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In conversazione con Luca Pignatti, direttore orga...

In conversazione con Luca Pignatti, direttore organizzativo di Reggio Film Festival

Giunto alla sua 23esima edizione, questo festival internazionale di cortometraggi organizzato a Reggio Emilia dal Cine Club Reggio (affiliato Fedic), s’interroga sull’errore, voluto o involontario, con un ricco programma che include anche significative tappe esterne al capoluogo. Del Reggio Film Festival, della sua storia e del suo presente, facciamo il punto della situazione con Luca Pignatti, una delle anime ideative, organizzative e teoriche dell’evento.

Liliana Cavani sul set de “I cannibali”, 1969, ph Antonio Casolini, courtesy Reggio Film Festival

Giovanni Crotti: Mi hai detto ‘a microfoni spenti’ che faresti fatica a vivere senza il festival. Cosa intendi esattamente?
Luca Pignatti: Intendo dire che, appena si chiude un’edizione, anche per mere ragioni organizzative, non vedo l’ora di immergermi nell’ideazione dell’anno successivo.

Due concetti fondamentali del Festival, attenzione rigorosa e legame con il territorio. Partiamo dalla prima: è straniante il fatto che quest’anno l’attenzione di cui parli abbia partorito il tema festivaliero dell’errore.
Vero, quest’anno il tema del Festival (perché ogni anno c’è un tema specifico) è l’errore, tanto che l’effetto straniante che affermi è venuto a molti leggendo ufficialmente che quest’anno giungiamo alla 23esima edizione del Reggio Flim Fetsival – International shrot fmil cotnest, con la voluta errata digitazione delle parole ufficiali dell’evento.

Dingding Jiang, “Asche”, Germania, 2024, 23’ 36’’, proiettato in premiere internazionale, video still frame courtesy Reggio Film Festival

E tra l’altro, premiate con la Targa Zavattini, intitolata al grande Cesare regista reggiano, Liliana Cavani per l’attenzione e lo sguardo del suo cinema. In chiara antitesi con l’errore.
Ogni anno premiamo, con motivazioni molto dettagliate e profonde e grazie a una giuria di assoluta qualità, una personalità che si è distinta in ambito culturale e sociale. Tra i nomi che ti cito a memoria, Dario Fo, Pupi Avati, Matteo Garrone, Maurizio Nichetti, Marco Bellocchio, Paolo Rumiz e Maria Grazia Cucinotta l’anno in cui il Festival si legò all’Unicef.

Quest’ultimo tuo passaggio ci riconduce all’altro aspetto che abbiamo precedentemente lasciato in sospeso, il legame con il territorio.
Sin dall’inizio abbiamo coinvolto il territorio e alcune realtà significative. Penso agli organizzatori delle Giornate della laicità che è dedicato al pensiero critico e ai diritti civili e di cittadinanza. Oltre al legame con le realtà del territorio (potrei anche aggiungere il Centro Internazionale Loris Malaguzzi – Reggio Children e tante altre, soprattutto realtà scolastiche), abbiamo anche allargato il raggio di fruizione del Festival che quest’anno avrà momenti significativi anche a Cavriago, Vignola e altre sedi cittadine.

Christofer Nilsson, “Balladen”, Svezia/Francia, 2023, 13’13’’, video still frame courtesy Reggio Film Festival

Quel tuo (e vostro) turbinio emotivo con cui abbiamo iniziato questo confronto mi porta a chiederti cosa include nei mesi dell’anno in cui non c’è il Festival.
Nei periodi di preparazione tra un’edizione e l’altra, il Cine Club Reggio è attivo nell’organizzazione dell’edizione successiva (che, come ti dicevo, già viene progettata alla fine di quella in atto con l’individuazione del futuro tema) e soprattutto siamo anche orgogliosi di rendere fruibili nelle biblioteche del territorio (sia in comuni della Bassa Reggiana sia in quelli appenninici), gratuitamente, i cortometraggi più importanti e premiati.

