Fiere, gallerie, circuiti OFF, mostre temporanee, festival, biennali, notti bianche dell’arte, spazi no-profit, residenze, studio visit, artist-run spaces, fondazioni private, musei (pochi, almeno in Italia, quelli dedicati alla stretta contemporaneità) e collezionisti mecenati, ma anche Instagram, blockchains e addirittura, negli ultimi anni, il metaverso. In questa selva di canali deputati, qual è quello più efficace per far germogliare la ricerca artistica emergente attirandole sostegno e visibilità? E ancora, i transiti da un circuito all’altro possono essere considerati i momenti cruciali di un percorso iniziatico verso il successo, che tra i giovani artisti gratificherà chi sarà più abile nello scegliere le giuste strategie? Nel mondo dorato e glamour dell’arte, si sa, circolano consistenti capitali, la cui concentrazione crea inevitabili monopoli che mettono a repentaglio la sopravvivenza delle piccole gallerie di ricerca, per le quali il rischio di non incontrare il mercato a medio termine è sempre più insostenibile. Questi preziosi incubatori, senza i quali probabilmente l’Italia sarebbe solo un recettore di tendenze elaborate altrove, hanno la loro occasione di massima visibilità nelle sezioni Emergent o New entries delle fiere, dove spesso vengono invitati dagli stessi curatori.
Da quel momento in poi, i galleristi e i loro artisti iniziano a essere monitorati anche dal pubblico internazionale dei collezionisti, attenti alle loro successive mosse di inserimento nel sistema almeno quanto alla qualità della proposta artistica e alla sua peculiarità. Se non si dispone di adeguati patrimoni a copertura, per una piccola impresa quale si può considerare una galleria che fa scouting, questa fase di osservazione (sempre più impegnativa man mano che la vetta sembra avvicinarsi) non può durare troppo a lungo, pena il dissesto o il ripiegamento su proposte meno autentiche. La sofferenza generalizzata di questa tipologia di gallerie, molte delle quali non arrivano a tagliare il traguardo del decimo anno di attività mantenendo l’integrità del loro approccio, rende estremamente vulnerabili anche gli artisti a esse afferenti, che rischiano di trovarsi da un momento all’altro daccapo nella ricerca di un canale strutturato da un punto di vista commerciale, magari in una fascia d’età che per poco preclude loro l’accesso alle iniziative di sostegno per i “giovani” artisti, tipicamente riservate agli under 35. È lampante che in un sistema organizzato a questo modo, soprattutto in un Paese come l’Italia dove gli stanziamenti pubblici per la ricerca artistica sono sempre più sottodimensionati, il prevalere della logica dell’investimento mette seriamente a repentaglio la vitalità di quelle che, se aiutate a germogliare, potrebbero essere risorse preziosissime per la nostra cultura visiva, oltre che per la nostra economia.
Si pone in decisa controtendenza rispetto a questo meccanismo per molti versi spietato l’attività della Fondazione THE BANKETS – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea di Bassano del Grappa (VI), centro di ricerca e di formazione specialistica dedicato in via esclusiva alla pittura contemporanea istituito nel 2023 dal collezionista Antonio Menon, suo presidente, che in quest’impresa è affiancato da Cesare Biasini Selvaggi, segretario generale, e da Paolo Zanatta, conservatore delle collezioni. La Fondazione è un’istituzione no-profit nata come emanazione nell’omonima raccolta d’arte, allestita all’interno di un’ex filiale della Banca Commerciale Italiana. Gli spazi, trasformati nel 2019 in museo privato a seguito di un intervento filologico di archeologia industriale, sono oggi sede della Fondazione e del costituendo Museo della Pittura Contemporanea, che sarà affiancato da una biblioteca di settore. Gli obiettivi primari dell’istituzione sono la divulgazione della cultura pittorica, mediante mostre, laboratori didattici e visite guidate, e il sostegno dei talenti più giovani, attraverso una costante attività di scouting nelle gallerie di ricerca e nelle Accademie per intercettare sul nascere la prima frontiera della pittura. La collezione, iniziata nel 2000, ha acquisito il suo corpus più importante a partire dal 2012: attualmente è composta da oltre 1200 opere rappresentative di circa 360 artisti ed è in continua espansione, grazie a un programma mensile di acquisti.
