Nel contesto della 14° edizione del CyFest, denominata Ferment: Metamorphoses and Reflections, è stata presentata al pubblico di New York la video installazione dal titolo “Fragile”, dei MASBEDO. Il progetto, a cura di Valentino Catricalà, curatore della SODA Gallery di Manchester, ha aperto al pubblico lo scorso 3 dicembre, nella prestigiosa sede del National Art Club. Si tratta di uno dei più storicizzati circoli artistico/culturali degli Stati Uniti che, fondato nel 1898, ha avuto tra le fila dei suoi membri importanti personalità del mondo dell’arte americana.
L’opera, sempre nella cornice di una delle edizioni del CyFest, il festival itinerante dedicato al rapporto fra arte e tecnologia più grande del mondo, ha già visto un primo momento espositivo all’interno degli spazi della chiesa Annenkirche di San Pietroburgo, città dove tale iniziativa è nata nel 2007. In questa ulteriore esperienza, l’intervento artistico dialoga armoniosamente con le salienze architettoniche del luogo ospitante, a fronte della continuità che si stabilisce fra lo stile neoclassico del National Art Club e quello dell’ambientazione del video, realizzato nelle sale del Museo Reale Galleria Sabauda di Torino.
L’opera, datata 2016, inscena la visita di un giovane lungo le stanze della Galleria, in presenza di un pavone che pare essere oggetto delle sue cure. Passeggiando tra capolavori della storia dell’arte, la compagnia del pavone – senza soffermarsi ora nel merito del suo retaggio iconografico – rimanda al senso di precarietà tipico della vita, nonché alla bellezza poetica insita in questa condizione. Difatti, nel video, si vede l’animale, un esemplare anziano, non riuscire a ergersi sulle proprie zampe per aprire la maestosa coda. L’immagine è resa ancora più intensa dal vuoto delle sale, tanto da lasciare udire l’eco dei passi e dei movimenti dei protagonisti risuonare. La figura del pavone, pertanto, è da leggersi come metafora di una dimensione della bellezza che, nella contemporaneità, appare sempre più appesantita dalla disattenzione del tempo vissuto. Su questa base, la categoria della fragilità richiamata in sede di titolazione sembra sì, a ragione, suggerire una riflessione circa la caducità della bellezza stessa ma, al contempo, pare anche evocare la forza rigeneratrice costitutiva dell’arte e del suo andamento.
Inoltre il lavoro, più in controluce, ben rispecchia l’entità del linguaggio dei MASBEDO, contrassegnata da una cifra espressiva che attinge al video, all’installazione, al cinema, alla performance, al teatro d’avanguardia e al sound design, ricercando punti di contatto e di equilibrio fra queste pratiche convenzionalmente differenti. Pertanto, proprio dall’osservazione di “Fragile” in questa sua successiva configurazione curatoriale, si avverte il valore fondamentale rivestito tanto dall’aspetto immersivo quanto da quello performativo, con cui il duo è solito approcciare alla realizzazione delle sue operazioni. “Fragile”, al National Art Club di New York, è visibile fino al 3 gennaio 2023.
Info:
a cura di Valentino Catricalà
National Art Club
15 Gramercy Pk S, New York, NY 10003
Critico d’arte contemporanea e curatore, ha curato mostre in gallerie, spazi indipendenti e istituzionali. Ha tenuto conferenze in Italia e all’estero. Suoi testi e ricerche sono pubblicati su cataloghi, magazines di settore, edizioni di gallerie e monografie. È curatore di archivi d’artista, contributor di riviste e uffici stampa specializzati. Collabora con fondazioni, musei pubblici, case editrici e università a progetti di ricerca e curatoriali.
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