La mostra Anatomia del Linguaggio, a cura di Antonello Tolve, rappresenta un interessante momento d’approfondimento critico per capire con maggiore chiarezza i modi e i tempi attraverso cui la Poesia Visiva, in Italia, abbia costituito una direzione di ricerca non sottovalutabile, mantenendo sia una propria autonomia estetica che, altre volte, contaminandosi con altri orientamenti artistici.
Ospitato presso la Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e realizzato in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, l’evento, essendo lo spaccato finora più ampio e completo ordinato nel campo delle ricerche storico-critiche sulla Poesia Visiva in ambito nazionale, permette di osservare, con pertinenza, come questa sia stata un’esperienza creativa indubbiamente significativa ma non sempre adeguatamente affrontata a livello disciplinare, forse perché troppo spesso valutata come figura ancillare rispetto alle dialettiche concettuali coeve; frequentemente organizzate in gruppi più demarcati.
Come riconosciuto, una delle cifre stilistiche distintive del linguaggio artistico degli anni Sessanta/Settanta, quelli dove il fenomeno in questione si sviluppa seppur prendendo come riferimento il paroliberismo futurista del milanese Carlo Belloli, era l’interdisciplinarità determinata dalla ricerca di permeabilità fra i vari territori espressivi.
Difatti, come la mostra ben descrive raggruppando, per la prima volta, tutte quelle personalità che si sono mosse e hanno agito in Italia all’interno di tale area di sperimentazione, la Poesia Visiva, proprio perché il clima culturale di quegli anni era particolarmente sfaccettato, ha interessato, a volte magari anche per una parentesi della loro attività, molteplici artisti i quali, in alcuni casi, hanno tesaurizzato questo retroterra per poi riversarlo, spesso in sordina, su conseguimenti di differente natura.
Ovvio dire come una tanto capillare ampiezza speculativa, abbia previsto, di riflesso, un altrettanto ingente e eterogeneo numero di interpreti i quali, come il taglio del progetto dimostra, trovano nello sviluppo delle problematiche connesse al linguaggio, alla parola, alla semiotica e alla grafica, il comune denominatore operativo.
Dunque, fra gli oltre centoventi artisti presenti in mostra – solo per citarne alcuni – troviamo Vincenzo Agnetti, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Irma Blank, Tomaso Binga, Cioni Carpi, Giuseppe Chiari, Emilio Isgrò, Maria Lai, Ugo La Pietra, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Luca Maria Patella, Sarenco, Franco Vaccari, Luigi Viola. Dalle opere visibili in esposizione, è perciò quasi immediato intuire lo straordinario flusso di poeti, di scrittori e di artisti che, in diverso grado, hanno aderito nel tempo alla galassia della Poesia Visiva (nel 1963 si costituiscono il Gruppo 70 a Firenze e il Gruppo 63 a Palermo), considerando la parola stampata oltre la sua concreta fisicità di carattere tipografico e la scrittura, oltre che nella sua primaria funzione di senso, lo strumento più efficace per addentrarsi nella natura polisemica del segno-immagine.
Pertanto, oltre a riscattare, restituendone una lettura soddisfacente, la Poesia Visiva da una collocazione troppo spesso interstiziale nella storia dell’arte contemporanea poiché fenomeno dai contorni sfumati, la mostra, concentrandosi sulle plurali possibilità di riformulazione estetica e variazione linguistica applicata dagli autori sia in termini semantici che sintattici, è in grado di impostare indirettamente – secondo chi scrive – anche una riflessione su come l’universo della comunicazione e della scrittura sia cambiato e si stia, a oggi, sempre più standardizzando, convergendo – forse anche a causa di una declinazione e diffusione fin troppo social della scrittura – verso forme eccessivamente schematiche e didascaliche.
Anatomia del Linguaggio vi aspetta fino al 7 giugno; buona visita.
Info:
Anatomia Del Linguaggio
Uno sguardo sulla poesia visiva in Italia
a cura di Antonello Tolve
dal 7 Marzo al 7 Giugno 2019
Accademia di Belle Arti Macerata
P.za V.Veneto 5, Macerata
Anatomia del Linguaggio, uno sguardo sulla Poesia Visiva in Italia, ABAMC 2019 ph. Andrea Chemelli
Emilio Isgrò, Mao Tse-Tung (al centro) dorme nel rosso vestito di rosso, 1974. ph Andrea Chemelli
Mirella Bentivoglio, A Marinetti precursore del Lirismo, 2001. ph Andrea Chemelli
Critico d’arte contemporanea e curatore, ha curato mostre in gallerie, spazi indipendenti e istituzionali. Ha tenuto conferenze in Italia e all’estero. Suoi testi e ricerche sono pubblicati su cataloghi, magazines di settore, edizioni di gallerie e monografie. È curatore di archivi d’artista, contributor di riviste e uffici stampa specializzati. Collabora con fondazioni, musei pubblici, case editrici e università a progetti di ricerca e curatoriali.
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