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Il cedro di Alessandra Spranzi alla P420

Il cedro di Alessandra Spranzi alla P420

È in corso presso P420, a Bologna, la personale di Alessandra Spranzi (Egli rincorre i fatti come un pattinatore principiante, che per di più si esercita dove è vietato) con opere recenti realizzate negli ultimi due anni, della serie Esercizi. La mostra è corredata da un libro d’artista. All’ingresso della galleria, tende bianche e verdi incorniciano il varco verso lo spazio espositivo, emanando un profumo di penombra e sonni pomeridiani, come dichiara l’artista. Si avverte il gusto del sale, il ricordo dei bambini avvolti nei loro teli sulle sdraio, in attesa del ritorno a casa, mentre la madre risciacqua i giochi nell’acqua del mare. Un respiro lungo, un’atmosfera di estate matura pervade la sala.

Alessandra Spranzi, “Egli rincorre i fatti come un pattinatore principiante, che per di più si esercita dove è vietato”, installation view, 2023, foto Carlo Favero, courtesy P420, Bologna

La narrazione visiva è scandita dall’incessante contrappunto di due video installazioni, Palleggi, dove un fanciullo gioca nel campetto e una ragazzina gioca contro il muro nel cortile di casa. Sulla stessa parete, la fotografia di Due mele rosse sul tavolo sovrapposte, come se i bambini, stanchi a tavola, avessero trovato nel baricentro della mela il pretesto per iniziare un gioco. L’estate persiste nell’aria, calda e afosa. Sull’altra parete della prima sala, ritroviamo il cedro, un frutto che ci affascina come se fossimo bambini al mercato per la sua natura barocca, gialla e strana, che spesso sfugge all’attenzione degli adulti. Allo stesso modo, i passanti di una strada affollata sembrano ignorare il passaggio di un cavallo bianco in mezzo alla città nella video installazione Egli. A cavallo.

Alessandra Spranzi, “Agrumi sul tavolo di cemento (Esercizi)”, 2022-2023, fotografia a colori, cm.18,7 x 25,3, ed.3+2AP, foto Carlo Favero, courtesy l’artista e P420, Bologna

La maestria di Alessandra Spranzi risiede nel conferire agli oggetti una cornice, un focus, illuminandoli. Ogni elemento non è mera natura morta, ma, come in Petanque, racconta di un gioco appena concluso, colto nell’istante in cui il movimento è ancora tangibile. In altri casi, come in Tovaglia al vento, si percepisce persino il suono degli oggetti che si muovono o sono stati mossi. Alessandra li inquadra, invitandoci a guardare, rendendo magnetica una tovaglia sospinta dal vento o il passaggio di un cavallo bianco. Da una sala all’altra, si avverte il suono di una bambina che si esercita al pianoforte, ancora alle prime note, con le dita che si abituano agli spartiti. Una sinfonia che accompagna il lavoro di Spranzi dall’altra parte del muro, entrambe impegnate in esercizi diversi. Un lavoro, una creazione.

Alessandra Spranzi, “Metronomo (non farlo)”, 2023, video digitale a colori e audio, 1’34”, ed.3+2AP, courtesy l’artista e P420, Bologna

Attraversate le tende, si accede alla seconda sala. La tazzina rimbomba, tormentata dalle posate annoiate, nella video installazione Metronomo (non farlo). Sembrano esserci ragazzi nervosi a tavola, che giocano con le posate o con il baricentro, come i Cinque bicchieri sul tavolo, impilati uno sopra l’altro. Sempre sull’orlo, come le fotografie delle sedie in bilico. La noncuranza infantile, forse realizzata dai bambini stessi, emerge anche in Noce in equilibrio nel piatto bianco, dove il genio puerile pone una noce in perfetto equilibrio sul piatto. Un gesto che un adulto difficilmente compierebbe. Emergono anche le sfere come elemento ricorrente, una volontà euclidea: palloni da gioco, bocce della Petanque, patate di mare sulla spiaggia, arance sul tavolo. Forse è la perfezione cercata da Philibert de l’Orme, il desiderio che tutto si chiuda in un cerchio, che ogni esercizio trovi conclusione dopo un inizio, fatiche e indecisioni. La sfera conferisce senso e logica, evitando l’indeterminatezza, facendoci accettare che nulla è stato fatto invano.

Alessandra Spranzi, “Egli rincorre i fatti come un pattinatore principiante”, che per di più si esercita dove è vietato, installation view, 2023, foto Carlo Favero, courtesy P420, Bologna

L’esposizione evoca l’immagine della tavola, del gioco di noci, mele, bicchieri. Rievoca l’estate trascorsa con i genitori, la pelle salata. Bambini che giocano contro i muri, accaldati e soli. Come una melodia al pianoforte, un esercizio che pare un vizio. Annoiati a casa della nonna, nel giardino, e la tovaglia che svolazza. Un’ode all’esistenza nella sua piccolezza, spesso trascurata dal nostro sguardo. L’invito è di sostare davanti a un cedro, quando se ne avrà l’occasione.

Info:

Alessandra Spranzi. Egli rincorre i fatti come un pattinatore principiante, che per di più si esercita dove è vietato
11/11/2023 – 20/01/2024
P420
Via Azzo Gardino, 9, Bologna
www.p420.it


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