In questa conversazione, l’artista multimediale Deanna Sirlin (nata a Brooklyn, New York, vive e lavora ad Atlanta, Georgia, Stati Uniti) si sofferma sul suo interesse per la trasparenza e il colore in pittura.
Sara Buoso: Mi ha fatto piacere vedere Borders of Light and Water a Palazzo Bembo a Venezia nel 2022. Ci spieghi come hai scelto il tema e il titolo della tua installazione?
Deanna Sirlin: Sono una pittrice… in realtà è una lunga storia. Per me non è solo luce, ma è luce legata al colore: l’idea e il linguaggio del colore attraverso la luce sono i miei interessi. La luce viene filtrata attraverso il mio lavoro e crea un prisma di colore, sebbene non sia davvero un prisma perché è creato dall’opera stessa. È una sorta di lente utile a filtrare la luce ma anche a vedere attraverso l’opera; altera ciò che una persona sta guardando. Lavoro su più piattaforme, ma alla fine si tratta sempre di pittura e colore. La pittura ad olio è trasparente, giusto? È quella luminosità del colore e della stratificazione che rende grande la pittura. Il mio lavoro cardine, Retracings, 1999, commissionato dall’High Museum di Atlanta, in Georgia, ha cambiato la mia prospettiva. Volevo che la pittura uscisse dal muro per entrare nello spazio dello spettatore e che questo fosse assorbito nel lavoro. La prima idea è emersa quando ho deciso di ingrandire i dipinti originali del 50%. In questo modo i dipinti sono diventati un’enorme facciata. Si poteva vedere dentro le pennellate che rivelavano il mio processo, ma non sono mancate altre sorprese. La prima volta che ho collocato il lavoro sulla vetrina del museo, mi sono improvvisamente resa conto di quanto fosse importante vedere il paesaggio attraverso il mio lavoro. Questo ha cambiato tutto, e l’opera si è posta in relazione al paesaggio urbano di Peachtree Street, ad Atlanta. Le pennellate sono molto stratificate: l’intero processo ha svelato il modo in cui dipingo sulla tela. Gli strati all’interno di ogni pennellata sono stati resi visibili. Queste caratteristiche illuminano la trasparenza del colore e della pittura rivelata attraverso la tecnologia, ma consentono anche allo spettatore di essere all’interno del dipinto. Ho fatto un piccolo segno che è diventato la dimensione del lato dell’edificio. Con Retracings, la mia pennellata è diventata qualcosa di grande, senza per questo perdere la sua intimità. La scala espansa ha, invece, creato un maggiore livello di intimità.
La pennellata sembra essere il tuo tratto specifico, unico. C’è una sorta di autenticità in quel tratto…
Il modo in cui dipingo è molto fisico. Negli ultimi cinque o sei anni ho dipinto sul pavimento. Penso alla fisicità della mia pittura; essere dentro l’opera d’arte è molto importante. Ha a che fare con la connessione, l’intimità e io, sono nel lavoro, sono sempre nel lavoro.
L’installazione Borders of Light and Water a Palazzo Bembo a Venezia è stata presentata in parallelo alla tua installazione espositiva Watermark alla Crosland Tower, Georgia Tech Library, Atlanta, nel 2022. Come hai bilanciato somiglianze e differenze tra le due installazioni, pensando anche a diversi contesti artistici, ambientali e culturali?
Queste installazioni sono state realizzate contemporaneamente, ma sono diverse nella loro essenza. Nel 2022, a Venezia, mi sono affacciata ancora una volta sul Canal Grande come avevo fatto per l’installazione Vanishing Point (“Punto di fuga”), 2001, commissionata dall’Università Ca’ Foscari. Un architetto veneziano, una volta ha condiviso con me l’aneddoto che esistano due modi di vedere la città: una a piedi e una in barca, che è una prospettiva totalmente diversa. Vedere la città dall’acqua è un modo diverso di viverla. Il titolo dell’opera, Borders of Light and Water, riflette le mie preoccupazioni sui problemi dei confini in quanto artificiali e transitori. Ho collegato questi pensieri con le mie idee sull’acqua e la luce con lo scopo di affrontare questioni sociali e climatiche urgenti. La tavolozza dell’installazione prende dal colore dei dipinti veneziani del XVII secolo, mentre si rivolge al paesaggio. L’opera risponde all’architettura di Palazzo Bembo; bellissima la forma delle finestre gotiche ad arco che incorniciano la vista del Canal Grande. Ad Atlanta, l’installazione Watermark funziona diversamente. L’opera si ispira al libro Watermark,1989, del poeta Joseph Brodsky, che è una riflessione sul suo viaggio a Venezia in inverno. Nel 2022 la Georgia Tech Library di Atlanta ha ospitato una mostra di libri di fantascienza: ho deciso di affrontare questo argomento perché la letteratura di fantascienza ha un rapporto con argomenti come la natura e il cambiamento climatico che sono di grande interesse per me. Watermark si ispira alla tavolozza dei colori delle copertine illustrate dei libri di fantascienza. È molto blu, verde lime e magenta, molto selvaggio e molto anni ‘60: è la mia tavolozza.