A proposito di premi: il Festival ne annovera parecchi.
Dobbiamo tener presente che, nella finestra temporale di selezione, arrivano anche duemila cortometraggi, dai quali selezioniamo i duecento che più ci hanno impressionato (e che hanno naturalmente attinenza con il tema, anche se abbiamo per gli altri una sezione a tema ‘libero’), per poi renderne visibili ufficialmente circa ottanta. Oltre alle diverse sezioni festivaliere, abbiamo anche sezioni collaterali importanti e sempre più ragguardevoli, come quella dedicata alla creatività regionale.

Lucija Mrzljak, Morten Tšinakov, “Eeva”, Estonia, Croazia, 2022, 15’ 58’’, video still frame courtesy Reggio Film Festival

Duemila cortometraggi provenienti da tutto il mondo che voi visionate in inglese per poi sottotitolarli anche in italiano. A proposito di temi, puoi citarne qualcuno affrontato in passato?
Dal 2002, abbiamo parlato di mutazioni, discriminazione femminile, city (tema molto legato alle realtà urbane), viaggio (sia mentale sia fisico), De André (passione che, insieme a quella per il teatro, Luca Pignatti condivide con Alessandro Scillitani, co-fondatore del Festival e attuale Direttore – ndr), il cibo nelle sue diverse sfaccettature, la terra come tema ambientale e di sostenibilità, cui siamo particolarmente legati. All’inizio il Festival (e sino al 2006, ovvero sino alla quinta edizione) era nazionale, poi abbiamo deciso di crescere ulteriormente allargando lo sguardo alla creatività proveniente da tutto il mondo.

Mi sembra un concetto chiave quello che hai appena espresso.
Ci teniamo tanto a sottolineare che, grazie anche alla capacità registica di chi ci invia il film, si scoprono aspetti sociali e culturali di cui si parla poco (o per nulla). È questo uno degli elementi di ricchezza che ci rende così dipendenti dal Festival e dall’organizzazione di questo evento.

Arianna Lerussi, “Everything” series, 2013, courtesy of the artist

C’è un fil rouge tecnico nel bando del Festival?
I cortometraggi, quindi di durata inferiore alla mezz’ora, che possono partecipare al Reggio Film Festival devono essere opere di fiction. Non ci sono documentari e forse questo permette di avere uno sguardo più attento sulle sfumature umane.

Immagino che non ci puoi indicare il tema della venticinquesima edizione del 2025…
Non lo svelerei nemmeno se ci fosse, ma ti assicuro che il tema viene scelto subito dopo l’ultimo evento (quindi entro l’anno in corso) e poi messo nel bando di gennaio. Il Festival è accompagnato da un catalogo bilingue (italiano e inglese), in cui lo sforzo maggiore è stato quello di controllare maniacalmente che non fossero riportati errori di stampa. Oltre alle proiezioni, l’evento è ricchissimo di momenti didattici e divulgativi, incontri e approfondimenti tematici sull’errore, declinato in tante e anche sorprendenti sfumature. La conversazione di approfondimento del Reggio Film Festival avviene nella serata di inaugurazione, nel cuore di Reggio Emilia, in un accogliente contesto artistico, impreziosito dall’unica mostra di arte visiva inclusa nell’evento. La fotografa friulana Arianna Lerussi, infatti, è in mostra con Everything¸ una selezione di scatti aventi anch’essi per tema l’errore. Si tratta di una esposizione di fotografie in cui il soggetto è tagliato, fuori fuoco, mutilato: l’effetto è quello di rivelare un dettaglio significativo che, in una fotografia accademicamente perfetta, si sarebbe smarrito dentro la rigorosità formale.

Info:

Reggio Flim Fetsival – XXIII edition
4 – 10/11/2024
Varie sedi tra Reggio Emilia, Cavriago e Vignola
www.reggiofilmfestival.it


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