Abbiamo incontrato l’artista londinese Mefio la cui pratica aggiunge un contributo significativo al linguaggio dell’astrazione geometrica esplorando la profondità del colore e gli effetti della luce oltre la composizione bidimensionale. In questa conversazione, l’artista discute i temi che ispirano il suo lavoro, soffermandosi sul suo uso specifico di mezzi e tecniche. Mefio è rappresentata in Italia da FineArtX (www.fineartx.com).
Sara Buoso: Vorresti presentare la tua pratica, introducendo tre parole chiave che meglio la definiscono?
Mefio: La più importante è film metallico sovrapposto. Nel mio lavoro, mi immergo nel regno delle pellicole metalliche, policrome e monocromatiche, che sovrappongo su vetri invisibili infrangibili. Ci sono quindi due elementi che giocano un ruolo nella mia opera: la pellicola e il vetro invisibile che è un nuovo materiale di tendenza. Molte gallerie e musei lo usano perché le persone non vedono il loro riflesso. Voglio che il mio vetro si concentri sul soggetto piuttosto che sul riflesso di un’immagine. Inoltre, la mia tecnica di stratificazione delle pellicole metalliche sul vetro è una combinazione che deriva da tecniche come la decalcomania dorata, la laminazione e l’applicazione di smalti. L’applicazione dello smalto in superficie consente l’interferenza della luce e crea un effetto iridescente. Secondo una terminologia specifica, si tratta di un fenomeno goniocromatico, una tecnica che mi interessa esplorare e che ho sviluppato dal 2004.
La tua pratica si pone all’interno della tradizione geometrico-astratta, pur suggerendone nuove connotazioni…
L’astrazione geometrica è un linguaggio che utilizzo da quando ho fondato lo studio Mefio. Ho studiato modellismo e mi sono appassionata alla geometria tridimensionale mentre imparavo a costruire modelli computazionali usando un logaritmo matematico per creare ogni sorta di diversa geometria. Fondamentalmente, è un gioco tra realtà e finzione/creazione, sia in senso bidimensionale e sia tridimensionale, e questo particolare linguaggio mi permette di creare opere che mettano in risalto l’eleganza di queste forme geometriche. La geometria offre un senso di ordine ed equilibrio e perseguo questa linea di ricerca dal 2017. Oltre alla pittura, mi interessa anche la creazione di sculture che chiamo ‘assemblaggi multimediali’.
Oltre a questa composizione, come interpreti il rapporto luce-colore?
Sperimento materiali specifici per la loro luminosità applicata al colore e, spingendo questi confini, voglio creare composizioni coinvolgenti. Nello specifico, il film metallico che utilizzo è composto da metalli preziosi come argento, rame, oro e qualche altro biossido e ossido di metallo che hanno una notevole capacità di riflettere e rifrangere la luce, in questo senso hanno un effetto luccicante, nello specifico se applicati a superfici di vetro che ne esaltano la luminosità. Lo smalto, infine, aumenta questa luminosità, creando una sensazione di rilievo. Quando la luce colpisce l’opera d’arte secondo diverse angolazioni, cambia colore e questo effetto si definisce iridescenza, quasi una sensazione dimensionale che crea una leggera ombra sullo sfondo su cui poggia l’opera d’arte.
Tra i tuoi lavori, mi ha colpito Slon, 2023, il dipinto di un elefante, un’immagine ambigua perché simbolicamente forte ma allo stesso fragile pensando ai materiali da te utilizzati.
Questo dipinto è nuovo, l’ho terminato letteralmente due settimane fa. Con questa immagine ricca di simbolismo, ho voluto catturare la bellezza eterea di questo animale. Il regno animale è molto affascinante ed è una delle grandi ispirazioni del mio lavoro: c’è un’abbondanza di creature meravigliose e colorate sulla terra e l’elefante è una di queste. A volte il simbolismo passa quasi inosservato, ma io volevo catturarne l’importanza in senso molto vivido. Per questo dipinto, ho incorporato della resina nei dettagli della corona e delle zampe e questo rende il soggetto più che bidimensionale. È simile ai dipinti Kholl, 2022, Ara Macao, 2022, e JellyFish, 2021, tutti ispirati alla bellezza degli animali che si muovono nell’acqua e nell’aria con i loro colori vividi e la loro luminosità. Sono infine contenta che abbia menzionato la fragilità perché le pellicole metalliche che utilizzo sono estremamente fini ed è per questo motivo che utilizzo linee molto sottili per mostrare questa fragilità nei dettagli del mio lavoro.
Il simbolismo affiora anche in altre opere che sfiorano figure archetipiche in senso junghiano, direi… E un’altra opera significativa per te?
Penso ti riferisca all’opera Talla che è stata esposta a Taipei per la mostra Art Revolution, 2022, con un’ottima risposta da parte di curatori ed espositori. Questo particolare dipinto rappresenta una sfera celeste e ricorda i terreni terrestri sotto forma di una semplice geometria triangolare, ma poiché è sferico e tutte le sue composizioni sono costruite con cura, dà la sensazione di yin yang. Poi, tra i miei preferiti Mille, 2022, l’immagine di un cubo che viene frantumato in cubi frammentati più piccoli, ognuno sfalsato l’uno dall’altro in modo da creare nel complesso un cubo tridimensionale, un’opera che ha attirato l’attenzione alla mostra di Taipei, oltre a essere stato uno dei soli venti dipinti venduti tra le migliaia di pezzi esposti. Penso che alle persone piaccia la nuova geometria perché ne possono esplorare la dimensionalità. Ho avuto una sorta di attaccamento emotivo a questo lavoro durante il processo, mi piacciono i dettagli, sono perfezionista e nel finire il pezzo sono riuscita a trovare una linea molto sottile. Nel mio lavoro, voglio creare equilibrio e armonia e compio questo processo attraverso il linguaggio dei modelli, delle proporzioni e della simmetria, studiando anche le relazioni spaziali nei miei soggetti. Mi piace esplorare la realtà in maniera cosciente: che cosa vediamo? Come percepiamo? Che genere di equilibrio e armonia ha nella nostra vita?
Quali sono i tuoi riferimenti?
Trovo ispirazione in vari artisti della lavorazione tradizionale del vetro e dell’astrazione geometrica, in particolare quelli con origini slovacche e ceche. Per esempio, Jiří Liška, artista ceco noto per i suoi spigoli vivi, le superfici perfette e le transizioni di colore, e Štěpán Pala, che si concentra sul vetro ed esplora la geometria e la matematica, hanno fortemente influenzato il mio lavoro. Detto questo, credo che l’ispirazione possa provenire da molte fonti. Sono costantemente ispirata da tutto ciò che vedo intorno a me. Che si tratti di trame, colori o composizioni, cerco di assorbire la geometria naturale del mondo. È affascinante riconoscere le sequenze matematiche ripetute presenti nel nostro ambiente come per le serie di Fibonacci e le sezioni auree. Quando tratto della mia prospettiva artistica che abbraccia le polarità tra natura e astrazione, miro a creare opere d’arte che riflettano l’eleganza dei fenomeni geometrici che si verificano.
Sei attualmente concentrata su un particolare progetto?
Sto completando un master alla East London University dove cerco di esplorare lavori più concettuali, assemblaggi di sculture per espandere la mia pratica dalla prospettiva bidimensionale a quella tridimensionale. Mi piace lavorare su grandi dimensioni e il ridimensionamento è il mio punto di interesse in questo momento.
Info:
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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