Ritorna a Forlì, dal 15 al 18 settembre 2022, presso gli spazi EXTAR, il consueto appuntamento con Ibrida, il Festival Internazionale delle Arti Intermediali, giunto quest’anno alla sua settima edizione. Come sempre, lo ricordiamo, lo scopo del progetto è tradurre in proposta culturale e artistica il cambiamento epocale che stiamo tutti attraversando, per mezzo di performance artistiche, installazioni, dialoghi (annoveriamo la preziosa presenza del critico d’arte Renato Barilli) e musica elettronica. Infatti, come dicono anche i Direttori artistici Francesca Leoni e Davide Mastrangelo: «Ibrida Festival nasce nel 2015 allo scopo di indagare e divulgare le produzioni e le ricerche recenti nell’ambito della videoarte, accogliendo in maniera del tutto naturale al suo interno anche la performance art e la musica elettronica abbinata alla sperimentazione sulle immagini. Le Arti Intermediali, nomen omen, prevedono l’utilizzo di diversi media contemporaneamente (il video, l’installazione, la musica, la performance live), in un’ottica di ibridazione». Il tema proposto quest’anno è quello della Digital Identity, inteso anche come un punto labile tra confine fisico e digitale.
Ma scopriamo di più di quest’edizione di Ibrida, con gli organizzatori dell’evento, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo.
Antonella Buttazzo: Quando si parla di identità, ci rifugiamo in una rappresentazione unica, con determinate caratteristiche che rendono un individuo inconfondibile rispetto ad altri in ambito personale e sociale. Con l’avvento dell’era digitale, invece, parliamo di identità digitale. Quanto questo processo ha influenzato il mondo dell’arte, secondo voi?
Francesca Leoni | Davide Mastrangelo: La rete sin dagli albori ha dimostrato un’innata predisposizione nel connettere le persone tra di loro. In brevissimo tempo tutti i segnali si sono digitalizzati e Internet si è evoluto influenzando tutto il mondo. Gli artisti, che sono sempre stati precursori dei tempi, si sono ritagliati sin da subito uno spazio nell’ecosistema digitale, dapprima separando le due dimensioni e utilizzandolo come estensione del reale. Oggi i due mondi si ibridano tra di loro e il digitale è un modo di pensare e agire. Quindi, anche la nostra identità è costantemente minata e messa in discussione. Tutto viene rappresentato in forma digitale, come sequenza di numeri 0 e 1. Molto probabilmente la nostra identità digitale sarà superata e sostituita da una nuova identità che non sarà più né digitale né fisica, ma entrambe le cose. Ad Ibrida ci occuperemo del problema da un punto di vista artistico, presentando talk sugli NFT e blockchain con Domenico Quaranta, poi discuteremo di bioarte, arte ecologica, post Internet e arte immersiva con critici ed esperti del settore.
Parliamo di un’importante novità di quest’anno: la prestigiosa collaborazione con il DAMS dell’Università di Bologna. Com’è nata l’idea di cooperazione e quali obiettivi vorreste perseguire insieme?
Non è la prima volta che collaboriamo con Videoart Yearbook, la rassegna di videoarte del DAMS di Bologna. Li abbiamo conosciuti, in primis come artisti, con un nostro lavoro videoarte, Person-A, nel tempo abbiamo collaborato sempre di più. Quest’anno in particolare abbiamo suggellato una partnership importante, e siamo stati invitati all’Università di Bologna come Festival durante la loro rassegna 2021, nella quale abbiamo presentato una selezione video di artisti internazionali targata Ibrida Festival. Il rapporto che ci unisce con Bologna è speciale perché lì abbiamo studiato e costruito le nostre prime basi critiche e formative, con un metodo preciso e analitico. Oltre a questo ci unisce una mission comune, quella di diffondere la cultura della videoarte in tutte le sue forme.
La presenza del critico d’arte Renato Barilli ci conduce a una riflessione molto importante per l’attuale contesto artistico e culturale contemporaneo. Secondo voi, cos’è la cultura oggi e come si rapporta con il mondo digitale?
Esiste da diversi decenni una “cultura digitale” sviluppata grazie all’avvento delle nuove tecnologie, ma che presenta ancora una serie di problematiche relative alle informazioni e alla partecipazione attiva della creazione dei contenuti. Internet è ormai un inconscio collettivo diffuso. Il mondo digitale è una grande opportunità perché ci permette di arrivare ovunque nel mondo fisico senza confini. Gli artisti che passano da Ibrida operano tutti con il digitale. Esistono milioni di categorie e sottocategorie per definirli, ma noi crediamo che non sia il medium il fine ultimo della misura, ma la pratica artistica. Siamo un festival che si occupa di arti intermediali e in maniera del tutto naturale integriamo ogni anno nuove tecnologie e conoscenze in vari campi d’applicazione. Non inseguiamo il presente, semplicemente restiamo a contatto con esso e tutte le sue contraddizioni. Questa grande opportunità porta con sé una grande responsabilità, con il digitale e la profusione della rete, tutto ci riguarda sempre più da vicino.
Ringraziando Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, ricordiamo che attraverso la piattaforma web permanente di Ibrida (https://ibridafestival.it/ibrida-live/) è possibile rimanere aggiornati in tempo reale con il Festival attraverso i contenuti condivisi. Per l’edizione di quest’anno, saranno proposte sezioni monografiche dedicate al lavoro di Virgilio Villoresi, Gianluca Abbate e Silvia De Gennaro. Quanto al programma (consultabile interamente collegandosi a https://ibridafestival.it/program/) invece, vi segnaliamo: il concerto live audiovisivo Your Favourite Hell, commissionato da Ibrida Festival 2022; le proiezioni del videoartista Marcantonio Lunardi; gli incontri pubblici coi critici d’arte Renato Barilli, Silvia Grandi e gli autori Domenico Quaranta, uno dei maggiori esperti italiani in arti digitali, il quale introdurrà il suo libro Surfing with Satoshi ed Elena Giulia Rossi, che presenterà il suo recente saggio Mind the Gap. La vita tra bioarte, arte ecologica e post Internet.
Ibrida staff, ph Gianluca Naphtalina Camporesi, courtesy Ibrida Festival
Francesca Fini, The reading, till the end of the world, AR (augmented reality), 2019, courtesy Ibrida Festival
Igor Imhoff, Eyes #41, l VR (virtual reality), 2019, courtesy Ibrida Festival
Rino Stefano Tagliafierro, Peep Show Box, video installation 2019, courtesy Ibrida Festival
Ibrida Festival, Igor Imhoff, The best place to burn, video installation, 2021,courtesy Ibrida Festival
Dopo aver conseguito la maturità linguistica, ha proseguito gli studi laureandosi in Storia dell’Arte presso l’Università del Salento, con una tesi bilingue sui Preraffaelliti. Da allora, contribuisce attivamente come articolista e collaboratrice con blog nazionali e con riviste e programmi TV locali.
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