A Como, fino al 3 settembre 2023, è visitabile la mostra DENUDARE FEMINAS VESTIS, XXXII MINIARTEXTIL, collettiva internazionale d’arte tessile contemporanea in San Pietro in Atrio, organizzata in concomitanza con le Celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio, a cura della critica d’arte e regista Clarita Di Giovanni affiancata da Sergio Gaddi, noto critico e curatore d’arte comasco anche responsabile della commissione di selezione. Le 54 opere collocate su basi sospese nella navata centrale (tutte in formato 20 x 20 cm) e le opere di grandi dimensioni alle pareti, offrono una quantità di soluzioni tecniche, di commistioni di materiali nonché di raffinate sottigliezze tali che che, dopo aver visitato la mostra, si esce pieni di piacevoli suggestioni.
Si va dagli intrecci di erba secca e juta con drappeggi di rete e filo di alluminio de Il velo da sposa di Chiara Aldeghi al vestito de La sirena veste di Antonio Bernardo ottenuto con tulle, cotone, cartone; da La veste della regina di cuori di fili di plastica, seta e cotone di Silvia Cibaldi si passa a Risveglio di Loretta Cappanera, lavoro cucito e ricamato a mano su tessuto in seta rossa e alla lastra radiografica interna alla pelle, realizzata con fili e tessuti di seta e lurex di Intus ed in cute di Maria Barbara De Marco.
Tante e tanti artisti italiani e dal mondo. C’è l’Omaggio alla venere di Willendorf realizzato con cotone, poliestere, aghi, semi, carta (da riviste erotiche) della svizzera Gabriela Brugger e c’è il ricamo cucito, i fili di seta, i fili di metallo che vanno a comporre il vestitino dell’argentina Jorgelina Alesandrelli con i bottoni che suggeriscono il titolo Il peso dei suoi occhi, e l’altra argentina Victoria Diaz Saravia con la sua Construccion textil nr 21 (garza di lino preformata, cucita con filo di cotone, sospesa a un supporto di ottone. Il Giappone è rappresentato da Chiaki Dosho con Spirale del tempo, antico kimono in seta e cotone, la Germania da Stephanie Geiger con la sua Gaia, cera, paraffina, seta-organzina, tela, pinna di pesce. Per la Finlandia Paivi Vaarula con Core (tessuto tinto, poliuretano, poliestere, tinture naturali), la Russia è rappresentata da Olga Teksheva con Tesori nascosti (fiori,filo da pesca, filo metallico, uncinetto, ricamo a mano su collage tessile, la Lettonia da Zane Shumeiko, con Utero (tecnica mista, capelli umani, fili), la Polonia da Anna Wieckowska-Kowalska con J.Woman (tecnica propria, ricamo, cucito, cotone, seta, spilli). E così via…
Tra le opere a parete spicca quella dell’ospite d’onore di Miniartextil, l’artista zimbabwese Moffat Takadiwa, il quale espone due opere, The red line (2022) e Black circle (2023), che saranno poi esposte alla 60esima Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe. Si tratta di arazzi creati con minuscoli pezzi di plastica, tasti di computer, scelti tra i mille rifiuti di una delle più grandi discariche del paese, quella di Harare, capitale dello Zimbabwe. Abbiamo poi l’opera aerea di Kato Kimyasu, architetto e scultore. Kinu è un’opera composta da un unico filo d’acciaio che disegna una figura femminile con un sasso di contrappeso, poggiante su un fulcro a punta d’ago e che gira mosso dall’aria. E ancora Alessandro Lupi (B.N., 2010), che lavora con la luce, spazio-tempo, così come Yari Miele con corde luminescenti per la sua Ninfea e l’installazione site specific Bacobosco di Antonella De Nisco composta da un intreccio di alberi a formare un fitto bosco di figure femminili. E Anne von Freyburg con Who’s bad (after Fragonard, Venus with Cupid), 2022, in cui dipinti creati con inchiostro acrilico e poi tradotti in tessuti cuciti a mano e tecniche di cucito che conferiscono all’opera una presenza quasi corporea. Impossibile citare tutti i lavori, ma si tratta senza dubbio di una mostra da vedere.
Info:
A.A.V.V. Denudare Feminas Vestis
06/08/2023 – 03/09/2023
San Pietro in Atrio
via Odescalchi, Como
a cura di: Clarita Di Giovanni e Sergio Gaddi
https://www.miniartextil.it/it
Emanuele Magri insegna Storia dell’Arte a Milano. Dal 2007 scrive dall’estero per Juliet art Magazine. Dagli anni settanta si occupa di scrittura e arti visive. Ha creato mondi tassonomicamente definiti, nei quali sperimenta l’autoreferenzialità del linguaggio, come “La Setta delle S’arte” nella quale i vestiti rituali sono fatti partendo da parole con più significati, il “Trattato di artologia genetica” in cui si configura una serie di piante ottenute da innesti di organi umani, di occhi, mani, bocche, ecc, e il progetto “Fandonia” una città in cui tutto è doppio e ibrido.
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