Ciò che la rende eccezionale rispetto a raccolte di analoga portata (già di per sé non comuni se finanziate da un singolo soggetto privato) è la particolare forma di mecenatismo di cui è espressione: rifiutando la logica imperante dell’investimento, secondo la quale l’elemento dirimente è la previsione di quali nomi potrebbero in un tempo più o meno rapido vedere incrementato il valore delle loro opere, si basa invece su una relazione diretta con gli artisti che non tiene in alcun conto il loro posizionamento strategico. Di rado vengono acquisiti i lavori di pittori non conosciuti di persona e di cui non si è frequentato lo studio e l’acquisizione dell’opera è solo un tassello di una progettualità a lungo termine volta ad agevolarne il percorso, che include la creazione di archivi documentari sugli artisti presenti in collezione e la loro promozione in Italia e all’estero attraverso una rete di gallerie e istituzioni di fiducia. Tale approccio si discosta a tal punto dalla ratio con cui sono state composte la maggior parte delle collezioni degli ultimi vent’anni (in cui la relazione con l’opera sembra secondaria rispetto al calcolo di contestualità e prospettive) da risultare di primo acchito quasi utopico, se non si pensasse che il grande collezionismo novecentesco era basato proprio su questi valori. In linea con tale attitudine, anche l’impronta della collezione si potrebbe definire di stampo umanistico, per la centralità dell’essere umano inteso nella sua sfaccettata complessità come motore propulsivo delle ricerche degli artisti rappresentati, con una spiccata predilezione per la ritrattistica, di gran lunga prevalente rispetto a paesaggi e nature morte.
Questo orientamento appare evidente nelle recenti acquisizioni collegate alla seconda edizione del Premio Fondazione THE BANK per la pittura contemporanea, messo in palio ad ArtVerona (11-13 ottobre 2024), che ha visto vincere in un triplo ex aequo Chiara Calore (Galleria Giovanni Bonelli) Alessandro Giannì (Nicola Pedana Arte Contemporanea) e Davide Quartucci (Boccanera Gallery). La programmazione delle attività della Fondazione proseguirà dal 24 ottobre al 7 novembre 2024 con la mostra “Federico Guida. Arbor”, curata da Mimmo di Marzio e allestita all’interno della Chiesa ex convento di San Potito a Napoli) in occasione della quarta edizione di Art Days – Napoli Campania. Successivamente, dal 9 novembre 2024 al 25 marzo 2025, presso la sede della Fondazione a Bassano del Grappa, una mostra personale di Sergio Padovani articolata sui due piani della struttura e curata da Cesare Biasini Selvaggi concluderà il tour dell’artista, inaugurato all’inizio del 2024 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma e proseguito con tappe a Modena (Complesso di San Paolo) e Parigi (Galerie Schwab Beaubourg), con una nuova selezione di opere afferenti al progetto “Pandemonio” realizzate dal 2018 al 2024. Più a lungo termine, tra gli obiettivi per il 2025, un Salon d’Automne che prenderà spunto dal concept dall’omonima manifestazione parigina per presentare lavori degli artisti più giovani presenti in Italia in una collettiva molto articolata, con l’auspicio che la sua efficacia sia altrettanto determinante nel consolidarne le carriere di quanto lo fu lo storico salone francese nel far emergere, agli inizi del ‘900, figure chiave dell’arte contemporanea come Matisse, Gauguin e Cézanne.
Info:
Laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna, città dove ha continuato a vivere e lavorare, si specializza a Siena con Enrico Crispolti. Curiosa e attenta al divenire della contemporaneità, crede nel potere dell’arte di rendere più interessante la vita e ama esplorarne le ultime tendenze attraverso il dialogo con artisti, curatori e galleristi. Considera la scrittura una forma di ragionamento e analisi che ricostruisce il collegamento tra il percorso creativo dell’artista e il contesto che lo circonda.
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