Dopo il successo delle precedenti tappe espositive, a Mestre e a Monza, è stata inaugurata alla GAM di Catania, lo scorso 13 luglio con una temperatura estiva che toccava i trentacinque gradi, la mostra itinerante di Banksy prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con Demetra, patrocinata dal Comune di Catania e curata dalla storica dell’arte Sabina De Gregori. Già nella scelta del titolo, “Banksy sbarca a Catania”, suona forte il verbo “sbarcare”, più connesso alle notizie di cronaca dei migranti che alle azioni di street art, ma in effetti l’artista – o chi per lui visto che non ne conosciamo né il volto né la reale entità – ha sempre puntato la sua attenzione verso ciò resta ai margini della nostra contemporaneità.
Banksy, l’artista divinizzato, proveniente più dalle parole taciute e censurate dei marciapiedi del mondo, conferisce nuova vita ai mattoni dei muri urbani, riuscendo ad attivare nei suoi osservatori uno spiccato senso umoristico: quel “sentimento del contrario” di natura pirandelliana su temi attualissimi, quali le disuguaglianze sociali, l’inquinamento, le guerre. Tre dei suoi muri sono arrivati a Catania grazie a una imponente e complessa organizzazione di trasporto e autorizzazioni delle dogane, viste le tonnellate di peso. «Proprio questi muri rappresentano la parte più importante della mostra, che si distingue dalle altre su Banksy perché il pensiero predominante è stato quello di aggiungere valore al percorso critico, a tutto il lavoro di “sacralizzazione” operato dal pubblico e dal sistema stesso dell’arte. Ho voluto i suoi muri perché, decontestualizzati dalla strada, acquistano più potenza in un museo. Oggi Banksy viene considerato una divinità nonostante le sue opere derivino da un principio di street art» ha dichiarato la curatrice De Gregori.
Il primo dei tre lavori originali, piovuti come “meteoriti” in un luogo con cui non hanno nulla a che fare è “Season’s Greetings”, un muro di grandi dimensioni dipinto da Banksy nel 2018, a Port Talbot, in Galles, installato nell’area espositiva del centro commerciale Centro Sicilia con il patrocinio del Comune di Misterbianco. Su questo muro è ritratto un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca con l’atteggiamento di chi sta assaporando i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che, però, girando l’angolo, sono resti di cenere che si levano da un bidone dell’immondizia in fiamme. Un messaggio di denuncia verso l’inquinamento perpetuato ai danni del pianeta con la totale indifferenza dei sistemi di potere.
Il secondo muro esposto è “Heart Boy”, creato nel 2009 su un palazzo di Goswell Road a Islington, vicino alla King’s Cross Station di Londra, sui quali mattoni è stato raffigurato ancora una volta un ragazzino, reduce dall’aver disegnato un cuore rosa su altri mattoni urbani, con vernice sgocciolante. Banksy vuole in questo modo puntare l’attenzione sulla libertà di rovesciare gli stereotipi di genere. Il terzo, esposto alla GAM, è “Robot/Computer” e si riferisce a uno stencil apparso sulla parete esterna dell’hotel Grosvenor in Belgrave Road, a Torquay, nel 2010. Anche qui l’immagine di un bambino, questa volta inginocchiato con in testa un cartone a forma di robot: ha appena finito di disegnare un altro robot più grande di lui, la cui testa coincide con la presa d’aria che apparteneva alla cucina dell’hotel. C’è chi ha visto in questo muro un messaggio autoreferenziale, in cui si vede simbolicamente Banksy bambino con il volto coperto. Certamente, la questione dell’identità nascosta è strettamente correlata all’artista, ma è anche un tema attuale e complesso nel mondo dei social, dei media e del web in generale.
Nonostante non si conosca il suo volto, le immagini delle sue opere viaggiano in tutto il mondo con una velocità incredibile e sono visioni umoristiche con cui intende far emergere il nostro dissenso, cercando di scuotere la nostra opinione sulle più disparate tematiche legate alla guerra, al cibo, alla pace, alla religione. In mostra a Catania, stare davanti alla lunga sezione delle sue serigrafie e delle sue copertine, come la nota e iconica “Girl With Balloon” fa percepire all’osservatore di essere parte di quel mondo che l’artista vuole rovesciare per ribaltare il pensiero stesso e farci seguire, forse, la direzione di quel palloncino. L’itinerario espositivo comprende anche i lavori iniziali con i suoi riconoscibili topi e le famose scimmie, entrambi replicati in diverse situazioni e, a volte, caricature degli stessi umani. Spiccano le potenti parole, affidate alla triste scimmia che compare in “Laugh Now”, serigrafia su carta del 2003, con indosso un cartello che recita: «Ora ridete, ma un giorno saremo noi a comandare», un riferimento alle scorrettezze e agli imbrogli della politica negli anni della guerra in Iraq. Dalla mostra, dunque, emergono non solo lo sguardo storico e politico sul nostro tempo dal punto di vista “banksyano”, ma le tappe di un processo di sacralizzazione museale di un artista che, pur essendo di identità ignota, è già un mito vivente, assunto a un simbolico “Santo Graal” dell’arte contemporanea.
Info:
Banksy sbarca a Catania
Dal 13 luglio a ottobre 2024
GAM – Galleria Arte Moderna
Mostra prodotta da MetaMorfosi Eventi e Demetra
con il patrocinio del Comune di Catania
Via Castello Ursino 32, Catania
Area Espositiva Centro Sicilia
SP-54 Misterbianco – Centro Commerciale
Attraverso l’arte sente l’esigenza di accostarsi sempre di più alla natura, decidendo di creare una residenza artistica sull’Etna come un “rifugio per l’arte contemporanea” per artisti e studiosi. Nasce così Nake residenza artistica. Vince il Premio Etna Responsabile 2015. Nel 2017, è invitata nella Sala Zuccari, Senato della Repubblica, come critico d’arte. Scrive per artisti italiani e stranieri. Curatrice del primo Museo d’Arte Contemporanea dell’Etna e del progetto “Etna Contemporanea”.
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