In occasione dell’apertura della nuova galleria Hub/Art Barcelona, abbiamo incontrato gli artisti selezionati per la mostra inaugurale dal titolo “Coming soon. Time is getting longer”. Si tratta di Sophie Elizabeth Thompson, scultrice britannica residente a Barcellona da più di 15 anni, e Paolo Di Rosa, pittore italiano che collabora con Hub/Art dal 2018.
Oggetto di indagine dell’esposizione è il tempo, inteso come successione di eventi e come ordine misurabile del divenire, tema suggerito da una circostanza concreta. La galleria Hub/Art Barcelona si sarebbe dovuta inaugurare nell’estate del 2021, ma a causa di ritardi dovuti alla pandemia non è stato possibile aprirla. Unico segno del suo “imminente” arrivo un adesivo sulla vetrina: “Coming soon”, appunto. Un tempo che si è dilatato per più di un anno per poi consumarsi nell’apertura avvenuta lo scorso 22 giugno 2022.
In mostra una selezione di lavori pittorici e scultorei che dialogano fra loro per forme e colori. Nelle pitture di Paolo Di Rosa ogni connotazione di spazio e tempo viene rimossa. I suoi personaggi sono collocati in un “non luogo” e, come davanti a uno specchio, chiedono all’osservatore di immergersi nel suo universo onirico e parallelo. Al contrario, le linee sinuose delle sue sculture di Sophie Elizabeth Thompson danno forma e peso a concetti astratti. Il tempo diventa presente, concreto.
La prima domanda è relativa alla percezione del tempo e al suo contrario, ossia il perderne la cognizione. Che cosa significa questo nel processo artistico?
S.E.T.: Essere completamente presenti significa perdere cognizione del tempo, non preoccuparsi del futuro e non considerare il passato. Quando creo una mia opera devo essere completamente presente, nella sua perfezione e immobilità. Raccogliermi in quel divario che si crea tra i pensieri e percepire la realtà. Questo è il vero momento creativo.
P.D.R.: Ci sono diversi momenti in cui perdo la percezione del tempo, ma il più “pregnante” è sicuramente quello in cui eseguo un’opera d’arte. Il momento in cui capisco che sta nascendo una nuova idea, nel quale inizio a fare una ricerca attraverso testi, immagini, musica. Quel momento è tempo che si espande, senza nemmeno rendermene conto scorre fino a quando non arrivo al termine del processo.
Una canzone che vorresti non finisse mai?
S.E.T.: Ascolto musica in continuazione, infatti porto sempre le cuffie. Non esiste una risposta unica. Dipende da cosa sto facendo, ma in effetti molto spesso ascolto musica ritmica. Una canzone che mi viene in mente è “Night Bell” dei Kerala Dust, una band che unisce rock psichedelico, blues e techno.
P.D.R.: Le canzoni fanno da sottofondo ai miei stati d’animo. Tristi se voglio crogiolarmi nella malinconia, energiche se mi sento bene voglio caricarmi ancora di più; altre volte può essere un tango argentino che vorrei non finisse più, a condizione che sia accompagnato da una ballerina speciale.
Parlando di musica, mi sono venuti in mente due termini: pause and rewind. Se la tua vita fosse una canzone e si potesse fermare e riavvolgere, ti piacerebbe cambiere qualcosa?
S.E.T.: No, non è possibile cambiare il passato. E se potessi tornare indietro sicuramente ci sarebbero delle esperienze dolorose che non vorrei rivivere. Ma non vorrei cambiarle. Non vorrei cambiare nulla di quei momenti perché hanno contribuito a rendermi la persona che sono e la persona che sarò. Per questo provo un senso di gratitudine.
P.D.R.: Noi siamo il risultato delle nostre scelte, siano queste giuste o sbagliate. Tuttavia, se avessi la facoltà di cambiare qualcosa, sarebbe quella di vivere alcuni momenti dell’inizio della mia carriera con meno cautela e con più leggerezza.
Hai tempo da dedicare a te stesso?
S.E.T.: Il tempo per me stessa me lo creo io stessa. Mi alzo presto la mattina, faccio meditazione e un po’ di attività fisica. Faccio una passeggiata con il mio cane lungo il mare, leggo, scrivo e preparo la mia giornata mentre bevo un caffè. Ma la cosa che amo di più in assoluto è andare nel mio studio ogni giorno e fare arte. Cerco di godere al massimo di quei momenti e devo dire che, forse, su questo aspetto dovrei essere più disciplinata e imparare a fermarmi, staccare alla fine della giornata e fare altro.
P.D.R.: Posso dire di averne molto e molto poco. L’arte è la mia vita, vivo in simbiosi con essa. Non riesco a fare una distinzione, mi dedico completamente al mio lavoro, nel bene e nel male. È come un bicchiere: dipende se lo si vede mezzo pieno o mezzo vuoto. In quella lettura c’è tutto.
Info:
Coming Soon. Time is getting longer
Sophie Elizabeth Thompson and Paolo Di Rosa
Hub/Art Barcelona
Carrer del Doctor Trueta, 183
22/06/2022 – 9/09/2022
Finissage: 9 settembre h. 19:00-22:00
Overview Hub/Art Bcn1, courtesy Hub/Art, photo @mcvectorltd
Overview Hub/Art Bcn1, courtesy Hub/Art, photo @mcvectorltd
Sophie Elizabeth Thompson, Set Evo, 2022, courtesy Sophie Elizabeth Thompson
Paolo Di Rosa, Sincronicità, 2018, courtesy Paolo Di Rosa
Consulente d’arte e curatrice specializzata in arte moderna e contemporanea. Con una laurea in giurisprudenza e un Master in Art Market Management, ha fondato lo spazio espositivo Hub/Art a Milano nel 2017. Attualmente vive tra Milano e Parigi dove collabora con gallerie e spazi dedicati all’arte contemporanea.
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