Le millenials descritte dalla penna di narratrici di successo come Sally Rooney, Megan Nolan e Ottessa Moshfegh appaiono imprigionate nel dilemma cosmico tra ciò che potrebbero essere e quello che non riescono a essere, niente affatto risolte nei rapporti con i propri compagni. Al contrario, osservando le muse ritratte da Tarin nella mostra “Interno 11”, esposte da Dr Fake Cabinet fino al 27 novembre, si ha l’impressione di essere dinanzi a donne molte consapevoli e sicure di sé, capaci di vestire con grande fair play i tempi attuali.
Non ci si può non immedesimare in queste ragazze belle e sfrontate, ritratte in boudoir dal profumo di cipria, con sguardi puliti che ammiccano naturalmente. La scenografia sicuramente contribuisce all’eleganza del risultato e Tarin, grazie alla competenza artistica e all’esperienza maturata anche nel mondo della moda, riesce ad amplificarne il risultato. Ne scaturiscono degli scatti eleganti e patinati in cui l’analogico, interpretato sia con l’utilizzo della Polaroid sia con le stampe ai sali d’argento, sottolinea in maniera netta il bianco e nero e il colore dei corpi. Sono donne statiche, ma ricche di personalità, molto meno plastificate e seriali di quelle di Vanessa Beecroft, che richiamano vagamente le immagini di Helmut Newton. Muse dei giorni nostri, ideologicamente sorelle delle ragazze ritratte da Rita Lino o da Tokyo Rumando, anche se ciascuna con una cifra stilistica ben definita. Le muse di Tarin, inoltre, hanno il valore aggiunto di essere illuminate dalle cornici dorate e intarsiate, scelte personalmente con maestria dalla fotografa, all’interno delle quali vengono esposte – elemento che dona alle singole opere una patina d’antan, decisamente affascinante.
La ricerca di Tarin, incentrata sul corpo femminile, prosegue con lo stesso leitmotiv dal 2008, declinato in ambientazioni differenti come quelle esterne e dinamiche del precedente lavoro “Guiltless”, nella sezione “Girls Love Bar Basso”, in cui le muse si muovevano in scenografie assolutamente fuori dagli schemi, e ambienti pieni di energia con la loro forza e semplicità.
Di diversa entità si configura invece il reportage effettuato dalla fotografa durante la 59° Biennale di Venezia, divenuta poi la mostra “Art Tales” nella project room della Galleria Marignana Arte, sempre a Venezia. In questo caso, vista la tipologia di lavoro completamente differente che lasciava spazio all’immediatezza degli scatti – avvenuti grazie a un cellulare Xiaomi 12 Series messo a disposizione da Davide Lunardelli, Head of Marketing di Xiaomi Italia, con un progetto a cui hanno collaborato anche Giovanni Audiffredi e Paola Caterina Manfredi – l’artista ha abbandonato per l’occasione l’analogico passando al digitale. Ovviamente gli scatti a colori che ne scaturiscono, seppur con la consueta attenzione verso le situazioni e le pose, ancorché inconsapevoli, dei suoi personaggi, hanno uno stile molto dinamico, ma non per questo meno interessante e attraente.
Il lavoro di Tarin è conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero. È stato infatti pubblicato su “Le Dictateur” n. 3, numero speciale dedicato alla Tate Modern di Londra, e su “Le Dictateur” n. 4, numero speciale sul Palais de Tokyo di Parigi. Nel 2019 ha esposto le sue opere in una personale, curata da Umberta Gnutti Beretta, e più recentemente ha esposto presso l’Antichambre Act2 di Parigi con una mostra curata da Denis Curti. Sky Arte le ha anche dedicato un documentario intitolato “Lady Tarin: Next Girl”, girato da Giovanni Troilo. Ha pubblicato tre monografie con NFC edizioni: Stanze Private, Tarin e Guiltless. Quest’ultima verrà presentata presso il Dr Fake Cabinet il 24 novembre 2022 alle ore 18.00 nel corso del cui evento la fotografa intratterrà il pubblico con una chiacchierata con Nicolas Ballario.
Silvia Ionna
Info:
Tarin, Interno 11
27/10/2022 – 27/11/2022
Dr Fake Cabinet
via San Francesco da Paola 12/d, 10123 Torino
Globetrotter, appassionata di letteratura, amante dell’arte e della fotografia. Non parto mai per un viaggio senza portare con me un libro di un autore del luogo in cui mi recherò. Sogno da anni di trasferirmi a Parigi e prima o poi lo farò!
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