Pittura, luminosità del colore, ma anche… paesaggio, architettura e contesto…
Con la mostra, Strata, tenutasi al Centro de Arte e Cultura, a Évora, in Portogallo nel 2020, ho affrontato il sito e la sua natura, tenendo conto del fatto che l’edificio era un ex tribunale e la prigione dell’Inquisizione; le finestre avevano ancora le sbarre cinquecentesche. Per la mostra ho quindi dovuto affrontare la difficile e incredibile storia del sito. L’ho fatto attraverso un’opera che è stata installata su venti vetrine e in sei gallerie del centro d’arte. Come artista, devo parlare al luogo: è il luogo stesso che mi informa, e questo diventa cornice dell’opera e del suo contenuto.
Attualmente stai lavorando al film digitale, dipinto a mano e stratificato, Wandering In, basato su un documentario naturalistico degli anni ‘70 di Edwin Way Teale, un naturalista americano.
Nel maggio 2022, presso la Georgia Tech Library, ho avuto una conversazione con un membro della facoltà, il dottor Gregory Zinman, un teorico dei media e del cinema ed esperto di Nam June Paik. Mi ha suggerito l’idea di mettere il dipinto attraverso un proiettore da 16 millimetri per vedere il risultato. Ho adorato l’idea perché è proiezione, è luce, è colore, è vecchia tecnologia ed è nuova tecnologia. Ma avevo bisogno di esplorare e sperimentare con il cinema… e poi questo meraviglioso film mi è arrivato per caso come un regalo: Wandering Through Winter, 1965, un film sulla natura vecchio stile basato su un libro vincitore del premio Pulitzer del naturalista Edwin Way Teale. E ho ricevuto un altro regalo quando ho acquistato una bobina di avvolgimento di cui avevo bisogno. C’era un film sulla bobina che presentava due teste parlanti: il vicepresidente Lyndon B. Johnson e il presidente John F. Kennedy. Sento che il film è una sorta di dialogo ed è una forma che mi permette di rivivere e riarticolare il colore e la luce nella mia pittura. Sto aggiungendo uno strato sopra Wandering Through Winter, dipingendoci sopra e facendo in modo che la luce si muova attraverso di esso e venga proiettata sopra. Ma dal momento che il film tratta di natura e cambiamenti climatici, forse dovrebbe essere proiettato su un albero o in un paesaggio piuttosto che su un supporto tradizionale.
Sperimenti anche con collage, digitale e video…
Mi è stata assegnata una residenza presso il Rothko Center in Lettonia dove ho realizzato due grandi dipinti, Timing and Places, 2016, che ora appartengono alla collezione. Sono un dittico, ma ognuno ha la sua identità separata. Ho anche iniziato un terzo dipinto prima di partire, ma sapevo che non era finito e l’ho portato a casa nel mio studio ad Atlanta. Ho identificato i pezzi del dipinto che trovavo interessanti. Avevo già realizzato collage utilizzando pezzi di tela dipinti a mano creati per questo scopo e ho deciso di tagliare questo dipinto in pezzi e collage di nuovi lavori con i frammenti. Questa è stata la prima volta che ho riproposto e riciclato il mio dipinto. Successivamente, il collage è entrato nel computer. Sono molto interessata al digitale e a come cambia il tuo punto di vista. L’ingrandimento e la manipolazione dell’immagine fanno parte del processo. In collaborazione con il regista portoghese Nuno Veiga, ho trasformato il mio collage digitale in un video sovrapponendolo a filmati di acqua in movimento. L’opera si intitola Wavelength, 2022 ed è stata recentemente esposta ad Atlanta nell’ambito della mia mostra omonima. Questo video è la mia versione della vecchia tecnica del pentimento, che fa emergere parte di ciò che c’è sotto assieme alla storia dell’opera.
In un contesto più ampio, in quale scuola di pensiero o stile ti identifichi?
Per quanto riguarda il mio interesse per la trasparenza e il colore, sono influenzata da Mark Rothko che è stato un grande colorista, ma anche da Josef Albers e dalla sua teoria del colore geometrico. Sono cresciuta a New York e vivo ad Atlanta ormai da molto tempo. Nel mese di ottobre c’è la luce più calda che tu abbia mai visto: è completamente gialla. A New York, la luce è molto più blu a causa dell’oceano e del suo riflesso. Per chiudere il cerchio, longitudine e latitudine sono aspetti importanti della percezione, ma la questione non si limita a questi. Il mio lavoro è incentrato sulla luce che passa attraverso questo filtro di colore. Creo una tavolozza di colori trasparente ma satura e la luce si muove attraverso di essa.
Il 22 marzo, Deanna Sirlin inaugura la mostra dei dipinti Wavetable al 211 East 43rd Street, NYC, NY. Wavetable sarà visitabile fino al 15 agosto 2023.
Info:
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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