Tra le mostre che sicuramente hanno segnato l’immaginario di Art City 2024, a Bologna, troviamo It rains, it snows, it paints, progetto a cura del collettivo Parsec, e sostenuto dalla Fondazione Zucchelli che rinnova la sua missione di sostegno e promozione dei giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il progetto espositivo è stato diviso in due sezioni. Una parte all’interno di Arte Fiera, padiglione 26, dove sono state ospitate le opere dei giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che si sono aggiudicati i Premi del Concorso Zucchelli 2023 e il Premio Art Up 2023, promosso da Fondazione Zucchelli in occasione di Opentour, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio Bologna, Banca di Bologna e Collezione Falconi Leidi, che hanno acquisito nelle loro collezioni le opere vincitrici.
Nell’ambito del Concorso Zucchelli 2023, abbiamo trovato le opere di Gianlorenzo Nardi (Premio al Talento), Riccardo Bellelli (Premio Residenza d’artista di Alchemilla a Palazzo Vizzani) e Camilla Carroli (Menzione speciale), mentre in rappresentanza di Art Up 2023 sono stati esposti i lavori di Anna Tappari (Premio dei Collezionisti, finanziato da Collezione Fondazione Carisbo), Giuseppe Francalanza (Premio della Critica, finanziato da Collezione Banca di Bologna), Nicola Galli (Premio degli Artisti, finanziato da Collezione Falcone Leidi di Bergamo) e Majid Bita (Premio della Grafica/Illustrazione, finanziato da Collezione Fondazione Carisbo). L’altra parte del progetto (e che rimarrà visibile), invece, è stata collocata presso Zu.Art giardino delle arti di Fondazione Zucchelli, mostra che vede situate le opere di tutti gli autori premiati Zucchelli 2023, organizzata nell’ambito di ART CITY Bologna 2024, a cui la Fondazione partecipa dal 2014. In mostra, tutti i premiati e le premiate del Concorso Zucchelli 2023 (di nuovo Gianlorenzo Nardi, Riccardo Bellelli e Camilla Carroli con Carlotta Amanzi, Federico Grilli e Tommaso Palmieri) e di Art Up 2023, con le opere di Anna Tappari, Giuseppe Francalanza, Nicola Galli e Majid Bita. L’esposizione proseguirà fino al 25 luglio con l’obiettivo di rientrare nella programmazione di Bologna Estate (a cui Fondazione Zucchelli partecipa dal 2016).
Al mio arrivo al giardino trovo il team di Parsec pronto ad accogliermi, e la fusione tra la location e le opere è straordinaria, così come tutto il progetto artistico alla base della selezione. Infatti, il titolo It rains, it snows, it paints è tratto da una celebre frase dell’artista francese Daniel Buren, a indicare che, così come avviene per gli agenti atmosferici, è l’opera stessa che si manifesta al mondo in un processo di cui l’essere umano è testimone. Fotografia, video, scultura, pittura e performance: le opere che sono state selezionate ci mostrano la pluralità dei linguaggi artistici contemporanei. Partendo dal contesto culturale odierno di iperproduzione di oggetti e immagini, Parsec propone una narrazione in cui a parlare sono le relazioni spontanee che nascono tra le opere, l’ambiente e il pubblico. «Pratiche diverse ed estetiche diverse, l’unico approccio ai lavori che potevamo avere era quello del realismo speculativo» è la spiegazione che i viene data. Citando il progetto The Universal Addressability of Dumb Things dell’artista inglese Mark Leckey, l’allestimento di entrambi gli eventi intende suggerire l’esistenza di una rete di oggetti interconnessi grazie alla quale si possa osservare la realtà superando la centralità del linguaggio e, dunque, dell’essere umano.
Il giro parte proprio con la fotografia: tre opere di Tommaso Palmieri estrapolate dal progetto (BO)yz in the Hood, portano la rappresentanza della sottocultura punk e rap bolognese all’interno della mostra. Le foto, chiaramente in bianco e nero, ci mostrano con estrema forza un’anima estremamente importante della città. Un forte connubio tra passato e presente e chissà, si spera anche futuro. Proseguendo, impossibile non riconoscerle, tre opere di Camilla Carroli: Testa mozzata di cucciolo di unicorno, Testa mozzata di mamma di pipistrello Lilla, Cobra Bilingue e Marta l’aliena. Per chi non conoscesse l’artista, Camilla è solita lavorare con oggetti di scarto e di rifiuto dando loro nuova via. In questa circostanza ci ritroviamo di fronte ad alcuni degli animaletti che fanno parte del fantastico mondo creato da Camilla in questi anni. Nicola Galli, invece, mi accoglie con un video, L’appartamento. Un abbraccio, una danza ma anche una violenza. Nessuno di noi può sapere realmente cosa succede tra le mura domestiche di molti di noi. Una tema toccante e necessariamente disturbante, ci costringe al pensiero.
Un altro video occupa la stanza adiacente, è Untitled di Gianlorenzo Nardi. Qui video e materiali di riciclo collezionati dall’artista si fondano in una video-architettura. Un volo, una poesia, dedicato al suono di un flauto. La natura e l’uomo, il cambiamento e la staticità. Penna e inchiostro non possono mancare e quindi eccoci qui con due opere di Majid Bita, che spezzano lo scenario video circostante. Conosciuto ai più per la sua opera fumettistica “Nato in Iran” si inserisce qui con due opere dissacranti come Harem e La compagna dei giorni difficili. Giuseppe Francalanza con Sutura ci presenta, invece, una tecnica mista su tela. Un dialogo che molto si incrocia per identità stilistica, nonché in perfetto dialogo con la delicatezza dell’opera presentata da Carlotta Amanzi: Oasi. Ombre che spesso ci sembrano nebbie, cancellature e perdita di contorni o, forse, in realtà è tutto il contrario di ciò che stiamo guardando. In fondo, è proprio quello che l’arte vuole trasmetterci: disorientamento ed emozione.
Riccardo Belelli, con Combo Perfetta, dialoga con la stanza e le altre opere allineandosi quasi in maniera spontanea alle opere di Camilla, ragionando sul riciclo e il concetto di nuova vita. In questo caso possiamo ammirare come Riccardo tenda in tutto i modi a non sforzare il proprio lavoro a qualcosa di stabile e precostruito ma a caratterizzarsi per qualcosa di molteplice e liquido. Federico Grilli con il suo maestoso Alloglotto ci mostra, in questo caso, come un oggetto marginale possa significare tutto e non solo. Un porta katane che assume un altro significato per divenire il vero soggetto della scena. Un cambio di prospettiva e anche di materia! Un giro consigliato, dai che avete tempo fino a luglio!
Info:
AA.VV., It rains, it snows, it paints
a cura di Parsec
05/02 – 25/07/2024
da lun a ven h 9.00-12.00 o su appuntamento scrivendo a: eventi.fondazionezucchelli@gmail.com
Zu.Art giardino delle arti
vicolo Malgrado 3/2, Bologna
www.fondazionezucchelli.it
Nasce a Genova ma attualmente vive a Bologna, città dove si è laureata all’indirizzo CITEM con una tesi sulla videoarte. Lavora nel mondo degli eventi nel settore della produzione ed è cultrice della materia di Studi Visuali all’UNIBO.
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