Andrà in scena fino al 2 giugno, in apertura del Ravenna Festival 2023, nel cortile del Cisim, centro d’aggregazione culturale multidisciplinare di Lido Adriano (RA), lo spettacolo Mantiq At-Tayr – Il Verbo degli Uccelli, tratto dall’omonimo poema persiano del XII secolo di Farid Ad Din Attar. L’antica epopea sufi, che a partire dal viaggio in Africa, in Medio Oriente e nelle Americhe di Peter Brook e del Centre International de Recherches Théâtrales negli anni Settanta ha assunto la connotazione di testo-incontro, atto a favorire la costruzione di comuni immaginari simbolici con vari pubblici e a sviluppare inedite forme di training attorico, racconta la peregrinazione mistica di un gruppo di uccelli guidato dall’upupa per trovare il loro re mitico, il Simorgh. Lo stormo, composto da uccelli di diverse specie in ciascuna delle quali si può riconoscere l’allegoria delle più comuni fragilità umane, dopo aver superato pericoli e dissidi interni scopre che l’amato idolo non è che l’immagine di loro stessi riflessa in uno specchio. La rappresentazione è la prima tappa de Il Grande Teatro di Lido Adriano, un progetto a respiro pluriennale che si propone di indagare attraverso una forma di teatro partecipativo la realtà multietnica locale, coinvolgendo gli abitanti della zona in uno scambio a lungo termine con l’obiettivo di favorire la reciproca conoscenza e la comune elaborazione di un’identità corale coesa.
I motori dell’iniziativa sono Luigi Dadina, attore e autore del Teatro delle Albe, che ha avviato e guidato il progetto, Lanfranco Moder Vicari, rapper e direttore artistico del Cisim, il suo storico sodale, Massimiliano Penombra Benini, lo scrittore di origine algerina Tahar Lamri, il musicista Francesco Giampaoli, la gallerista Alessandra Carini e l’artista visivo Nicola Montalbini, sotto la regia organizzativa di Federica Vicari. Ma la vera protagonista è la popolazione residente del luogo, una piccola comunità (che nel periodo estivo raddoppia la sua numerosità) formata da persone provenienti dai luoghi del mondo più diversi, al punto che sono quasi sessanta le lingue che si possono sentir parlare nelle strade di questo borgo, dove molti non sono ancora in grado di utilizzare l’italiano per comunicare. In rappresentanza della sfaccettata composizione di questa micro-società si sono resi protagonisti un gruppo di rifugiati alloggiati a Ravenna, gli adolescenti e i bambini di Lido che da anni partecipano a laboratori teatrali del Cisim, adulti di tutte le età che hanno partecipato con costanza per mesi allo sviluppo dello spettacolo, giovani teatranti ravennati, cantanti e musicisti professionisti, attori dialettali d’esperienza e collaboratori che si sono occupati della realizzazione artigianale dei costumi e delle scene. Ogni disciplina (musica, canto, recitazione, cucito, danza) che ha concorso alla realizzazione dello spettacolo è stata infatti oggetto di uno specifico laboratorio (in certi casi suddiviso anche per fasce di età) guidato da uno dei professionisti prima menzionati. Nel corso della gestazione di questa complessa macchina corale si sono avvicendate molte persone, intersecando le loro storie di vita con quella di questa nuova incarnazione dell’epopea orientale.
Stupisce, vedendo lo spettacolo, la leggerezza e delicatezza con cui una folla di non professionisti si sia immedesimata nell’avventura, aprendosi alla confidenza con l’altro e alla compartecipazione sincera nel segno del fare. Nel corso del viaggio-spettacolo i protagonisti litigando, canzonandosi a vicenda, raccontandosi storie comiche o tragiche condividono le proprie paure e le proprie gioie, che sembrano trovare sempre un vivace contraddittorio nelle reazioni degli altri. Ciascun personaggio in scena, nei diversi momenti dello spettacolo concepito come sequenza di quadri, è alternativamente protagonista, coro o spettatore di ciò che avviene e alla fine anche il pubblico viene incluso nella comunità. Ciò che realmente viene messo in scena, per il tramite delle strutture offerte dai vari apporti disciplinari approfonditi durante i laboratori, non è un brano di teatro interpretato da figure amatoriali, ma è il prendere corpo di un tentativo di mitologia fondativa popolare che parte dalla quotidianità contemporanea delle persone reali. Se il fine ignoto del viaggio degli uccelli è la ricerca di sé stessi, anche la comunità si riconosce come tale nel creare una nuova storia assieme, il cui sviluppo può avvenire solo nel reciproco arricchimento. Oltre alle provenienze culturali dei protagonisti in scena, che a volte sono palesi e in altre molto misteriose, a entrare in gioco sono le diverse personalità di ciascuno di loro, che sul palcoscenico risultano altrettanto importanti delle caratteristiche del personaggio rappresentato. Ci si può commuovere: nel cadere di un tappeto di rose a terra, nell’ascoltare una canzone rap, nel vedere un bambino fuggire di scena e, alla fine, nel vedere il nostro volto riflesso in un frammento di specchio.
Info:
https://www.ccisim.it/gtdla/
Biglietti: intero € 10, ridotto € 5.
Prenotazione biglietti: https://www.ravennafestival.org/events/mantiq/.
Info: 0544 249244, tickets@ravennafestival.org.
Il Cisim si trova in Viale Giuseppe Parini 48 a Lido Adriano (RA).
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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