che quelli di una galleria d’arte e da sempre pone il suo interesse sugli artisti emergenti provenienti dall’area balcanica-orientale, trattando tematiche che all’epoca dell’apertura non erano ancora affrontante in maniera diffusa e approfondita.

Il titolo della mostra per il festeggiamento dello spartiacque si ispira all’opera di Adrian Paci I love the gallerists and they love me (2001), lavoro dell’artista che si posiziona nello spazio come momento iniziale e conclusivo del percorso espositivo. All’interno Paci mostra le sue mani che modificano le posizioni e i volti dei galleristi Rita e Remo Urso, a raccontare simbolicamente il potere trasformativo dell’arte sull’animo umano in relazione all’evoluzione che Artopia Gallery ha vissuto negli anni.

La mostra si snoda in tre sezioni tematiche che narrano ognuna una sfaccettatura diversa della storia della galleria: le prime due parti raccontano l’approccio a un luogo che unisce lo spazio pubblico e quello domestico, elemento che ha sempre connotato l’architettura e le modalità espositive della galleria, delineando un grande contenitore che sovverte lo stereotipo del white cube. In questa zona si incontrano le opere di Marzia Migliora ma anche quelle di Paola Gaggiotti e Enzo Umbaca, unite concettualmente dai temi della casa e dell’identità.

Nella sezione successiva vi sono le opere di artisti accomunati dalla provenienza geografica balcanico-orientale o che affrontano temi urgenti di quella regione, come Adrian Paci, Maja Bajevic e Phil Collins, lavori site-specific che vengono esposti per la prima volta in ambito italiano. L’approccio di questa sezione è poetico ma allo stesso tempo socio-politico e affronta il tema del “sentirsi a casa” in relazione allo sradicamento, alle scissioni di diverse dimensioni spazio-temporali, in un’ottica diversa ma connessa a quella della sezione precedente.

Nella sezione finale invece lo sguardo è al futuro: cinema, performance, architettura e design con il loro dinamismo accendono la mostra attraverso le opere di ZAPRUDER filmmakersgroup, Elizabeth McAlpine e Jean-Baptiste Maitre, tutti accomunati dalla ricerca e dalle riflessioni sul tempo, sui rapporti tra temporalità e immagine filmica e fotografica e sulle influenze che queste relazioni generano a livello sociale e narrativo.

Ho chiesto a Rita Urso in che modo si articolerà il nuovo contenitore, se ha già un’idea di come evolverà e quali sono i messaggi e gli obiettivi che si è prefissata per questo nuovo spazio. La fondatrice ci consegna la vera essenza di Artopia Gallery: “Non ho pensato a una mostra inaugurale precisa per il momento, anche perché questo spazio deve essere prima ristrutturato. La mostra I love the gallery, aperta in una dimensione ancora grezza, nasce dal desiderio di offrire una lettura del percorso della galleria in questi venti anni. Essa è stata allestita in quello che sarà il nuovo spazio rinunciando volutamente a qualsiasi supporto allestitivo e quindi in un luogo senza pelle, nudo e trascurato, a sottolineare che il passato e il presente guardano al futuro quando si spoglia di ciò che non è necessario. Mi riesce quindi difficile in questo momento capire come lo spazio evolverà successivamente. Siamo ancora in una fase progettuale. Il messaggio che vorrei però far passare attraverso questa nuova location è il superamento delle divisioni rigide tra i differenti linguaggi e più in generale mi piacerebbe comunicare quanto l’arte sia in grado di cambiare il mondo proprio per la sua capacità intrinseca di volare alto”.

Lucrezia Costa

Info:

4 marzo – 30 aprile 2021
RITAURSO Artopiagallery
via L. Papi 2
20135 Millano
info@artopiagallery.net
20th anniversary exhibition
con le opere di Maja Bajevic | Phil Collins | Martina della Valle | Paola Gaggiotti | Jean-Baptiste Maitre | Elizabeth McAlpine | Marzia Migliora | Margherita Morgantin | Adrian Paci | Jelena Tomašević | Enzo Umbaca | ZAPRUDER filmmakersgroup

Rita e Remo Urso ai tempi dell’apertura della Galleria Artopia in via Lazzaro Papi n. 2 (Milano) nel 2001. Ph courtesy Artopia

Adrian Paci, I love the gallerists and they love me, 2001, still da video, opera presente all’interno della mostra come fulcro dell’esposizione per la celebrazione dei venti anni della galleria. Ph courtesy Artopia

ZAPRUDER filmmakersgroup, Cordiale scena di caccia, opera presente all’interno della mostra per la celebrazione dei venti anni della galleria. Ph courtesy Artopia

Marzia Migliora, 59 passi, still da video, opera presente all’interno della mostra per la celebrazione dei venti anni della galleria. Ph courtesy Artopia


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