La mostra intitolata Nice Balconi attinge dall’archivio di fotografia vernacolare del modenese Sergio Smerieri per raccontare il balcone, protagonista assoluto in decine di immagini sepolte nei cassetti delle nonne, nelle soffitte e nei mercatini dell’antiquariato. La mostra ruota attorno al manufatto architettonico per cui Verona è famosa ad ogni latitudine. Il balcone che non compare mai in Romeo e Giulietta (Shakespeare non scrive di alcun balcone, né nelle didascalie né nei dialoghi. Parla piuttosto di un “orchard scene” o “garden scene”), è da sempre occasione per esibire il privato, per osservare affacciandosi sul mondo, ma allo stesso tempo mostrarsi proprio allo stesso mondo che si scruta dall’alto. Il balcone è orpello che valorizza la casa e status symbol del benessere post-bellico.
Il balcone è teatro in strada e recentemente, in periodo pandemico, occasione per socializzare. Al balcone hanno postato i loro personaggi, citandosi a vicenda, Francisco de Goya, Édouard Manet e René Magritte che chiude il gioco con Prospettiva II. Gustave Caillebotte stiracchiò una prospettiva divergente con il suo Giovane uomo alla finestra, Rem Koolhaas incluse il balcone alla Biennale di Venezia e l’illustratrice Agathe Sorlet ancora ne fa prolungamento verso l’esterno di intimità e privato. All’inizio del celebre Un chien andalou – il cortometraggio realizzato nel 1929 da Luis Buñuel e Salvador Dalí – un uomo scruta la luna dal balcone. Affila il suo rasoio e con un taglio rinnova la vista che dovrà attendere l’uomo nuovo: l’ermafrodita. Il balcone è tra cielo e terra, passaggio alchemico tra gli elementi, sospensione prima di una trasformazione necessaria al rinnovamento. Il balcone è affaccio dal noto all’ignoto che si annuncia con profezie di unità. Non è la sommità su cui miticamente si celebra la lotta manichea tra il bene e il male, perché quella accade sul vertice turrito. Il balcone è piuttosto tensione pregna di dinamici condizionali e variabili ipotetiche. Il performer Matthew Barney compie il suo tirocinio sfidando i balconi del Guggenheim nel suo epico Cremaster Cycle. La formazione all’arte è esercizio fisico da sottoporre alla prova di gravità nella tensione dinamica di un corpo che sale.
Nella fotografia vernacolare di Sergio Smerieri, esposta per la prima volta a Verona, si riprende momentaneamente il “piacere e di certo il gusto” di riportare l’immagine al frivolo, esonerandosi dalla seriosità della sperimentazione post-avanguardia. L’autore fa da un balcone del tempo e sul tempo. Scatti ingialliti dagli anni di protagonisti comuni, uomini, donne e bambini che su terrazze e balconi prendono il sole, mostrano la famiglia o conversano con il vicino. Dal balcone si annunciò che l’Italia era un Impero e ancora dal balcone il papa si presenta alla folla di San Pietro. Il balcone, a metà tra terra e cielo, è metonimia del domestico. In dialogo con le fotografie vernacolari ci saranno anche scatti a balconi più recenti realizzati dagli studenti del corso di Forme e linguaggi dell’arte di MSTC Iusve.
Assieme alla rassegna sui balconi, che verrà inaugurata il 4 febbraio alle 18.30, Isolo17 Gallery ospita anche il progetto Carlo e Luciana di Sergio Smerieri assieme al leggendario Erik Kessels. Il progetto racconta il viaggio di un uomo e una donna in Europa, durante il quale ciascuno fotografa l’altro. Le coppie di immagini scattate da Carlo e Luciana, che affiancate si completano come le metà di un insieme, sono state selezionate e ordinate da Kessels e Smerieri per creare un avvincente racconto visivo.
“Carlo e Luciana erano una coppia della cittadina italiana di Vignola, in provincia di Modena, che fece una piccola manciata di viaggi subito dopo il matrimonio. Solo più tardi, oltre le pagine bianche simboliche dei loro anni, possiamo davvero sapere come hanno esplorato il mondo. Il bianco e nero diventa colore, assistiamo allo scorrere del tempo. Insieme creano una curiosa contraddizione: sono due metà, ciascuna con il proprio motivo diverso, che formano un tutto”. Erik Kessels – che sarà eccezionalmente presente all’inaugurazione – è un artista, designer e curatore olandese, colleziona fotografie che trova nei mercati delle pulci, nelle fiere, nei negozi dell’usato, ricontestualizzandole. Tra i suoi lavori più famosi e importanti vi sono la rivista Useful photography e In Almost Every Picture. L’organizzazione è a cura Grenze Arsenali Fotografici in collaborazione con Gu.Pho e Isolo17 Gallery.
Tutte le immagini provengono dall’archivio di Sergio Smerieri, che ci autorizza a pubblicarle nell’articolo
Info:
Nice Balconi di Sergio Smerieri
Carlo e Luciana di Erik Kessels e Sergio Smerieri
04-28/02/2023
lun – ven. solo su appuntamento 15.00 – 19.00 cell: 327 7341027
sabato e domenica dalle 10.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00.
Isolo17 Gallery
Via Venti Settembre, 31b Verona
www.isolo17.gallery
È critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea presso lo IUSVE. Insegna inoltre Lettura critica dell’immagine presso l’Istituto di Design Palladio di Verona e Arte contemporanea presso il Master di Editoria dell’Università degli Studi di Verona. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea in luoghi non convenzionali. È direttore artistico del festival di Fotografia Grenze. È critico teatrale per riviste e quotidiani nazionali. Organizza rassegne teatrali di ricerca e sperimentazione. Tra le pubblicazioni recenti Frame – Videoarte e dintorni per Libreria Universitaria, Lo Sguardo della Gallina per Lazy Dog Edizioni e per Mimemsis Smagliature nel 2018 e nel 2021 per la stessa casa editrice, Teatro e fotografia.
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