Camilla Cesarini, meglio conosciuta come Armadilly, è una giovane artista (Pesaro, 1995) che, attraverso il proprio lavoro, racconta il mondo che la circonda e l’era digitale. Le sue opere, realizzate con minuziosa attenzione e cura artigianale, appaiono come un messaggio immediato: una semplificazione visiva che non ha bisogno di intermediazioni. Armadilly, che quest’anno partecipa a Contextile, la Biennale dedicata all’arte tessile che si tiene in Portogallo, ha concesso a Juliet Art Magazine un’intervista.
Claudia Pansera: Chi è Camilla Cesarini, in arte Armadilly?
Camilla Cesarini: Armadilly è un’eterna adolescente, amante del rosa e dei glitter, sempre alla ricerca delle migliori feste in piscina e di amanti da intrattenere con il suo piccante sarcasmo. Mi piace pensare che questo nome d’arte sia il mio alter ego, perché in realtà io ho 27 anni e sono molto più pacata nella vita di tutti i giorni, anche se un fondo di verità esiste.
I tuoi lavori sono estremamente riconoscibili. Come sei arrivata a questo tipo di espressione?
Ho sempre disegnato e lavorato manualmente fin da piccolissima. Quando ho iniziato a interessarmi di moda avevo circa undici anni e non facevo altro che realizzare moodboard raccogliendo tutto ciò che mi piaceva. Alle superiori ho studiato moda e grafica e poi mi sono laureata in Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra gli aspetti dell’accademia che mi sono piaciuti di più vi è l’aver avuto la possibilità di studiare anche materie come la storia dell’arte contemporanea o la storia del cinema; queste discipline artistiche hanno contribuito a formare il mio stile. Penso sia fondamentale per l’artista attingere a tutto quello che lo circonda e non fermarsi solo al proprio ambito artistico per poter sviluppare qualcosa di interessante. Per me, ad esempio, i social sono fondamentali, ma se dovessi elencare alcuni dei miei artisti preferiti direi Roy Lichtenstein, Brecht Evens, Jessica Craig-Martin, Olimpia Zagnoli, Antti Lovag ed Ettore Sottsass… Invece, gli spessi contorni neri dei miei lavori sono il frutto di tanti sbagli fatti ricercando la perfezione del segno e allo stesso tempo sono una protezione da ciò che rimane all’esterno.
Che cosa racconta la tua arte?
Amori e disamori, giovani disillusi, necessità di piacere a tutti i costi e ansia cronica. Molta ironia e sarcasmo, nessuno spazio per una genuina felicità. Parlo di quello che vivo tutti i giorni dandogli un aspetto glamour e scintillante. Sono quadri apparentemente frivoli ma che nascondono un senso di malessere in sottofondo. Siamo pervasi da immagini su Instagram che non fanno altro che farci sentire meno di quello che siamo: mai abbastanza belli, mai abbastanza ricchi, mai abbastanza interessanti. Questa non è una problematica nuova, probabilmente è iniziato tutto con l’arrivo delle top model e delle star del cinema come icone pop, i social network hanno solo esasperato questo aspetto. Il mio intento non è necessariamente criticare i giovani per questo, perché io per prima ne sono succuba, ma vorrei mettere in luce questo sistema che crea così tanto malessere utilizzando una grafica semplice e d’impatto che renda accessibile a tutti il messaggio.
Sei una delle artiste selezionate per partecipare a Contextile 2022, la Biennale di Arte Tessile che si tiene in Portogallo. Ci puoi parlare di questa esperienza?
Essere una delle artiste selezionate per Contextile 2022 rappresenta per me un grande onore e non posso che esserne orgogliosa, anche considerando la qualità delle opere esposte. Ho avuto il piacere di conoscere un’altra artista selezionata, Madalena Pequito, che ha portato l’opera Lençol, una sorta di maglia malleabile fatta di anelli di vetro che può cambiare forma creando sempre nuove possibilità. È stato bello confrontarsi in quanto scoprendo l’arte di un altro paese si può capire quanto sia differente crescere con diversi riferimenti culturali e quindi l’influenza che questi hanno avuto sugli artisti di oggi. Tra gli artisti di Contextile che mi hanno colpita di più ci sono: João Pedro Vale e Nuno Alexandre Ferreira, Paloma de la Cruz, Pascal Monteil e Reyhaneh Alikhani. Senza contare che il Portogallo è un bellissimo paese che mi ha sicuramente arricchita.
Quali sono le tue opere esposte a Contextile?
Depressed but well dressed (2021) e Italian Summer (2021), che sono due dei miei lavori preferiti ma anche quelli più rappresentativi della mia ricerca.
Sei una giovanissima artista, come immagini il tuo futuro nel mondo dell’arte?
La strada è lunga ma immagino altre importanti collaborazioni con la mia curatrice Gemma Gulisano, una figura fondamentale nella mia vita di artista. La mia speranza è di poter viaggiare tanto per conoscere sempre più cose, in Italia e all’estero, magari partecipando a residenze d’artista o facendo mostre; allo stesso tempo vorrei diventare una figura attiva all’interno della vita culturale della mia città, Pesaro, che è recentemente stata selezionata in quanto Capitale italiana della cultura 2024. Questo è un ambizioso progetto che spero di essere in grado di assecondare.
Claudia Pansera
Info:
Armadilly, Contemporary Textile Art Biennial 2022
03/09/2022 – 30/10/2022
Guimarães, Portogallo
contextile.pt/2022
Contexile 2022, exhibition view. Courtesy Contemporary Textile Art Biennial
Armadilly, Depressed but well dressed, 2021. Courtesy l’artista e Contemporary Textile Art Biennial
Contexile 2022, exhibition view. Courtesy Contemporary Textile Art Biennial
Nata a Reggio Calabria nel 1998. A Roma consegue la laurea in Studi-Storico artistici con una tesi sperimentale sull’artista Nik Spatari. Ha scritto per alcuni magazine ed è attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in Storia dell’Arte. Apprezza l’arte in ogni declinazione e ama raccontarla.
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