Il Museo d’arte di Karuizawa (una bella cittadina situata ai piedi del Monte Asama, nata come stazione di posta sulla antica via Nakasendo che collegava Kyoto a Edo, nell’area centro-meridionale della Prefettura di Nagano a circa un’ora e mezza di treno da Tokyo) ha presentato “An Introspective”, la prima e lunghissima mostra personale su larga scala in Giappone dell’artista filippino Ronald Ventura. Oltre centoventi le opere presentate in questa esibizione: da sculture e dipinti di oltre tre metri di altezza a piccole e stravagantissime “chicche”.
L’attuale struttura del Museo, inizialmente progettata, nel 2007, come spazio commerciale, ha subito, ad opera dell’architetto Rikuo Nishimori, un sostanziale rifacimento che l’ha trasformata in uno spazio completamente rivestito di vetro, con pilastri bianchi che ricordano una foresta di larici per meglio fondersi con il paesaggio circostante dell’altopiano.
La mission del Kairuizawa New Art Museum è soprattutto focalizzata sulla riformulazione dell’opera d’arte del Sol Levante, in primo luogo quella del dopoguerra, in una conversazione globale e multimediale (fra storia e avanguardie) con la tradizione e l’innovazione artistica internazionale.
In questa cornice si incastona a perfezione Ronald Ventura, figura di spicco nell’arte contemporanea del Sud-est asiatico, con il suo stile idiosincratico, con le sue composizioni riccamente fantasiose che mescolano, in una metafora della multiforme identità nazionale delle sue Filippine, attraverso simboli e icone della cultura pop e del surrealismo, elementi caratteristici delle culture coloniali, in passato, occupanti (Spagna, Giappone, Stati Uniti) con elementi del folklore animistico indigeno e figure divine della mitologia greca.
Un mondo caotico e disordinato che rispecchia in maniera speculare e diretta la complessità della cultura filippina.
Come lo stesso artista dice: Mi interessa ciò che si crea liberando la mia mente dal significato dell’immagine originale e fondendola con altri elementi per interagire tra loro, ossia ciò che tradisce il significato primario dell’immagine e ne crea uno nuovo… Questi schemi di combinazione sono infiniti e non ho ancora visto il completamento di questo lavoro.
“An Introspective” si dipana attraverso un prologo e sei piani espositivi. Il prologo è rappresentato da un insieme di opere in Hahnemühle FineArt, vetroresina e polystone, una vera stanza dei giochi dove Spongebob, Bart Simpson e un bulldog vengono imbrigliati e reclutati nel mondo meta-pop dell’artista assieme a curiosi ibridi uomo-animale avviluppati in geometrici bozzoli. Come una specie di presagio delle cose straordinarie che si vedranno nelle “stanze” successive.
La prima stanza s’intitola “Black Star series with a Boat” ed è una danza geometrica che riempie un vuoto. I pezzi della serie in cemento, fibra di vetro, resina, metallo, acrilico e LED occupano il campo in modo minaccioso: un “nero magico” fatto di ali e artigli (e artigli che formano stelle capovolte). Un’atmosfera d’ansia bilanciata appena dallo stato meditativo del “Boat”, nave che naviga il mare e mira alle stelle, mobile nel pensiero ma tuttavia immobile nella realtà.
La stanza numero due è dominata dall’opera “From the melting bears to the unicorn horns”. Puro Pop: dove emoticon e emoji usurpano il ruolo delle parole. Onnipresenti e universali (forme basilari e simboli semplici) hanno traslato i disegni rupestri degli Antenati nelle paffute teste gialle dei Pronipoti. Ed ecco, allora, opere senza posto per il transitorio o lo sfumato, realizzate con confini rigidi e non affatto sfocati, in cui le figure del Pop giapponese da Anime mutano in “Humanime”, diventando Arte divertente e, nello stesso tempo, oracolare.
Il terzo spazio ospita “Spectacular works epitomizing the world” ed è la stanza occupata dalle grandi tele. Ronald Ventura nonostante prediliga la scultura e le interazioni concettuali è in verità anche un ottimo pittore dalla squisita abilità tecnica. Quattro olii su tela senza titolo ci affacciano a una visione del mondo pregna di follia, magia e magnificenza.
Una in particolare, interamente attraversata dalla parola PARADISO, scritta con i caratteri del carnevale ma con colori ambigui che non affermano indiscutibilmente gioia e allegria, vuole significare che così è il suo popolo, pieno di voglia di portare la festa in ogni dove ma anche sempre gravato da storie e capitoli di vita non sempre positivi. I colori della loro vita (ma anche i nostri): vita spesa fra panico virale e panacea digitale.
“Danger Zone” è la quarta tappa. Tutta in giallo e nero, i colori della quarantena. Segni, o per meglio dire, segnali di cautela e restrizioni che avvertono i fruitori: Attenti! C’è un pericolo nell’aria, invisibile e invasivo.
Ed ecco, allora, che nel quinto spazio espositivo, con “Homage to classical art and dead ends”, si scatena l’Inferno. Dipinti neoclassici circondati da sculture di ossa, nuvole, palloncini, televisori, teste e corpi impalati in una amalgama (zoomanity) di bestialità e illogica disumanità. Ultima fermata prima del nulla.
Alla fine ci attende la sesta zona, la “Diagnosis Room” in cui gli spettatori possono guardare quelli che debbono essere considerati degli appunti, delle note per aiutare a capire il mondo: piccoli lavori in grafite, inseriti nel bianco di una immacolata sala, che possono aiutare un percorso di comprensione e trascendenza.
Guardare indietro e contemporaneamente guardare in avanti, studiando e osservando sé stessi e il proprio comportamento per cambiare pensieri e azioni. In maniera introspettiva, come fa Ventura in questa mostra dove offre una visione a volo d’uccello del suo viaggio nell’Arte e nella Vita. Non una Retrospettiva di opere ormai “morte” ma bensì vive e in divenire costante. In un movimento evolutivo che non conosce il suo punto d’arrivo.
E questo punto d’arrivo nessuno lo conosce, neppure l’artista stesso. Solo il domani detterà la sua bellezza mozzafiato o il suo terrore tempestoso.
Angelo Andriuolo
Info:
Ronald Ventura. An Introspective
07/08/2021 – 10/04/2022
Kairuizawa New Art Museum
1151-5 Karuizawa, Kitasaku District
Nagano 389-0102, Giappone
www.visitkaruizawa.com
Visitatrice davanti all’opera di Ronald Ventura, Untitled, 2001. Oil on canvas, cm 243,8 x 365,7. Foto di Lamberto Rubino per Juliet
Ronald Ventura, Humanime Girl, 2011 (in primo piano). Fibra di vetro, resina, acciaio inossidabile, cm 67,3×114,9×52,0. Foto di Lamberto Rubino per Juliet
Ronald Ventura, sala con Humanime Series, 2021. Plastica e fibra di vetro. Foto di Lamberto Rubino per Juliet
Ronald Ventura, Senza titolo (Il lupo), piccola scultura dalla serie Zoomanity. Foto di Lamberto Rubino per Juliet
L’amore per l’arte lo ha convinto a farsi imprenditore nel mercato artistico. Gallerista e Art Promoter, ha operato Italia e in Turchia, curando fra l’altro, l’organizzazione di oltre 100 mostre. Dal 2016 si è trasferito a Tokyo.
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