Due appuntamenti confermano la rilevanza che il progetto Drawings from Lighting (2013-2022), libro d’artista e collezione di disegni, ideato e diretto da Laura Santamaria, assume nella scena artistica contemporanea. In occasione della donazione del libro d’artista al Museo del Novecento, Milano, e della presentazione del progetto alla Biblioteca Civica di Como, l’artista discute il ruolo fondamentale che il disegno riveste nel contemporaneo, riflettendo sull’impatto che il progetto assume in ambito artistico, culturale, intellettuale, e a livello collezionistico e istituzionale.
Sara Buoso: Drawings From Lighting trova nella simbologia del fulmine la sua immagine fondativa, che metafora intendi suggerire?
Laura Santamaria: Partiamo prima di tutto dal presupposto che il principale ambito storico di riferimento, sul quale sono attivi le mie riflessioni e il mio immaginario, è il Romanticismo, dove la vicinanza con gli elementi naturali ritrova un senso di conoscenza ed empatia proprio nella consapevolezza che quell’unità era sulla via di uno smarrimento dovuto all’avanzamento dell’era industriale e del materialismo. La natura nell’Ottocento veniva vissuta come un luogo di solitudine e ritrovamento del sé, e come parametro del proprio essere all’interno di questo mondo. Non a caso in quel periodo si ridiscutono anche i simboli e le iconografie del passato; ad esempio, nel pensiero romantico si può ritrovare l’iconografia arcaica della figura del fulmine, sia nella prospettiva delle popolazioni primitive che associavano il serpente al fulmine, sia in accezione classica, riprendendo le folgori di Zeus o di Baal. Nomino ora il fulmine in quanto lo percepisco come un mio elemento alleato, dal quale possono sgorgare idee e immagini come fosse una sorgente immaginativa, ma anche processi che si formulano attraverso le emozioni. Il sublime, infatti, tanto caro ai romantici, è soprattutto un’emozione fisica. Il fulmine è luce, energia e istante, è dirompente e imprevedibile, una riga bianca che si associa facilmente al senso di linea nel disegno, un lineamento tracciato da una mano invisibile che da sempre viene collegato a una entità superiore. Nel caso specifico del progetto Drawings from Lightning il riferimento sono gli Upward Positive Leaders dei fulmini al rovescio, in cui le polarità positive e negative nube-suolo sono invertite, pertanto il fulmine ci appare sorgere dalla Terra verso il Cielo. Questo senso di sovvertimento mi sembrava un incipit capace di rendere la metafora del ruolo dell’artista, in termini non distruttivi ma, al contrario, di restituzione luminosa ed energetica al Cosmo. Un’idea che è stata accolta istantaneamente dagli artisti che ho invitato a interpretarla come prima formulazione di una visione condivisibile e, allo stesso tempo, spirituale, che si configura come presenza vitale nel contesto del contemporaneo, riaffermando il senso di essere artista nella sua forza e complessità.
Drawings from Lighting celebra oggi dieci anni dalla sua fondazione, periodo in cui ha avuto modo di toccare contesti artistici, culturali, privati, e istituzionali differenti. Cosa significa pensare un progetto in evoluzione?
