Nanda Vigo non è solo la protagonista di una mostra. È la protagonista della sua vita, e, come risulta dai video esposti a Milano, che presentano le teste parlanti di amici e critici (tra cui Mino Bertoldo, Luca Preti, Franco Toselli, Luisa Delle Piane e altri), la sua esistenza fa la differenza non solo per lei stessa, ma anche per tantissime persone e istituzioni che la circondano. La mostra “Light Project” a Palazzo Reale a Milano è aperta fino al 29 settembre 2019 ed è curata da Marco Meneguzzo.
Come si legge nel Vangelo secondo Giovanni: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui”.
Senza timore di esagerare, si potrebbe partire da qui per raccontare la storia di Nanda Vigo, per comprendere il potere divino ed elementare della luce e la simbolica importanza dell’umano nel processo. Nonostante la centralità dell’essere umano nel processo, l’assoluta protagonista di “Light Project”- la prima retrospettiva antologica dedicata da un’istituzione italiana a Nanda Vigo – è, pertanto, la luce.
In totale sono esposte circa ottanta opere create dalla fine degli anni ‘50 sino alle esperienze più recenti; a riguardo Vigo spiega in un’intervista al Corriere: “Con la luce si possono avere infiniti sviluppi, infiniti come la luce stessa, e che quindi non avranno mai termine”, mentre le voci delle teste parlanti confermano: “Lei ha sempre lavorato con la luce”.
Nanga Vigo è nata a Milano nel 1936. Vive e lavora tra Milano e l’Africa orientale. Mostra passione per l’arte sin da giovane, affascinata da Filippo de Pisis, amico di famiglia, e dall’architettetto Giuseppe Terragni. Nel 1959, dopo gli studi all’estero, Vigo apre il proprio studio a Milano. Mettendo il rapporto tra luce e spazio costantemente al centro del suo interesse, per anni lavora come artista, architetto e designer. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana. Collabora con Gio Ponti alla realizzazione della casa “Lo scarabeo sotto la foglia” a Malo (Vi), uno dei progetti a cui si sente più legata in assoluto. Realizza la Casa-Museo Remo Brindisi a Lido di Spina (Fe). Partecipa a più di 400 mostre collettive e personali in tutta l’Europa. Dopo aver conosciuto gli artisti e visitato i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia, nel 1959 inizia la progettazione della ZERO House a Milano, terminata nel 1962. Nel 1965 organizza nell’atelier di Lucio Fontana la prima e unica mostra ufficiale in Italia di ZERO, il gruppo artistico europeo formatosi a Düsseldorf nel 1957. Nel 1982 partecipa alla 40esima Biennale di Venezia. Nel 1997 ha curato l’allestimento della mostra “Piero Manzoni – Milano et Mitologia” a Palazzo Reale a Milano. I suoi lavori fanno parte della collezione del Museo del Design della Triennale e dal 2013 anche della collezione del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2014/2015 alcune sue opera sono esposte al Guggenheim di New York e al Martin-Gropius-Bau di Berlino. Vigo è stata premiata da tante istituzioni in tutto il mondo. Come racconta, il suo ricordo più bello è quando ha potuto realizzare una costruzione davanti all’oceano, appositamente disegnata per ammirare i tramonti africani come manifestazione della sua adorazione per questo continente.
Dai sopramenzionati video con teste parlanti in mostra a Palazzo Reale, emerge che “La Nanda è una che fa gli sperimenti” e “ha una visione precisa e arguta”; un secondo dopo assistiamo al dialogo affettuoso tra due amiche: “Ciao Nanda! Sei in tutti i sensi una persona speciale!”, poi apprendiamo qualche aneddoto storico: “Era lei la prima a far entrare la luce da dietro nei quadri“; sentiamo anche una confessione non molto femminista: “Pur essendo molto femminile, è una donna di grandissimo carattere“. I sorrisi e le emozioni degli intervistati confermano il posto che Nanda occupa nei loro cuori. Questa eterogenea raccolta di opinioni presenta un’artista cosciente della forza dell’integrità del suo pensiero illuminato; la fa emergere come una persona versatile, amata e sensibile.
La tecnica con cui è stata sviluppata la registrazione dei video è invece una storia tutta diversa: la luce rimbalzante riflessa negli occhiali dei protagonisti, una torcia “minacciosa” disposta a creare un’atmosfera intima o criminale (un riferimento alla luce che è la tematica principale dell’artista) crea un’intonazione quasi comica; la musica “paurosa” del background diventa una parodia di sé stessa. Fortunatamente, i video, dal punto di vista estetico, non costituiscono il cuore della mostra, ma sono significativei per il loro contenuto.
Nella sala principale della mostra la vista risulta un po’ troppo oscurata dove sarebbe importante vedere bene (le descrizioni all’entrata). Andando avanti, ci imbattiamo in incontri inopportuni e poco estetici tra materiali (polverosi pezzi di lampadario in stile neoclassico si appoggiano ai proiettori digitali) e le aperture dell’installazione “Global Chronotopic Experience”, un vero e proprio paradiso per i selfie-makers, pianificate come regolari ogni 15 minuti, sfortunatamente non lo sono in realtà.
La mostra dà l’impressione di non trovarsi nella sua ambientazione ideale. La luce non vince con gli interni scuri e pesanti di Palazzo Reale, il tappeto grigio ci ancora a terra, dandoci basi solide e stabili per i piedi, ma non sembra molto in linea con la mentalità aperta di Nanda Vigo perchè è troppo scuro e non dà spazio alle riflessioni della luce.
Lo spazio imponente non riflette energia, non offre una nuova scena per le opere e non vuole giocare. È forse probabile che l’arte di Nanda Vigo non voglia invecchiare, raccolta negli spazi di un palazzo storico fingendo di essere finita? Ci sono il vecchio, dignitoso rinoceronte e il pappagallo colorato, vivace e stimolante, ma il primo non ha nemmeno voglia di svegliarsi.
Dobrosława Nowak
Info:
Nanda Vigo. Light Project
23 luglio -29 settembre 2019
a cura di Marco Meneguzzo
Palazzo Reale
Piazza del Duomo, 12 – Milano
Nanda Vigo, Neverended light and Galactica sky, Palazzo Reale, Milano, 2019
Nanda Vigo, Arch/arcology, Palazzo Reale, Milano, 2019
Nanda Vigo, Trilogia, Light progressions omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Palazzo Reale, Milano, 2019
Nanda Vigo, Global Chronotopic Experience, Spazio San Celso, Milano, 2017
For all the images: Ph. Marco Poma. Courtesy Archivio Nanda Vigo
Laureata in Fotografia e Arte della Registrazione Visuale all’Università dell’Arte di Poznan (Polonia) nel 2013. Laureata in Psicologia all’Università di Adam Mickiewicz a Poznan nel 2015. Nel 2018 ha frequentato il corso “Ultime Tendenze nelle Arti Visive” all’Accademia di Belle Arti di Brera. Scrive d’arte per varie riviste in inglese, italiano, francese e polacco. Artista, curatrice e ricercatrice. Nata in Polonia, vive e lavora a Milano.
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