Dieci anni fa, quando ho ideato il progetto Drawings from Lightning, il disegno non godeva di una posizione centrale di attenzione, oggi invece troviamo diverse realtà che si concentrano quasi unicamente su questo medium. Si può certamente dire che il panorama sia notevolmente cambiato, ad esempio rispetto all’affermarsi dell’arte digitale inaspettatamente il disegno ha guadagnato terreno, ha affermato la propria autonomia. Il mio progetto è nato con un’utopia: la visione doveva essere ampia e accogliere la maggior parte delle possibilità grafiche. Questa è stata un’idea fortunata poiché la collezione che si è generata raccoglie produzioni inedite, sperimentali, in un evidente e silenzioso dialogo tra loro, che abbiamo presentato lo scorso 11 ottobre al Museo del Novecento di Milano, in una liturgia che ha coinvolto il pubblico. La collezione di disegni è avvolta in una propria dinamica perché a distanza di tempo si iniziano ad ammorbidire i confini tra un’opera e l’altra, c’è molta più comprensione verso i lavori che sono più sperimentali e propongono strumenti diversi rispetto alla matita, alcuni elementi si ripetono all’interno di soluzioni formali disparate ed emergono in coro. Possiamo solo immaginare quante altre possibilità ci offriranno in futuro. Tale unicità non si esaurisce solo in questa testimonianza, ma è riscontrabile anche nella ricerca di molti artisti che in Italia lavorano con il disegno da molto tempo. Posso dire che Drawings from Lightning è più simile ai processi con cui si genera un’opera d’arte che a una linea curatoriale vera e propria. In questo caso il disegno è il linguaggio scelto per attivare un dialogo con il Museo del Novecento, e procedere alla donazione collettiva delle opere, che trovano nello spazio museale la cornice migliore, in un continuum logico, essendo il Museo anche l’ambiente in cui molti artisti presenti nel progetto si sono formati durante gli anni di studio all’Accademia di Brera. Tornando all’origine, dopo la creazione del primo gabinetto di disegni realizzato presso il Kunstraum T27 – Kunstverein Neukölln, nella prima mostra allestita a Berlino nel 2014, ho affrontato un momento di riflessione nella mia parentesi londinese, quando ero impegnata nella grande installazione per la Whitechapel Gallery (2015), ma sentivo che dovevo ritornare a immaginare una destinazione per quel primo nucleo di disegni, che erano evocativi delle cartelle di disegni e stampe che calcavano le vie europee dal 1500. Ho così formulato l’ipotesi di un’edizione contemporanea di quelle cartelle con la pubblicazione dell’artist book (selfpublished, 2016). L’edizione ci ha permesso di diventare materia d’incontro con istituzioni, come gli archivi o le biblioteche, ai quali sono donate le copie del libro, e dove si sono avviate mostre come quella presso la Biblioteca Poletti a Modena (2017), e quella presso la Biblioteca Comunale di Como, visitabile dal 24 ottobre 2023. Spazi che interpretano la cornice ideale per dialogare sulle idee, attraverso i talk, e incontrare il pubblico che si raccoglie sempre più attento e numeroso.
I due recenti appuntamenti appena descritti, al Museo del Novecento e alla Biblioteca Comunale di Como, sono una conferma della necessità di ripensare il ruolo del disegno. Quale contributo intendi apportare nel contemporaneo?
Il mio immaginario comprende i disegni preistorici nelle caverne, con la forza arcaica ed essenziale della linea, la lucidità del disegno rinascimentale che ci apre la strada della prospettiva, i sigilli di Giordano Bruno nel “Articuli adversus mathematicos” – che ho visto alla Biblioteca di Como – i disegni scientifici, i disegni spirituali di Hilma af Klint ed Emma Kunz, le matite dell’astrattismo comasco come quelle di Aldo Galli e Carla Badiali, i disegni di Fontana che lasciano correre la linea mentre immagina lo spazio, le opere metafisiche di Giulio Paolini, insieme a molte altre che soprattutto rivelano un spazio altro: quello delle idee e delle energie sottili. Il disegno è un’arma spirituale, capace di allacciare dialoghi con le proprie visioni interiori, dare loro una rivelazione, è lo strumento di percezione del pensiero astratto. Una pratica che porta da sempre attenzione allo sguardo, capace di interpretare le interconnessioni tra le visioni del passato e del futuro attraverso le interrogazioni del presente, da sempre habitat privilegiato dell’immaginario e dell’intimità della genesi delle idee, uno specchio multidimensionale. L’autenticità che si esprime con il disegno attraverso il range di sperimentazioni che sono proprie di questa epoca è affine al senso di verità e radicalità di cui si avverte la necessità: la linea è capace di sottrarsi all’estetica convulsa della contemporaneità e rimane un territorio di mistero e al contempo luce attorno al quale radunarsi.
Sara Buoso
Info:
AA.VV., Disegno specchio
a cura di Laura Santamaria
24/10/2023 – 07/11/2023
Biblioteca Comunale Paolo Borsellino
piazzetta Venosto Lucati 1, 22100 Como
upwardpositiveleaders.tumblr.com
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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